Al terzo trimestre 2024, dato più aggiornato disponibile, sono 3.977 a Reggio Emilia le imprese del commercio al dettaglio in provincia di Reggio Emilia. Negli ultimi 10 anni si è assistito a notevoli trasformazioni, con le attività di commercio online che sono raddoppiate (+88,1% rispetto al terzo trimestre 2014) mentre spariscono un terzo dei venditori ambulanti (-36,4%). La fotografia è scattata da un’indagine effettuata dall’ufficio studi Lapam Confartigianato in prossimità del Natale.
L’associazione, con la campagna #Comprolocale, vuole sensibilizzare la cittadinanza a preferire gli acquisti nei negozi di prossimità per salvaguardare il saper fare degli artigiani e valorizzare i prodotti di qualità realizzati da laboratori specializzati. Analizzando nel dettaglio, si è notato un aumento dei negozi dell’usato, che vanno incontro a nuove sensibilità del consumatore. Crescono anche le farmacie, coerentemente a un incremento della spesa per la cura della persona, così come i negozi di telefonia e di elettrodomestici e più in generale di tutto il settore ICT (Information and Communication Technologies). Aumentano anche i negozi di vendita di bevande e alimentare specializzato (vale a dire caffè, caseario, etc.) che vanno incontro a una maggiore attenzione alla qualità del consumatore. Per tutti i restanti settori, invece, nel reggiano si è registrato un calo negli ultimi 10 anni, in particolare per edicole (-28,8%) negozi di abbigliamento e calzature (-21,6%) e articoli per la casa (-23,2%).
Focalizzando l’attenzione sulle imprese artigiane, sono 3.157 le attività in provincia di Reggio Emilia operanti nei 47 settori in cui si realizzano prodotti artigianali e si offrono servizi di qualità da regalare per le feste, pari al 22,7% delle imprese artigiane di Reggio. Come si evince dall’indagine, le oltre 3 mila imprese artigiane danno lavoro a 10 mila reggiani. È perciò potenzialmente coinvolto dalle vendite natalizie oltre un quarto (precisamente il 26,8%) degli addetti dell’artigianato in provincia.
«#Comprolocale – sottolinea Daniele Casolari, responsabile sindacale e delle categorie di Lapam Confartigianato – non è soltanto un atto di consumo, ma anche un impegno per valorizzare la nostra cultura imprenditoriale, il gusto per il bello, il buono e il ben fatto frutto del lavoro degli artigiani. È un investimento in eccellenza, sostenibilità e identità culturale, che porta con sé una profonda dimensione etica e relazionale. È la scelta consapevole, responsabile e sostenibile per rinsaldare il rapporto di fiducia tra imprenditori e cittadini nelle comunità».