Il Comitato No Bretella e il Coordinamento No Autostrada Cispadana scrivono una lettera aperta al Ministro Salvini e al Presidente dell’Autorità dei Trasporti sul bando per il rinnovo della concessione dell’autostrada A22.

A seguire riportiamo il testo integrale della lettera:

Lettera Aperta

Al Senatore Matteo Salvini

Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti

 

Al professor Nicola Zaccheo

Presidente Autorità di regolazione dei trasporti (ART)

 

Loro sedi Roma

 

e p.c. altre Autorità Nazionali, Regionali, Locali interessate

ed alla Stampa

Oggetto: Bando per il rinnovo della Concessione autostradale della A22 per 50 anni con diritto di prelazione, utilizzando il Progetto di Finanza ed opere infrastrutturali connesse per oltre 10 miliardi di € e inesistente rapporto diretto con la Bretella Campogalliano Sassuolo e la Cispadana autostradale Reggiolo-Ferrara.

Cosa si nasconde dietro il Bando del MIT e i ricorsi contro di Autostrade per l’Italia e Autostrada del Brennero spa.

 

“Il Comitato No Bretella CS-Sì Mobilità sostenibile e il Coordinamento cispadano No Autostrada-Sì Strada a scorrimento veloce, partecipati da decine di Comitati, Associazioni e singoli cittadini, dei territori impattati, chiedono alle Autorità in indirizzo un serio e radicale ripensamento sull’opportunità di mantenere in atto il Bando di Gara predisposto per l’assegnazione della concessione della A22, che così formulato porta, non solo noi, ad una valutazione complessiva negativa  per le motivazioni che seguono, perché il futuro economico, ambientale e sociale dell’Italia non ha bisogno di nuove autostrade che favoriscono l’uso di trasporti su gomma, impermeabilizzazioni di suolo, altro inquinamento atmosferico in una delle aree più inquinate d’Europa, come la Pianura Padana, ma di finanziamenti per il potenziamento delle reti ferroviarie, per la difesa del suolo dal rischio idrogeologico, per la lotta ai cambiamenti climatici e all’inquinamento atmosferico. Non è vero che i finanziamenti di oltre 10 miliardi di € previsti nel Progetto di Finanza sono totalmente coperti dai proponenti e non dallo Stato, perché se è vero che lo “Stato siamo Noi”, essendo Noi automobilisti ed autotrasportatori a pagare i pedaggi, “saremo noi”, cioè lo “Stato” a sostenere nel tempo l’intero importo dei lavori.

I rappresentanti istituzionali dei soci pubblici di Autobrennero Spa, a fronte dei ricorsi depositati al Tar del Lazio contro il bando di gara per il rinnovo della concessione dell’A22, hanno recentemente proposto all’opinione pubblica una loro idea sia sul merito dei ricorsi che sull’importanza per i territori interessati degli investimenti previsti nello stesso bando di gara.

Comprendiamo la paura e il disorientamento che i ricorsi hanno causato a Istituzioni e Associazioni di categoria sia nel comparto ceramico del distretto sassolese che in quello interessato al tracciato cispadano. Gli stessi che poche settimane orsono, imprudentemente, avevano per l’ennesima volta brindato alla sicura vittoria della gara da parte di Autobrennero Spa e, di conseguenza, all’altrettanto sicuro avvio imminente dei lavori di Bretella e Cispadana autostradale.

I decisori politici locali e nazionali ed il sistema delle imprese dovrebbero abituarsi a dire tutta la verità e non nascondere sotto il tappeto la cruda realtà delle cose: la costruzione di bretella e cispadana autostradale, potenzialmente possibili solo se ad Autobrennero spa fosse attribuito il rinnovo della concessione A22, rappresentano comunque una sciagura per la salute delle popolazioni, per i rischi idrogeologici (15 km di asfalto sulla riva dx della Secchia, 67 km con l’effetto barriera del tracciato cispadano ad una altezza di 2 metri sul piano campagna per il suo 97%, sono oggi un azzardo potenzialmente perseguibile sotto l’aspetto penale), per il futuro eco-sostenibile ed efficiente della mobilità di merci e persone nel distretto ceramico, bacino cispadano e non solo. Anche il genere di investimenti previsti dal bando di gara conferma la vista corta di Confindustria e altre Associazioni di categoria, Ministero e decisori locali: si ipotizza infatti da Verona al Brennero un futuro prossimo di movimentazione delle merci su ferrovia, mentre da Verona verso sud (Bologna e Modena) si resta legati, principalmente, al trasporto su gomma (quando Austria e Svizzera stanno drasticamente riducendo la quantità transitabile di merci su gomma). Alla faccia dell’innovazione!  Autostrade per l’Italia, il più grande monopolista autostradale italiano appoggiato anche da AISCAT, l’associazione delle concessionarie autostradali, fiutando l’affare e infischiandosene dei territori, ha dunque chiesto al TAR del Lazio di annullare e/o sospendere il bando di gara perché: 1) lesivo del principi europei sulla concorrenza (i nostri Comitati lo sostengono da anni avendo presentato nel 2022 una denuncia-esposto alla UE ancora in fase istruttoria), in alcun modo compatibili col diritto di prelazione a favore di Autobrennero Spa; 2) la procedura di finanza di progetto (Project financing) prevista dal codice italiano degli appalti, con cui la gara e quindi il bando sono stati costruiti, è vietata dall’art. 3 della legge 193/2024 (incredibile che nessuno dal ministro Salvini, alla Regione Emilia-Romagna, ai soci pubblici se ne sia accorto!); 3) Autobrennero Spa non avrebbe i requisiti economico finanziari previsti dalla legge (sostanzialmente la capacità di offrire adeguate garanzie a fronte degli investimenti di cui si parla nel bando).

La logica di un simile ricorso è del tutto chiara. Si tratta di un conflitto tra monopolisti (senza nulla togliere all’importante presenza di Autobrennero nell’ambito del “corridoio trasportistico” del Brennero): sia la finanza di progetto che il diritto di prelazione rendono pressoché improbabile ai concorrenti non promotori del progetto di vincere la gara, rendendo quindi scarsamente invitante il parteciparvi. In questo contesto è sempre bene ricordare l’opportunità offerta a suo tempo dal Decreto dell’allora Ministra De Micheli per liquidare i soci privati di Autobrennero. Opportunità, non colta, con la quale si sarebbe potuto affidare la nuova concessione in “house” (ad Autobrennero interamente pubblica) in base alla norma europea n° 23/2014. Ora le condizioni sono altre e a queste è bene adeguarsi se non si vuole alimentare il conflitto in essere tra gestori di autostrade. A questo punto la palla passa comunque alla Giustizia Amministrativa (TAR) che dovrà sbrogliare la intricata matassa senza dimenticare il ruolo della U.E. in tema di concorrenza.

Riproponiamo quindi, a fronte dei ricorsi di Autostrade per l’Italia e Autostrada del Brennero spa che potrebbero bloccare per anni qualsiasi opera infrastrutturale alternativa di cui i nostri territori hanno pur grande bisogno, le soluzioni concrete che andiamo ripetendo da anni: realizzare i collegamenti ferroviari tra gli scali merci di Dinazzano e Cittanova , tra quest’ultimo e il polo logistico di Campogalliano, realizzare un casello “Modena centro” all’intersezione tra l’A1- A22  e la superstrada  Modena Fiorano, completare la complanare di Modena , intervenire sulla pedemontana di Sassuolo. Sostituire la Cispadana autostradale con la realizzazione dei tratti mancanti della Cispadana a scorrimento veloce (già presente per 1/3) coniugando così una viabilità locale (C1 – strada a scorrimento veloce) con il potenziamento ferroviario Poggio Rusco-Ferrara-Ravenna (come già in atto da Parma a Poggio Rusco). Valorizzare (dove già presenti) e/o realizzare le indispensabili piattaforme intermodali di collegamento gomma-ferro e ferro-gomma.

Ricordiamo a cittadini e amministratori che, come dice l’urbanista Pileri “Ogni nuova impermeabilizzazione aumenta di 5-6 volte la quantità di acqua che rimane in superficie dopo una pioggia di media intensità e con essa la forza d’urto con la quale si abbatte su tutto”. Per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, ormai irreversibile, dobbiamo togliere cemento dovunque sia possibile, far viaggiare le merci su ferrovia per i medi e lunghi percorsi, costruire nuove linee ferroviarie tra Sassuolo, Maranello e Vignola, pretendere il prolungamento del raddoppio ferroviario, che si sta realizzando dal Brennero e Verona, fino a Bologna. E raddoppiare anche la linea Modena-Mantova-Verona, anziché realizzare la terza corsia dell’autostrada A22.

Siamo dunque a ribadire, in forza di motivazioni e proposte oggettive, che la vera soluzione è la “cura del ferro” con il combinato disposto ferrovia – viabilità locale – piattaforme intermodali.

Per un futuro economicamente, ambientalmente e socialmente sostenibile!”

Modena, 20 .02.2025
Per il Comitato No bretella Si Mobilità Sostenibile
e il Coordinamento cispadano NO autostrada – SI strada a scorrimento veloce
Eriuccio Nora – Silvano Tagliavini