“Nel 2009 vogliamo estendere a tutta la provincia il sistema della tariffa pro-capite, già sperimentato positivamente nel 2008 in 9 Comuni. Il nuovo sistema non comporta alcuna variazione del gettito tariffario complessivo,
ma semplicemente una diversa ripartizione, con riduzione della bolletta dell’ordine di 50-60 euro per le famiglie di 4 o 5 persone, e una
penalizzazione per gli sprechi, e cioè per i consumi in eccedenza rispetto alla dotazione idrica assegnata. Il nuovo metodo coniuga quindi equità sociale e contenimento dei consumi”.

“E’ stato detto in questi giorni che il costo salirà di 33 euro. Semplicemente, non è vero. Agli utenti che dispongono di un contatore
individuale, il passaggio al nuovo metodo non costerà un centesimo. Agli utenti che abitano in condominio, e avendo il contatore condominiale si avvalgono del servizio di una società di lettura, sappiamo che la società
di lettura chiederà un’ una tantum di 6,88 euro più un contributo per contatore, dunque da ripartirsi sull’intero condominio, di 26 euro.
Mediamente a Bologna i condomini contano 15 appartamenti e quindi ciò comporterà, da parte della società di lettura, la richiesta ad ogni utenza (ad ogni famiglia) di un’addizionale – sempre una tantum – di circa 8,5 euro.
La decisione di avvalersi di una società di lettura è discrezionale e appartiene al libero mercato. Ricordiamo ai cittadini che non è
obbligatorio rivolgersi alle società di lettura: ogni condominio può gestire in proprio il suo rapporto con Hera e la ripartizione della
bolletta condominiale sui singoli utenti. Al riguardo, abbiamo anche pubblicato sul sito di ATO un file che consente il calcolo di tale
ripartizione, e quindi chi volesse fare da solo, risparmiandosi gli alti costi del servizio delle società di lettura, da oggi ha anche uno strumento
in più” (Ato Bologna).
“In conclusione, per parte nostra, col passaggio al pro-capite non chiederemo un centesimo in più. Dispiace che alcune parti sociali, nostre interlocutrici, abbiano posto a carico della pubblica amministrazione la
responsabilità di scelte che non possono essere del pubblico, ed in una dimensione economica comunque smisurata rispetto alla realtà”.