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Lunedì 17 febbraio a San Felice sul Panaro, presso la sala consiliare del municipio, il sindaco Michele Goldoni e il vicesindaco con delega al Bilancio Gian Paolo Cirelli hanno presentato ai giornalisti la manovra di bilancio triennale 2025-2027.
Un bilancio particolarmente complesso, di circa 10 milioni di euro, redatto in un contesto finanziario di grande difficoltà, dato che il Comune è stato costretto a fare fronte a un ammanco complessivo di circa 1.200.000 euro dovuto a diversi fattori concomitanti: la riduzione dei trasferimenti statali legati al Fondo di Solidarietà comunale per il solo anno 2025 pari a 234.698 euro e l’accantonamento obbligatorio relativo al rinnovo del contratto nazionale del personale, che rimane a carico del bilancio comunale e che per il triennio 2025-2027 è pari a 200.000 euro; la mancata erogazione dei dividenti Aimag per il 2024 che per San Felice ha significato un “buco” di circa 400 mila euro; il mancato riconoscimento dell’Imu immobili inagibili legata al sisma del 2012 per circa 150.000 euro. Rilevante è inoltre la situazione legata alla contestazione di artato frazionamento da parte del Gestore dei servizi energetici (Gse) e riguardante l’impianto fotovoltaico: di recente l’Amministrazione comunale ha potuto constatare che il Gse, in via del tutto unilaterale e senza alcun preavviso, contravvenendo a quanto dedotto negli atti difensivi e confermato a verbale in udienza innanzi il TAR, sta operando una compensazione integrale tra gli incentivi che il Comune dovrebbe ricevere e la quota parte di incentivi che, se la decurtazione tariffaria venisse confermata dal TAR, il Comune dovrebbe restituire. La cifra oggetto di compensazione sarebbe complessivamente pari a 1.200.000 euro. Il Comune non percepirebbe alcun incentivo, fino alla concorrenza di tale somma. Ovviamente l’Amministrazione si è subito attivata per tutelare i propri interessi e quelli dei cittadini. A tutto questo va aggiunta la complicatissima situazione debitoria (oltre 150 posizioni aperte fino al 2043) ereditata dalle precedenti Amministrazioni comunali, che per l’ente significa avere ancora un debito residuo di circa 11.000.000 euro di capitale a cui si aggiungono circa 6.000.000 euro di interessi passivi e che costringerà il Comune a pagare nel 2025 1.300.000 euro, 1.200.000 nel 2026 e 1.150.000 nel 2027, per un totale di 3.650.000 euro.
Una sorta di “tempesta perfetta” che, per continuare a erogare la quantità e qualità degli attuali servizi ai cittadini, ha costretto il Comune ad adeguare l’aliquota Imu che passa dall’9 per 1000 al 10 per 1000, restando comunque una delle più basse dell’Area Nord. Va infine evidenziato anche l’incremento dei costi riguardanti i servizi garantiti attraverso l’Unione Comuni Modenesi Area Nord, con una spesa, dal 2019 al 2024, passata da circa 2.700.000 euro a 3.300.000 euro. «Ci rendiamo conto che l’adeguamento dell’Imu è una scelta impopolare che non abbiamo adottato a cuor leggero, ma purtroppo non c’erano alternative – ha dichiarato il vicesindaco con delega al Bilancio Gian Paolo Cirelli – stiamo attraversando un contesto molto complesso che tocca tanti Comuni del nostro territorio e non solo, costretti a scelte analoghe. Di fronte a queste difficoltà, si è reso necessario anche attuare una revisione accurata delle spese, razionalizzando i costi in tutti i settori del Comune». Al momento l’Amministrazione ha avviato un project financing su tutta l’illuminazione pubblica, con l’installazione di apparecchi di nuova generazione a Led, che in questa fase è già stato completato all’80 per cento e che porterà un risparmio di circa il 45 per cento sui consumi elettrici di tutta l’illuminazione pubblica e quindi una consensuale riduzione dei costi. Allo studio, poi, un altro project financing di riqualificazione energetica degli edifici comunali, che consentirà risparmio e adeguamento energetico di tutti gli stabili, Intanto prosegue l’iter di ricostruzione del Teatro Comunale: a breve si arriverà a individuare l’azienda appaltatrice e i lavori, se tutto procede senza particolari criticità, potrebbero prendere avvio nei prossimi mesi con una durata di circa due anni. Novità anche per la ricostruzione di Torre Borgo: lo scorso 11 novembre il progetto esecutivo ha ottenuto il via libera della Commissione congiunta regionale. A questo punto il Comune aspetta solo le autorizzazioni da parte della Soprintendenza, della Sismica e della Regione per partire con la gara e appaltare i lavori. Di recente, infine, il Comune di San Felice ha nominato il proprio rappresentante nel Comitato di gestione della Fondazione di partecipazione “Cer Bassa Modenese”, finalizzata a realizzazione e sviluppo di una comunità energetica rinnovabile tra i Comuni di Camposanto, Medolla e San Felice, con l’obiettivo aumentare l’utilizzo delle energie rinnovabili nei nostri Comuni e contenere il costo dell’energia elettrica per famiglie e imprese.