Saranno oltre 150 gli attivisti e delegati di tutte le leghe del sindacato pensionati Spi/Cgil della provincia di Modena a prendere parte alla presentazione dell’indagine “Serve la Cgil ai lavoratori e ai pensionati?” martedì 9 giugno alle ore 16.15 presso la Tenda della festa del PD al parco Ferrari (via Emilia Ovest). L’indagine commissionata dallo SPI provinciale ad un’agenzia modenese di ricerche e sondaggi di mercato, ha come filo conduttore quello delle nuove esigenze e dei nuovi obiettivi della rappresentanza sindacale.
Se il sindacato è fondamentale per la tutela dei diritti di chi lavora e per sostenere politiche di solidarietà e inclusione sociale, cosa deve fare per rappresentare al meglio le esigenze dei pensionati che rappresentano una quota consistente dei propri iscritti? Perché, una volta terminata la vita lavorativa, è importante passare dall’iscrizione alla Cgil al Sindacato pensionati?
A questi interrogativi ha cercato di rispondere l’indagine, i cui risultati saranno presentati e discussi nell’incontro di martedì prossimo 9 giugno fra diversi interlocutori.
Intervengono al dibattito il ricercatore Vittorio Martinelli, due pensionati Loretta Sgarbi e Antonio Prandini, il segretario del sindacato metalmeccanici Fiom/Cgil Giordano Fiorani, il segretario del sindacato Funzione Pubblica Cgil Marco Bonaccini, il segretario generale della Cgil Donato Pivanti e Rita Turati segretario regionale Spi.
Coordina Franco Zavatti dello SPI modenese. Conclude Carla Cantone segretario generale nazionale SPI.
“L’indagine condotta in modo rigoroso – commenta Franco Zavatti dello Spi di Modena – è stata costruita con interviste a parecchie centinaia di lavoratori in età prossima al pensionamento e ad altrettante centinaia di neo pensionati, per ricavare un quadro conoscitivo aggiornato del rapporto fra lavoratore, «giovane» pensionato e organizzazione sindacale, per sondare l’idea di rappresentanza, la caratura e il profilo del «bisogno» di Sindacato oggi”.
Il campione intervistato tiene altresì conto del ventaglio completo delle appartenenze professionali, della scolarità, della zona di residenza. Le risposte offrono un quadro originale e per nulla scontato sulle relazioni sociali e culturali che si attivano nei lavoratori e nelle lavoratrici nella fase del passaggio dallo stato di cittadino che lavora a quello di pensionato. “In particolare – puntualizza ancora Zavatti – emerge una diffusa disponibilità a continuare un’esperienza collettiva di impegno sociale, nel volontariato, nelle associazioni di solidarietà e nel sindacato”.