«Complimenti a tutti i protagonisti della vertenza Terim: un esempio di come, quando si condivide l’obiettivo della salvaguardia dei posti di lavoro, e si prende atto di dover sacrificare tutti qualcosa a questa soluzione, l’accordo si trova. E può essere un buon accordo». Lo afferma Gianni Cavicchioli, assessore provinciale al Lavoro, commentando l’ipotesi di accordo per il quale, dopo le assemblee con i lavoratori, è prevista la firma martedì 28 aprile nella sede del ministero a Roma.

Cassa integrazione straordinaria a rotazione, contratto di solidarietà e interventi aziendali di integrazione salariale sono gli strumenti utilizzati in modo integrato per affrontare un consistente calo di ordinativi conseguenti alla crisi economica, i cui effetti sul settore delle cucine e dei forni da incasso rischia di avere conseguenze ancor più laceranti.

«La soddisfazione sull’esito della trattativa tra direzione aziendale e sindacati – precisa Cavicchioli – nasce anche dal fatto che quella della Terim si presentava come una vertenza simbolo: precedenti difficili, settore già complesso prima della crisi, ulteriori complessità legate alla struttura produttiva e organizzativa dell’azienda. E’ ancora maggiore, quindi, il merito che va riconosciuto ai protagonisti della trattativa capaci di trasformare i rischi in opportunità: l’uso completo e integrato di tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione – aggiunge l’assessore provinciale – deve diventare un modello, capace di salvaguardare insieme capacità produttive e lavoro, occupazione e capacità professionali, sicurezza e coesione sociale. Tutte condizioni indispensabili per cogliere domani la ripresa e rilanciare lo sviluppo».

Per l’assessore Cavicchioli è importante che la disponibilità delle risorse destinate agli ammortizzatori sociali in deroga consenta anche alle piccole imprese di tutti i settori la possibilità di affrontare la crisi in questi termini: «Sarebbe un guaio – spiega – se proprio coloro che hanno sempre avuto maggiori difficoltà nella ricerca di lavoratori specializzati non fossero oggi in condizioni di mantenere le loro risorse principali; grazie alle politiche attive che pubblico e privato possono mettere in campo, dovranno anzi cercare di migliorarne professionalità e conoscenze».