L’attuale assetto dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena, dopo una sperimentazione avviata nel 2016 durata due anni, deriva dall’unificazione dei due principali stabilimenti ospedalieri provinciali, Policlinico di Modena e Ospedale Civile di Baggiovara. Il principio guida per realizzare l’integrazione delle strutture, che ha portato alla costituzione di un unicum, è stato quello di perseguire e potenziare una caratterizzazione degli ospedali valorizzando la loro funzione di riferimento e di hub nella rete provinciale.

Nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 7 aprile l’assessora a Sanità e servizi Francesca Maletti ha risposto a un’interrogazione di Maria Grazia Modena (Modena per Modena) sullo “Stato dell’arte dell’unificazione degli ospedali modenesi Policlinico e Baggiovara” chiedendo, in particolare, quali fossero gli specifici obiettivi assegnati ai direttori generali dagli organi competenti; quali gli obiettivi raggiunti e quale lo stato dell’arte a nove anni dall’avvio della sperimentazione e a sei dalla vera e propria integrazione.

L’assessora ha spiegato che la gestione unica e integrata dei due ospedali si inquadra, come da delibera regionale, nell’ambito di un progetto più ampio di ottimizzazione dell’intera rete ospedaliera e assistenziale provinciale.

Dopo un articolato percorso di confronto come Conferenza Territoriale Sociale Sanitaria e Cabina di regia per avviare la fase di integrazione degli ospedali (decisa dalla Regione Emilia-Romagna), la Ctss ha chiesto ai direttori generali di elaborare un piano per una Rete Sanitaria Integrata Territoriale Provinciale e il percorso ha visto anche contributi tecnici di Anaao, Università, sindacati Cgil-Cisl-Uil.

La Ctss ha quindi preso atto del lavoro sviluppato dentro un impianto unitario con tre macroaree: un ospedale con due sedi a Modena, un ospedale su due sedi nell’area Nord a Carpi e Mirandola; nell’area Sud un ospedale di riferimento a Sassuolo con Pavullo e Vignola e contributi della rete provinciale.

La creazione della nuova configurazione dell’Azienda ospedaliero universitaria ha reso necessaria una riflessione sul modello del sistema di offerta assistenziale tramite una ricaratterizzazione dei due ospedali che ha tenuto conto delle rispettive competenze distintive, di struttura, collocazione e dotazioni tecnologiche. In più occasioni e nei documenti programmatici è stata sottolineata la potenzialità sottesa alla ricollocazione di alcune specialità e discipline, che seguisse una vocazione distintiva degli stabilimenti della rete provinciale e dei due ospedali. Tutta la progettualità ha creato le condizioni per un maggiore coordinamento e sviluppo di sinergie tra Aou e Ausl anche attraverso obiettivi comuni.

Riduzione della frammentazione e migliore strutturazione dei percorsi assistenziali; revisione del modello hub and spoke con ridefinizione dei regimi di erogazione delle prestazioni; sviluppo di team professionali tra le due Aziende e potenziamento di sinergie nei programmi di ricerca e didattica tra Università, ospedali e territorio sono i risultati attesi della fusione. E tre sono gli strumenti messi in campo per dare corpo alla gestione unica: percorsi diagnostico-terapeutici; team professionali di disciplina e reti provinciali; piattaforme di risorse comuni.

L’assessora ha quindi precisato che il perseguimento degli obiettivi legati alla gestione unica deve tenere conto del fatto che l’attività nel periodo 2020-2022 è stata fortemente condizionata dalle esigenze correlate alla pandemia, quando è stato profuso il massimo impegno nella gestione della pandemia. Con la progressiva conclusione della fase pandemica e il bagaglio esperienziale maturato in termini di revisione flessibile delle modalità organizzative, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria ha promosso la ripresa a pieno regime di tutte le attività assistenziali e per il recupero delle liste di attesa, in particolare in ambito chirurgico.

Nel 2023 Azienda Ospedaliero-Universitaria, Ausl di Modena e Ospedale di Sassuolo hanno condiviso anche la necessità di rivisitare le reti esistenti e di istituirne di nuove basate su centralità del paziente e del suo contesto di vita, qualità delle prestazioni, comunicazione appropriata, sostenibilità e appropriatezza.

Nel 2024, nonostante le difficoltà di natura economico-finanziaria, l’Azienda ha sostenuto nuove progettualità, anche con l’attivazione di un Centro di Assistenza e Urgenza intraospedaliero e il contributo al Piano straordinario provinciale per il miglioramento dei tempi di attesa delle prestazioni di specialistica ambulatoriale.