I lavori di riqualificazione del vecchio ospedale di Finale Emilia termineranno entro la fine del 2025 ed è ipotizzabile che la struttura, completamente rinnovata, possa entrare in funzione entro l’estate del 2026.

Sono queste le informazioni più attese dalla cittadinanza finalese, emerse nel corso del Consiglio Comunale dedicato alla Sanità che si è svolto giovedì 30 gennaio 2025.

La seduta del consesso civico ha registrato la partecipazione della direttrice del distretto sanitario di Mirandola, Annamaria Ferraresi, con il suo di staff di collaboratori che operano sul territorio, e del direttore del servizio unico attività tecniche Ausl Modena, Gaetano Mirto.

In apertura la direttrice del distretto mirandolese, insieme a Inga Iamandii, medico del servizio Cure Primarie, Mary Guerzoni e Monia Biagini, rispettivamente responsabile organizzativa e coordinatrice della Casa della Comunità di Finale Emilia, hanno illustrato l’attuale operatività della struttura sanitaria finalese e le funzioni che vi sono svolte: la centrale operativa territoriale alla postazione del 118, il Cau, il servizio di Continuità assistenziale (ex guardia medica), l’infermiere di comunità, le 12 attività ambulatoriali e i progetti avviati a partire da novembre 2023 (come il progetto Oncologia territoriale, l’ambulatorio di pneumologia, l’ambulatorio di chirurgia) e quelli appena attivati o in fase di avvio (come il progetto di Pneumologia territoriale e il progetto Elettrocardiogramma a domicilio  in telerefertazione che partirà a febbraio 2025), il servizio di neuropsichiatria infanzia e adolescenza, il centro di salute mentale, oltre alla presenza degli studi dei sei medici di medicina generale.

La direttrice Ferraresi ha poi proseguito ricordando anche qualche dato significativo. Riguardo al Cau (Centro Assistenza Urgenza), ad esempio, nel periodo dal 18 dicembre 2023 (data dell’inaugurazione) al 31 dicembre 2024 sono stati registrati 8.314 accessi, con una media di circa 22 persone al giorno. Il tempo di attesa medio è di 8 minuti e il tempo di permanenza medio di 28. L’80,7 per cento degli accessi avviene dalle ore 8.00 alle 20.00, il 13,6 dalle 20.00 alle 24.00 e il 5,7 dalle 24.00 alle 8.00. Il 76.6 per cento delle persone si presenta al Cau in libero accesso, il 6,4 dopo aver contattato il numero unico provinciale di continuità assistenziale (800032032) e il 5,9 su indicazione del medico curante. Nel 94,8 per cento le problematiche vengono risolte con l’invio al medico curante e il 3,8 con l’invio al Pronto Soccorso. tramite 118.

Per quanto riguarda l’infermieristica di comunità nel 2024 sono state trattate oltre 1.500 lesioni di diversa natura (traumatiche, chirurgiche, neoplastiche eccetera), grazie all’attività dell’Ambulatorio Lesioni Aperte (Ala), unico in tutto il territorio dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord. Gli ambulatori specialistici, invece, hanno erogato, sempre nel 2024 più di 32.100 prestazioni (diagnostica, riabilitazione, terapie, prelievi ematici e citologici, visite).

Il direttore del servizio tecnico Gaetano Mirto ha quindi informato i consiglieri e i cittadini presenti sull’avanzamento dei lavori nella ristrutturazione del corpo principale del vecchio ospedale che, dopo le difficoltà degli anni scorsi, sembrano aver trovato l’abbrivio giusto e avviarsi alla conclusione entro la fine del 2025. Serviranno poi, ha ricordato Mirto, almeno altri sei mesi per l’effettuazione di tutti i collaudi necessari per legge e per l’implementazione di tutte le attività previste. Completata questa prima fase, che restituirà finalmente alla comunità il corpo centrale della struttura ospedaliera, è previsto l’intervento di manutenzione edilizia anche sulla parte del complesso attualmente utilizzata.

La direttrice Ferraresi, infine, ha illustrato quelli che saranno i servizi destinati ad essere ospitati nella struttura riqualificata. Innanzitutto l’ospedale di comunità (Osco), con una quindicina di posti letto, che svolgerà una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero, con la finalità di evitare ricoveri impropri e favorire dimissioni protette in luoghi più idonei al prevalere di fabbisogni sociosanitari, di stabilizzazione clinica, di recupero funzionale e dell’autonomia e più prossimi al domicilio del paziente. Poi le camere ardenti, con due locali per la sosta delle salme, un locale per la preparazione, i servizi igienici e una piccola chiesa per eventuali funzioni religiose.

Nella rinnovata Casa della Comunità si proseguirà anche nello sviluppo di nuovi progetti, in particolare nell’ambito della telemedicina, dei percorsi di prossimità, nelle attività di promozione della salute e prevenzione primaria, nella presa in carico dei cittadini pre-fragili, in collaborazione con le amministrazioni comunali e le associazioni del territorio.

La seduta del Consiglio Comunale, dopo gli interventi di alcuni consiglieri e di una persona tra il pubblico, è stata conclusa dal sindaco di Finale Emilia Claudio Poletti che ha ringraziato gli intervenuti per le informazioni e gli aggiornamenti comunicati, sottolineando come il percorso verso l’implementazione di quella che viene definita la “medicina di prossimità” sia ormai avviato e debba essere ulteriormente perseguito, migliorando sempre più la rete dei servizi territoriali a disposizione dei pazienti.