Questa mattina, nella sala del Consiglio comunale a Palazzo d’Accursio, il sindaco Matteo Lepore ha consegnato la Turrita d’argento a Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 Agosto 1980, Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, e Rosanna Rossi Zecchi, già presidente dell’Associazione vittime della Uno bianca.

Di seguito le motivazioni lette durante la cerimonia dalla vicesindaca Emily Clancy:

Paolo Bolognesi nasce il 19 novembre 1944 a Monghidoro (BO), è presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 Agosto 1980. Prima della strage operava nel movimento cooperativo, prima nel settore abitazione poi nel settore finanziario. Nella Strage ha subito la perdita della suocera, il gravissimo ferimento del figlio, della madre e del suocero.
Insieme a Torquato Secci, primo presidente, Giorgio Gallon ed Elvira Mangano è stato tra i fondatori dell’Associazione. Ha seguito la formulazione di proposte di legge per la rimozione del segreto di Stato dai delitti di strage e terrorismo con la raccolta di quasi 100.000 firme; una battaglia epica per tutti i componenti dell’Associazione.
Nel 1996 alla morte di Torquato Secci, ne ha raccolto il testimone come presidente.
Ha seguito in prima persona tutte le fasi processuali che si sono succedute, in questi quasi 45 anni. Ha promosso e presieduto centinaia di eventi pubblici allo scopo di affermare la volontà dell’Associazione di ottenere verità e giustizia. Ha seguito, per l’Associazione, la formazione di un gruppo di esperti composto da ex giudici, avvocati e giornalisti d’inchiesta; grazie a loro si è ottenuta l’apertura del processo Cavallini, quarto terrorista condannato per l’esecuzione della Strage. Così è avvenuto anche per l’inchiesta svolta dalla Procura Generale di Bologna e del successivo processo ai mandanti della Strage 2021, 2024.
Quale rappresentante dell’Associazione ha seguito la raccolta della documentazione processuale e la sua analisi, inizialmente con i supporti tecnologici esistenti nel 1981, poi dopo il 2007 con il supporto della digitalizzazione integrale dei processi.
Il contributo dell’Associazione tra i familiari delle vittime è stato determinate nell’ottenere l’approvazione della legge 206 nel 2004, che ha introdotto le norme in favore dei cittadini italiani vittime di atti di terrorismo e di stragi. Nel 2013 viene eletto alla Camera dei deputati, dove è primo firmatario della legge per l’introduzione nel Codice Penale del reato di depistaggio, approvata nel 2016 dopo una battaglia notevole sia in Parlamento sia fuori.
È autore di diverse pubblicazioni, con la finalità di divulgare il più possibile e far comprendere i meccanismi che stanno dietro il terrorismo e alle stragi.

Daria Bonfietti nasce a Mantova dove frequenta le scuole superiori; si iscrive all’Università a Bologna e si laurea in Scienze politiche. Insegna in un Istituto tecnico Industriale, le Aldini-Valeriani di Bologna. È presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime della Strage di Ustica.
Nel 1980 la sua vita è sconvolta dalla morte del fratello Alberto, che il 27 giugno di quell’anno partì da Bologna sul DC9 dell’Itavia per raggiungere Palermo, dove la moglie e la figlia già si trovavano in vacanza.
Dal 1986 inizia la sua battaglia per conoscere la verità sulla caduta di quell’aereo civile, la verità ufficiale fino ad allora era ‘cedimento strutturale’.
Ha costituito l’Associazione parenti vittime strage di Ustica nel 1988, scrivendo agli indirizzi che trovò di fianco al nome di ciascun deceduto. La prima Assemblea dell’Associazione si svolse a Bologna il 20 maggio 1988. Come Associazione si costituirono parte civile nel procedimento in corso a Roma, seguendo tutte le fasi processuali.
È riuscita a riportare attenzione sulla vicenda, nel 1987 prima e nel 1992 poi fu recuperato il relitto del DC9 in fondo al mare, a 3.500 metri di profondità. Il giudice Rosario Priore concluse la lunga indagine nel 1999 consegnando la verità almeno sulle cause dell’evento stabilendo che ‘il DC9 è stato abbattuto all’interno di un episodio di guerra aerea’.
Bonfietti ha portato la battaglia per la verità anche nelle aule del Parlamento, risultando eletta nel 1994 alla Camera, e al Senato nel 1996 e di nuovo nel 2001. Ha sollecitato la firma di un Protocollo d’intesa tra Ministero Beni Culturali, Ministero della Giustizia, Regione Emilia-Romagna, Provincia e Comune di Bologna per la costruzione del Museo per la Memoria di Ustica.
Il relitto del DC9 Itavia è tornato a Bologna nel 2006; nel 2007 viene inaugurato il Museo per la Memoria di Ustica, nel quale ‘dialoga’ l’opera d’arte di Christian Boltanski, a cui Daria Bonfietti chiese di essere al fianco dei familiari per aiutarli a fare memoria anche con il linguaggio dell’arte. Ha continuato a portare avanti la battaglia giudiziaria e politica, la Procura di Roma ha riaperto le indagini nel 2008, per conoscere anche l’ultimo pezzo di verità, gli autori materiali della tragedia.

Rosanna Rossi Zecchi nasce a Bagno di Romagna in provincia di Forlì il 5 agosto del 1941, è stata dal 1997 presidente dell’Associazione Vittime della Banda della Uno Bianca fino al 2024, e oggi vicepresidente.
Il 6 ottobre 1990, la sua vita cambia totalmente e tragicamente. Il marito Primo Zecchi, Medaglia d’Oro al Valore Civile, viene ucciso dalla Banda della Uno Bianca. Lavora come impiegata in una pellicceria di Bologna e a fine anno 1990 va in pensione.
Dal maggio 1997 è Presidente dell’Associazione Vittime della Banda della Uno Bianca che conta circa 90 iscritti tra familiari e feriti e resta in carica fino a giugno 2024 quando viene nominata Vice Presidente della medesima associazione.
È nominata Cavaliere della Repubblica Italiana il 2 giugno 2014 dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Durante la sua presidenza segue ed è presente a tutti i processi di primo e secondo grado presso il Tribunale di Bologna, presso il tribunale di Rimini per unica udienza di secondo grado a Thomas Somogyi armiere della Banda e all’udienza presso la Corte di Cassazione di Roma del luglio 1999.
Mantiene rapporti con le Istituzioni dello Stato e presenta, sia ai Ministri della Giustizia sia ai Presidenti della Repubblica, dal 2006 (anno in cui i detenuti hanno cominciato a richiederli) sino ad oggi innumerevoli istanze per la non concessione di permessi premio e/o sconti di pena ai detenuti della Banda della Uno Bianca.
Ha contatti con Presidenti del Consiglio e Ministri dell’Interno, in occasione del procedimento perso in Cassazione (1999), per richiedere ed ottenere che i risarcimenti riconosciuti alle vittime nei precedenti gradi di giudizio, fossero comunque mantenuti, poiché molti di loro, nel frattempo, avevano speso quasi tutto in spese legali. Opera assieme a vari Ministri dell’Interno e a numerosi parlamentari per l’ottenimento a favore delle Vittime della Uno Bianca, delle leggi 407/1998, 206/2004 e successive modifiche e legge finanziaria 2006/07, per stabilizzare definitivamente famiglie che erano ancora in grande difficoltà e feriti con diritti ancora non riconosciuti.
È stata componente dell’Osservatorio per le Vittime istituito dall’allora Ministro di Grazia e Giustizia, On. Fassino, a Roma da maggio 2001 a giugno 2003.
Il 9 maggio 2013 firma un protocollo d’intesa con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, rinnovato poi nel 2016, affinché si diffondano storicamente le vicende della Banda della Uno Bianca, presso le scuole italiane; è componente del tavolo relativo istituito a Roma.
Grazie all’utilizzo della speciale elargizione da parte della Regione Emilia-Romagna si impegna in tutti questi anni a sostenere economicamente alcune famiglie delle vittime in difficoltà, ad affrontare economicamente le spese legali nei processi di secondo grado e Cassazione nelle tre sedi processuali di Bologna, Rimini e Pesaro ed altro ancora, quale sostegno dell’Associazione che rappresenta.
Ha seguito attivamente le fasi di progettazione, grazie anche ai lavori degli studenti delle scuole superiori, e costruzione del monumento con epigrafe Giardino Vittime della Uno Bianca in viale Lenin a Bologna, per poter costituire un’unica giornata per il ricordo di tutte le Vittime della Uno Bianca ottenendo, da parte del Comune di Bologna, un’area verde del parco adiacente alle scuole Farini a loro intitolata.
Collabora a numerose stesure di tesi di laurea e presentazione di pubblicazioni riguardanti le vicende della Banda della Uno Bianca.
Nel 2019 si attiva presso la Procura della Repubblica e la Regione Emilia-Romagna per chiedere la digitalizzazione degli atti processuali relativi alla Banda della Uno Bianca, ottenendo all’uopo un patrocinio oneroso dalla Regione. La digitalizzazione degli atti si è conclusa nel maggio 2023.

Le biografie di Paolo Bolognesi, Daria Bonfietti e Rosanna Rossi Zecchi e le attività delle Associazioni che rappresentano sono una biografia virtuosa della città di Bologna, di una comunità che con sacrificio, generosità e determinazione si è saputa opporre alla sopraffazione, battendosi per anni per ottenere giustizia e conoscere la verità. Fino in fondo.

Paolo Bolognesi, Daria Bonfietti e Rosanna Rossi Zecchi hanno dedicato la propria vita, giornate e notti insonni, sacrificato affetti e profuso energie affinché la verità potesse emergere. Il loro è stato un cammino coraggioso e instancabile, carico di dolore vero ma, allo stesso tempo, di amore e di generosità.

Un impegno instancabile che li ha resi capaci, in questi anni, di essere un punto di riferimento per centinaia di famiglie che hanno subito perdite e sofferenze intollerabili, di esigere giustizia nelle aule di giustizia e in quelle del Parlamento, portare la propria testimonianza dove vi era più bisogno, dalle scuole, nelle strade, in ogni luogo. Rendendo possibile, infine, che la Repubblica prevalesse sulla ragion di Stato.

Per questi motivi il Sindaco di Bologna Matteo Lepore, conferisce a Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 Agosto 1980; Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime della Strage di Ustica e Rosanna Rossi Zecchi, già presidente dell’Associazione Vittime della Banda della Uno Bianca e oggi vicepresidente, a ciascuno di essi la Turrita d’Argento del Comune di Bologna, come riconoscimento e ringraziamento per quello che hanno fatto per noi e per le future generazioni”.

Il video della cerimonia è disponibile a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=NLzhLXxgW_A&t=3s