Nel corso del 2024 sono stati presentati almeno 118 progetti, tutti collegati a quello principale di “Città Senza Barriere”, che mirano a rendere Reggio Emilia più accessibile e per tutti. Come ha spiegato l’amministrazione comunale si tratta di progetti mirati ad eliminare, inizialmente almeno dai principali luoghi pubblici, tutte quelle barriere fisiche e non solo che impediscono alle persone con una qualche forma di disabilità di partecipare davvero attivamente alla vita cittadina. Grazie a semplici interventi come la realizzazione di rampe e l’installazione di servoscale e montascale Reggio Emilia è diventata – e potrà diventare sempre di più in futuro, man mano che tali interventi si amplieranno e riguarderanno più luoghi di interesse – una città inclusiva.
Cosa rende una città come Reggio Emilia più inclusiva
Non c’è una definizione unica di cosa sia e che caratteristiche debba avere una città inclusiva. Gli esperti di design urbano concordano però nel sostenere che più le sue infrastrutture, i suoi spazi pubblici, i suoi servizi sono progettati per essere fruiti da tutti i cittadini in autonomia e sicurezza, indipendentemente dalle loro abilità fisiche, e più la città si può considerare inclusiva. L’inclusività di una città, specie se di medie o grandi dimensioni come Reggio Emilia, passa ossia dall’accessibilità fisica, ai trasporti, ai servizi di base e qualcuno propone ormai anche a quelli digitali. La presenza nelle strade cittadine di percorsi riservati a chi ha disabilità motorie totali o parziali o disabilità visive, marciapiedi senza dislivelli e con apposite discesine che lascino il passo a sedie a rotelle e altri dispositivi per la mobilità dei disabili, ascensori negli edifici pubblici e rampe o montascale e servoscale che consentano l’ingresso dall’esterno sono alcuni degli accorgimenti che migliorano l’accessibilità fisica di una città. L’accessibilità dei trasporti è garantita, a un livello essenziale, da autobus e metro a cui sia facile accedere anche se ci si sposta con sedie a rotelle, stampelle o altri ausili per la camminata e che abbiano all’interno posti riservati alle persone con disabilità motorie o visive. Tra i servizi essenziali che le città devono offrire ai propri cittadini per poter essere considerate accessibili ci sono parchi, aree gioco, strutture sportive sicure e pensate per tutti i cittadini, al di là del loro grado di abilità motoria. Molti gruppi di interesse e attivisti del campo sostengono, però, che è tempo ormai di muoversi verso un’idea più profonda e omnicomprensiva di accessibilità che includa, per esempio, anche la facilità con cui si accede ai servizi digitali o di mobilità verde e di turismo intelligente.
Tra le città più accessibili in Italia e in Europa mancano quelle del Centro
Non è un caso che tra le città premiate come le più accessibili al mondo dalle classifiche stilate periodicamente ci siano città come Copenaghen e Stoccolma che da tempo investono in design urbano e in strategie per migliorarlo. In Italia tra le città più accessibili ci sono Torino, Milano, Trieste, Firenze, Pistoia, Belluno. Mancano quasi del tutto nell’elenco le città del Centro Italia e in particolare i due grandi centri dell’Emilia Romagna, Bologna e Reggio Emilia.