Comportamento antisindacale nei confronti dei dipendenti della Fondazione del Teatro Comunale di Bologna. Questa l’accusa mossa nei confronti del sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, nella sua veste di presidente del teatro, da due sigle sindacali, Fistel-Cisl e Fisals-Cisal, per la quale l’ex leader della Cgil è stato condannato.
All’origne del ricorso presentato al giudice del Lavoro dalle sigle sindacali Fistel-Cisl e Fisals-Cisal la decisione da parte della presidenza della Fondazione del Teatro Comunale di comunicare ai dipendenti, mediante avviso affisso in bacheca e firmato dal direttore del personale, che nessuno, sia scioperante, sia non, sarebbe stato retribuito per i giorni di sciopero. In particolare, si tratta della protesta nazionale proclamata il 20 marzo per il rinnovo del contratto di lavoro. Ad avviso del giudice, dunque “il comportamento del datore di lavoro appare ideoneo – recita la sentenza – ad arrecare offesa alla libertà di sciopero, a prescindere dall’elemento intenzionale; gli avvisi di cui è causa, in quanto effettuati preventivamente rispetto all’esercizio del diritto di sciopero, appaiono dotati di una valenza dissuasiva, tale peraltro da ripercuotersi sull’esercizio futuro del diritto costituzionalmente tutelato”.
Il giudice del Lavoro, Filippo Palladino, del Tribunale di Bologna, ha dunque giudicato “antisindacale”, tale comportamento e ha ordinato alla Fondazione Teatro Comunale di Bologna di “astenersi da tali comportamenti”. Ha condannato inoltre al pagamento delle spese processuali, liquidate in 1300 euro.
“Una condanna simbolica, ma che ci appaga” hanno dichiarato i sindacati, rilevando un elemento fondamentale della sentenza, il fatto che essa, cioè, costituisce un precedente importante per il futuro delle relazioni sindacali. Al punto che se si dovesse verificarsi la medesima fattispecie una seconda volta sarebbe il presidente della Fondazione, ovvero Cofferati, a pagarne direttamente le conseguenze. Tra l’altro, fanno sapere i sindacati, “molti altri teatri, tra cui quello di Genova e il Teatro alla Scala, nell’esprimerci con numerose telefonate solidarietà, ci hanno chiesto di avere anche i documenti a riguardo”.
I sindacati tengono anche a precisare che “le 3 organizzazioni, Cgil, Cisl e Uil, sono intervenute presso la direzione chiedendo di sospendere il provvedimento e spiegando che in caso contrario avrebbero adito al Giudice del Lavoro. La presidenza non ha accolto la richiesta” e dunque Fistel-Cisl e Fisals-Cisal hanno sporto regolare ricorso poi accolto dal giudice. Si è trattato, chiarisce in particolare Marica Morara, legale rappresentante di Fials, “di un comportamento intimidatorio, che violava il sereno svolgimento dello sciopero, nel totale silenzio della presidenza”.
“Siamo ricorsi, dunque, all’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori che prevede l’urgenza” aggiunge, evidenziando anche che l’avviso della direzione ha anche procurato “conflitto tra i lavoratori”.