Al termine di una visita all’Ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia – uno dei sei Opg aperti in Italia e fra questi la struttura più ampia e sovraffollata – l’assessore regionale alla Sanità, Giovanni Bissoni ha tenuto una conferenza stampa nella sede del Municipio del capoluogo, insieme con l’assessore comunale a Pari opportunità e Diritti di cittadinanza, Gina Pedroni; con il direttore dell’Azienda Usl, Mariella Martini e il responsabile dei Servizi psichiatrici della stessa Ausl, Gaddo Maria Grassi.

“La visita – ha spiegato Bissoni – è servita a prendere contatto con gli operatori e con la struttura, dopo il passaggio di competenze degli Opg alle Regioni. Abbiamo percepito una forte disponibilità e motivazione degli operatori a migliorare tutte le condizioni di vita e accoglienza nell’Opg di Reggio, ma resta l’oggettività della situazione strutturale inadeguata. Proporrò alla giunta regionale di procedere in tempi stretti al reclutamento per aumentare l’organico del personale infermieristico e tecnico da 49 a 73 unità. Poi lavoreremo per l’inserimento del maggior numero possibile di pazienti in settori territoriali esterni, per attuare tale strategia occorre però un’intesa anche con le altre regioni del Centro-Nord: siamo fiduciosi, dato che si tratta di regioni forti sul piano della dotazione di servizi sul territorio”.

“L’Opg di Reggio – ha sottolineato l’assessore regionale – è struttura nata con altri scopi, diversi da quelli di un ospedale psichiatrico. Ad aggravare la situazione, il fatto che la presenza di ospiti è doppia rispetto alla capienza prevista. Al fine di implementare la socializzazione e l’estensione di spazi di maggiore libertà, vogliamo sviluppare la positiva esperienza del progetto Antares in altri reparti”.
L’assessore comunale Pedroni ha fra l’altro sottolineato che “l’attuale situazione dell’Opg rallenta notevolmente l’attuazione di progetti avviati con la collaborazione del Comune di Reggio e con alcune cooperative sociali: progetti culturali e di socializzazione che hanno avuto fino ad ora esiti molto positivi”.

Di seguito, una scheda dell’Ausl di Reggio Emilia, illustrata da Martini e Grassi, sulla situazione attuale dell’Opg.
L’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emilia
Il DPCM del 01.04.08 ha comportato il passaggio delle competenze sanitarie degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari al Servizio Sanitario Regionale.
Le contestuali linee di indirizzo prevedevano, in fasi successive:
• la riduzione del sovraffollamento,
• la ridistribuzione degli internati negli OPG limitando il ricovero ai pazienti provenienti dalle Regioni limitrofe in modo da favorire il lavoro di collegamento e di successiva inclusione sociale,

• la restituzione ad ogni regione della quota di internati di provenienza dal proprio territorio e l’adozione di programmi terapeutici e riabilitativi da attuarsi all’interno della struttura anche in previsione della dimissione e dell’inserimento sociale nel contesto di appartenenza.
Tutto questo in una prospettiva di superamento dell’istituzione degli OPG e di sviluppo di soluzioni alternative in ambito regionale.
In Italia ci sono 6 Ospedali Psichiatrici Giudiziari e quello di Reggio Emilia, per numero di internati, è il maggiore.
L’OPG di Reggio Emilia
L’OPG di Reggio Emilia, il maggiore in Italia per numero di internati, ospita pazienti maschi provenienti da tutte le regioni d’Italia. Al 01/01/2009 i pazienti erano 275, di cui 36 emiliano-romagnoli. A questi si aggiungevano, sempre al 1° gennaio 2009, altre 56 persone, in carico all’OPG, ma ospitati in ambienti comunitari esterni, ove finiscono di scontare le misure di sicurezza, per un totale di 331.
La struttura è organizzata in 6 reparti: in quattro di essi (Centauro, Andromeda, Pegaso e Fenice) i pazienti vivono nelle celle sia di giorno che di notte, ad esclusione delle fasce orarie in cui, chi è in condizioni cliniche per poterlo fare, accede all’area trattamentale Cassiopea, che non ha celle ed è destinata in fasce orarie definite, alle attività trattamentali dei pazienti provenienti dai reparti di degenza.
Nel reparto Antares, che ha una specifica progettualità con finanziamento regionale, le celle sono aperte e i pazienti possono muoversi liberamente all’interno del reparto.

Il piccolo reparto Orione, di 5 stanze, è occupato da pazienti che svolgono attività lavorative all’interno dell’OPG.
La Direzione dell’OPG fino al DPCM dell’1.4.2008 era affidata ad una sola figura, di medico psichiatra. L’entrata in vigore del DPCM ha comportato la costituzione di una doppia direzione, amministrativo-penitenziaria da un lato e sanitaria dall’altro.
In OPG lavorano agenti di polizia penitenziaria che dipendono dalla Direzione Amministrativa Giudiziaria ed operatori sanitari che dal 2008 dipendono dall’Azienda Usl di Reggio Emilia.
Il personale sanitario
Al momento del passaggio al Servizio Sanitario Regionale delle competenze sanitarie la situazione del personale transitato alle AUSL, ad esclusione del personale garantito dal progetto Antares, era la seguente:
. personale medico
• 3 medici dipendenti: il Direttore dell’OPG, un medico igienista coordinatore delle funzioni sanitarie, 1 medico psichiatra per l’attività clinica,
• 9 medici psichiatri con rapporti di tipo libero professionale con debito orario variabile, di gran lunga inferiore al debito orario di un medico dipendente,
• 3 medici incaricati part time (18 ore settimanali) con funzioni di tipo internistico,

• 6 medici di guardia con rapporti libero-professionali part time.
– personale infermieristico e tecnico
• 8 infermieri a tempo pieno,
• 35 infermieri con contratti libero professionali,

• 2 Terapisti della Riabilitazione psichiatrica: con contratti libero professionali part time,
• 4 operatori socio sanitari part time con contratti libero-professionali.
Alla scadenza della proroga dei contratti libero-professionali in essere, nel giugno 2009, si dovrà procedere alla completa integrazione dell’organico con personale dipendente.
La situazione attuale
La situazione attuale dell’OPG di Reggio Emilia, all’indomani del passaggio delle competenze sanitarie al Servizio Sanitario Regionale, presenta caratteri di particolare criticità, che di seguito sono elencati e brevemente descritti.
Sovraffollamento
La situazione di sovraffollamento della struttura rappresenta il primo problema ed ha attualmente carattere di insostenibilità: a partire da una dotazione di 131 celle singole (della dimensione di 9 metri quadrati) l’OPG ha progressivamente aumentato il numero di internati con un trend in continua massiccia crescita: gli internati erano 246 il 1° gennaio 2008 e 275 il 1° gennaio 2009.
Il numero di pazienti in carico era 297 (di cui 40 emiliano romagnoli) il 1° gennaio 2008 e 331 il 1° gennaio 2009 (di cui 47 emiliano romagnoli).
Il grande sovraffollamento fa sì che non solo in tutte le celle (a parte i casi in cui le condizioni cliniche dei ricoverati non lo permettono) sono ospitate due persone anziché una, ma anche che in casi sempre più numerosi celle singole si trovano a ospitare addirittura tre pazienti.
Carenze strutturali e ambientali
La collocazione dell’OPG di Reggio Emilia, a differenza di quella di altri OPG, è all’interno dell’Istituto di Pena di Reggio Emilia che comprende anche la Casa Circondariale.
Questa collocazione rappresenta di per sé un elemento che caratterizza fortemente l’OPG di Reggio Emilia nelle sue valenze custodialistiche anziché sanitarie.
Gli ambienti, in modo particolare dei reparti chiusi, sono inidonei nel garantire un’assistenza di base minima. A ciò si aggiungono difficoltà di approvvigionamento anche di beni non sanitari di prima necessità.

Nei mesi invernali gli ambienti sono particolarmente freddi e poco riscaldati.

Inoltre, l’elevata e massiccia abitudine al fumo dei pazienti internati e l’assenza di impianti di aspirazione rendono necessaria l’apertura costante delle finestre.
Il locale adibito ad infermeria, che dovrebbe accogliere solo tre pazienti ad alta intensità assistenziale, ospita stabilmente anche altri pazienti che, a causa del sovraffollamento, non possono trovare diversa collocazione.