Sono stati presentati e inaugurati questa mattina all’Arcispedale Santa Maria Nuova tre progetti finanziati con fondi del Piano per la riorganizzazione della rete ospedaliera (D.L. n.34) e del PNRR che migliorano sotto aspetti diversi e complementari l’assistenza al paziente.
Con un investimento che supera i 6,7 milioni di euro, gli interventi hanno permesso di adeguare in Pronto Soccorso gli spazi per la separazione dei flussi in caso di nuovo allarme epidemico, di aggiungere 9 posti letto in Pneumologia per l’assistenza semintensiva a pazienti con insufficienza respiratoria acuta e attivare la Centrale Operativa territoriale per il coordinamento delle risorse utili a pazienti con bisogni complessi.
Alla breve cerimonia erano presenti questa mattina il sindaco di Reggio Emilia Marco Massari, il presidente della Provincia di Reggio Emilia e della Ctss Giorgio Zanni, il Direttore generale Cristina Marchesi, insieme al Direttore del Dipartimento Emergenza Urgenza Ivana Lattuada, al Direttore della Struttura di Pneumologia Nicola Facciolongo e alla Responsabile delle Professioni sanitarie per il Dipartimento Cure primarie Sonia Romani.
“Grazie ai fondi PNRR e D.L. 34 e all’importante impegno delle varie strutture dirigenziali e tecniche dell’AUSL reggiana, l’Arcispedale Santa Maria Nuova vede ampliate due unità operative, il settore di Terapia Semi Intensiva Respiratoria della Pneumologia e il Pronto Soccorso, che ora sono in grado di affrontare con maggiore efficacia e sicurezza sia situazioni quotidiane che anche eventuali futuri eventi pandemici” ha commentato Marco Massari “La Centrale Operativa Territoriale, una novità di grande importanza nell’ottica di una presa in carico della persona, vedrà l’ottimizzazione degli interventi di professionisti sia delle strutture ospedaliere che territoriali e la razionalizzazione dell’intero percorso di assistenza sanitaria e sociosanitaria, a rappresentare un ulteriore passo nella risposta alle esigenze di cura, di attenzione alle fragilità, di adeguamento del sistema sanitario alle nuove necessità della popolazione e di integrazione ospedale- territorio”.
“In un periodo di definanziamento e grande difficoltà per il Servizio Sanitario Nazionale, non dobbiamo giocare in difesa ma porci anche per il futuro degli obiettivi importanti e ambiziosi senza accontentarci mai. Non fermiamoci a celebrare i risultati raggiunti. Tutto è perfezionabile e migliorabile. Puntiamo in alto e continuiamo ad alzare l’asticella. Adoperiamoci affinché per gli operatori sanitari lavorare nella nostra sanità reggiana sia più attraente, più sicuro e più remunerato” ha commentato Giorgio Zanni.
“Un altro traguardo importante, quello che celebriamo oggi, a testimonianza dell’impegno, della competenza e delle risorse dedicate alla sanità pubblica” ha commentato Cristina Marchesi “Viviamo un momento non semplice, il mio pensiero e la mia solidarietà vanno agli operatori che subiscono ingiuste aggressioni nel quotidiano svolgimento dei propri compiti”.
Pronto soccorso: ampliamento e riorganizzazione degli spazi
La creazione di due nuove aree rispettivamente dedicate alla fascia di età adulta e a quella pediatrica ha risposto alle indicazioni del Piano di Riorganizzazione della Rete Ospedaliera in emergenza Covid-19 (art.2 D.L. 19 maggio 2020 n.34).
A partire dall’ingresso esistente (camera calda), è stato creato un corridoio di accesso diretto a ciascuna area, con possibilità di renderla indipendente sulla base delle necessità di isolamento.
Il nuovo assetto favorisce la gestione efficace e sicura dell’accoglienza ai pazienti in caso di rinnovata emergenza epidemica; in piena integrazione con la struttura esistente, consente la rimodulazione degli ambulatori e offre migliore funzionalità organizzativa sotto il profilo della presa in carico tempestiva e del contenimento del tempo di attesa.
È stata ripristinata, inoltre, l’area di rapida valutazione, cosiddetta “RAZ”, per pazienti che giungano in modo autonomo (non barellati) e potenziata l’area di media intensità, in considerazione dell’aumento di casi complessi di fragilità, espressione della crescita dell’età media della popolazione.
Sul fronte esterno è stata rivista e migliorata la viabilità pedonale di accesso e di transito nell’area di emergenza-urgenza.
L’investimento ammonta a € 2.840.000, comprese le tecnologie, finanziato al 100% con fondi statali di cui al piano di riorganizzazione della rete covid poi confluiti nel PNRR come progetti in essere.
Centrale operativa territoriale (COT)
La Centrale Operativa Territoriale (COT) coordina la presa in carico della persona e raccorda servizi e professionisti, con l’obiettivo di assicurare continuità, accessibilità e integrazione dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria (DM n.77/2022).
La COT si interfaccia con servizi che hanno funzioni interdipendenti, distinte e specifiche con l’obiettivo di:
- coordinare la presa in carico della persona tra setting assistenziali diversi: ammissione/dimissione nelle strutture ospedaliere, ammissione/dimissione trattamento temporaneo e/o definitivo residenziale, ammissione/dimissione nelle strutture di ricovero intermedie o dimissione domiciliare;
- coordinare/ottimizzare gli interventi, attivando soggetti e risorse della rete assistenziale;
- tracciare e monitorare passaggi tra luoghi di cura o tra livelli clinico-assistenziali;
- supportare i professionisti della rete assistenziale – medici e pediatri di famiglia, medici di continuità assistenziale – in attività e servizi distrettuali.
La COT di Reggio Emilia conta su un’équipe di professionisti dedicata, operativa in ogni giorno della settimana: 12 ore da lunedì a venerdì, 6 ore il sabato e la domenica.
Il progetto rientra fra gli interventi previsti dal PNRR nell’ambito di “Casa come primo luogo di cura e Telemedicina” ed è completamente finanziata dall’Unione Europea con il fondo Next Generation EU. Il quadro economico dell’intervento ammonta ad € 331.498.
Settore di assistenza semi-intensiva pneumologica
L’intervento ha visto ampliare il settore di Terapia semi-intensiva Respiratoria (UTSIR) all’interno della Struttura Complessa di Pneumologia.
Nata circa 20 anni fa, l’unità accoglie pazienti che presentano insufficienza respiratoria acuta d’organo curandoli grazie all’ausilio della ventilazione meccanica non invasiva, con risultati incoraggianti in termini di miglioramento clinico e diminuzione della mortalità.
Nel corso del periodo pandemico la UTSIR si è rivelata di fondamentale supporto ai pazienti con forme gravi di Covid, vedendo passare i posti letto da 4 a 6 già nel 2020.
L’intervento che viene presentato consiste nella conversione di ulteriori 9 posti letto della degenza ordinaria pneumologica che portano a 15 la capienza dell’UTSIR, in adempimento a quanto indicato dal DL n.34/2020 (“Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”), poi confluito nei fondi PNRR.
Sono tre le stanze di degenza con tre letti ciascuna attrezzati per il monitoraggio centralizzato dei parametri vitali, la ventilazione non invasiva e le specifiche ambientali per ricambio d’aria e pressione negativa.
La nuova configurazione amplia la flessibilità organizzativa sulla base alla gravità clinica ed epidemiologica dei casi, oltre che l’isolamento in caso di malattie ad alta infettività.
Insieme ai cambiamenti logistici prosegue la formazione del personale medico infermieristico e del personale di supporto, rendendo l’unità una delle più avanzate a livello nazionale, con una media di 200 pazienti all’anno, e con il risultato auspicato di minore sovraccarico di reparti a maggiore intensività quali la Rianimazione.
Per il reparto di Pneumologia, il quadro economico dell’intero intervento ammonta ad € 3.561.083, di cui € 1.904.257,03 per i soli lavori. L’importo è in parte finanziato dal PNRR, in parte da erogazioni liberali di Enel Cuore (€ 300.000), cittadini, aziende, associazioni (€ 100.000).