“L’ipotesi che Seta confluisca in Tper suscita più di una perplessità. Non vorremmo, infatti, che dietro questa manovra ci siano solo fattori di ordine economico. Il trasporto pubblico, infatti, ha una natura strategica che va oltre la mera dimensione economica. Ma per ottenere questo risultato si devono adottare modelli e sistemi di gestione che ottimizzano processi, comportamenti e perseguono il miglioramento con investimenti rilevanti e iniziative di forte connotazione tecnologica ed ecologica”. Così Franco Spaggiari, responsabile di Fita CNA Modena, commenta la notizia di un’eventuale fusione tra Seta e Tper.

L’Associazione ritiene che il progetto di costituzione di una holding regionale possa andare nella direzione auspicata dalle imprese private, a patto che cambi il paradigma della programmazione della mobilità, accreditando in maniera definitiva il ruolo dei privati nella sua gestione e definendo con chiarezza il loro ruolo nel futuro di un ente sovra provinciale, oltre che delle sue declinazioni operative territoriali.

“È tempo che la Regione e soprattutto i Comuni valorizzino questa nostra presenza sul territorio attribuendo pari dignità alle imprese private nel confronto con le aziende pubbliche. Infatti, è piuttosto evidente che il sistema pubblico da solo non regge. Le imprese private possono contribuire a renderlo più efficace ed efficiente solo se sarà consentito loro di uscire da un ruolo di subalternità nel quale sono state confinate in alcuni territori. Siamo un territorio virtuoso in cui le aziende private sviluppano più del 30% del servizio TPL. Ecco perché è necessario che questo processo, in cui rientrerebbe appunto un accorpamento di Seta a Tper, tenga conto del fatto che le imprese private rappresentano già una importante realtà su tutto il territorio regionale. Per questo chiediamo che i privati abbiano un ruolo centrale nelle SOT previste dal piano industriale della nuova holding regionale”.

Serve, insomma, una definizione chiara ed inequivocabile del ruolo delle imprese private nella gestione del trasporto pubblico locale all’interno di strutture regionali. “Ogni indirizzo politico ed operativo che vada in una direzione diversa ci vede fermamente contrari – conclude Spaggiari – Peraltro, nel caso specifico di seta, occorre definire con precisione e chiarezza i contorni di questa operazione, per valutare anche i ritorni, in termini ad esempio di investimenti, sul nostro territorio”.