Prima alberi più resistenti ai cambiamenti del clima che verrà, domani interi boschi più capaci di fronteggiare gli effetti del meteo estremo. E una nuova generazione di giovani custodi dell’ambiente, formati fin da ora alla cultura della sostenibilità. Sono i risultati attesi dal progetto “Semi di futuro”, ideato dal Parco nazionale dell’Appenino tosco-emiliano (con la collaborazione della riserva Mab dell’Unesco) e finanziato dalla Fondazione del gruppo Iris ceramica.
L’iniziativa, presentata oggi nello showroom Fiandre Architectural Bureau (Fab) di Castellarano, prevede in particolare la creazione di micro-vivai in 10 scuole elementari di 6 Comuni del comprensorio ceramico tra Modena e Reggio Emilia: Castellarano, Castelnuovo Rangone, Fiorano Modenese, Formigine, Sassuolo e (dal 2026) Maranello.
Qui i bambini si prenderanno cura di circa 3.000 semi che, dopo due anni, diventeranno arbusti pronti da piantumare e, dopo quattro anni, andranno a infoltire il patrimonio arboreo del parco nazionale, che conta già in totale mezzo miliardo di alberi. Non si tratta però di semi comuni perché, come spiega Willi Reggioni dell’ente Parco, “sono innanzitutto stati presi da piante di cui conosciamo tutto dal punto di vista genetico”. I semi di esemplari di Acero, Rovere, Castagno, Farnia e altri, “sono poi stati maltrattati, cioè sottoposti a degli stress equivalenti a quelli dei cambiamenti climatici, in particolare della siccità, delle alte temperature e delle gelate tardive”, continua Reggioni. Che Abbiamo quindi scelto quelli più adattivi per rinnovare le nostre foreste, introducendo una nuova genetica che le ‘salverà’, creando dei boschi climaticamente più resistenti e in grado di mitigare gli effetti dei cambiamenti ambientali”.
Il progetto, aggiunge il presidente del Parco dell’Appennino tosco emiliano Fausto Giovannelli “collabora inoltre con le scuole per creare nei ragazzi una coscienza più che ambientale, ma proprio del valore della natura e dell’importanza degli alberi”. L’azione di educazione, continua Giovannelli, “è fondamentale perché i tempi degli alberi e dei boschi, delle soluzioni basate sulla natura ai problemi del clima, sono tempi che hanno bisogno di una o due generazioni. Quindi abbiamo bisogno di un capitale umano che cresca con la consapevolezza del valore del capitale naturale per vivere meglio”. Le tematiche ambientali, conclude Giovannelli, “oggi dividono e fanno discutere. Come riserva Unesco noi cerchiamo invece di mettere in relazione la parte più dinamica dal punto di vista economico della comunità con le risorse naturali”.
Per “noi è un piacere sostenere questo progetto”, commenta il presidente della Fondazione Iris Ceramica Group Stefano Luconi. Del resto “il fondatore della nostra azienda, Romano Minozzi, già negli anni 70 parlava della questione ambientale e aveva fatto appendere in fabbrica dei cartelli con su scritto ‘ecologia=economia’, perché riteneva che proprio le imprese più energivore come quelle ceramiche dovessero prestare più attenzione alla responsabilità sociale”. Il sindaco di Castellarano Giorgio Zanni e presidente della Provincia di Reggio Emilia, infine, evidenzia il fatto che “si rende concreto il partenariato tra pubblico e privato investendo sull’ambiente, come fattore di sviluppo”. Infatti “economia e ambiente non sono antitetiche ma devono andare di pari passo”, conclude Zanni.