“Una farsa trascendentale retta sull’assurdo”. Con queste parole Geppy Gleijeses descrive ‘Il fu Mattia Pascal’ di cui sarà protagonista dal 7 al 9 febbraio (ore 21, domenica ore 16) al Teatro Duse di Bologna, nella trasposizione teatrale diretta da Marco Tullio Giordana. Nel cast accanto a Gleijeses anche Marilù Prati che interpreta i personaggi della Vedova Pescatore e di Silvia Caporale.

Scritta nel 1904, la storia che valse a Luigi Pirandello fama mondiale è quella di un uomo creduto e poi fintosi morto che, una volta ‘resuscitato’, scopre di non poter più essere riammesso in società e in famiglia; entrambi, infatti, lo respingono ritenendolo realmente defunto.

Fulgido esempio, prosegue Gleijeses di quell’intreccio di “disonestà e purezza, vita-morte nel grande caleidoscopio della certezza sociale che bolla come sicuro ciò che non esiste e come inesistente ciò che vive”. “Dentro ad una tessitura umoristica, elementi riflessivi e irrazionali sconvolgono quella quarta parete che, nel teatro come nel romanzo, dovrebbe essere protezione d’impersonalità – prosegue l’attore – come se l’autore stesso e il pubblico non esistessero”. In questo quadro tracciato dal Premio Nobel, ricorda Gleijeses “Mattia dice di sé ‘ero inetto a tutto’, mirabile esemplare italiano di questa generazione d’inetti, di uomini senza qualità come Zeno Cosini di Italo Svevo”.

Nel romanzo del doppio per eccellenza, sottolinea il regista Giordana “Mattia Pascal e il suo specchio Adriano Meis sono il contrario della noia: tanti sono i colpi di scena e lo spazio/tempo dove si consumano in continue sovrapposizioni, da suggerire nella riduzione per la scena una chiave non realistica e indurre la macchina teatrale a mescolarsi col linguaggio parallelo del cinema, sviluppatosi anch’esso agli inizi del secolo breve’.

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