“Lo sciopero generale del 29 novembre è il frutto di un percorso di queste settimane con le centinaia di assemblee che stiamo facendo nei luoghi di lavoro e fra i pensionati. E pensiamo che sia il modo migliore per rappresentare queste persone, lavoratrici, lavoratori e anche tanti giovani, che sono arrabbiati e disperati per le condizioni di vita e di lavoro e che chiedono di ripristinare una giustizia sociale e che non trovano risposte nella manovra di Bilancio del Governo Meloni”.

Così stamattina in conferenza stampa si sono espressi Daniele Dieci segretario Cgil Modena e Roberto Rinaldi coordinatore Uil Modena e Reggio Emilia per presentare lo sciopero generale di 8 ore di Cgil e Uil per venerdì prossimo 29 novembre di tutti i settori, pubblici e privati, esclusi i lavoratori del trasporto ferroviario e ridotto a 4 ore per il Tpl a seguito della precettazione ministeriale che i sindactai intendono impugnare.

Lo sciopero è indetto per cambiare la manovra di bilancio, aumentare salari e pensioni, finanziare sanità, istruzione, servizi pubblici e investire nelle politiche industriali. Una mobilitazione che si articolerà in 43 piazze su tutto il territorio nazionale, indetta per contrastare le scelte ingiuste e sbagliate del Governo.

Per l’Emilia Romagna la manifestazione sarà a Bologna e da Modena parteciperanno oltre 2.000 lavoratori e pensionati in pullman, treno e con mezzi propri. Il concentramento del corteo è previsto alle ore 9.30 a Porta Lame per dirigersi fino a Piazza Maggiore, dove interverranno Marcello Borghetti segretario generale Uil Emilia Romagna e Maurizio Landini segretario generale Cgil nazionale.

“Vogliamo contrastare una manovra che attraverso un piano strutturale di tagli di 90 miliardi ci condanna a 7 anni di austerità che si concretizzeranno in maggiori liste di attesa per le visite mediche, tagli a sanità e servizi sociali, ai trasporti e a tutti i diritti e servizi pubblici garantiti costituzionalmente” hanno detto Dieci e Rinaldi.

I segretari di Cgil e Uil hanno parlato anche di inaccettabili tagli alla scuola ( – 5.660 docenti e – 2.174 Ata), dell’insufficiente investimento sulla sanità pubblica (solo 1 miliardo e 900mila euro a fronte dei 18 miliardi che servirebbero portare l’investimento alla media dei Paesi Ocse del 6,9%), del taglio di 130 milioni di euro per il Fondo nazionale del Trasporto pubblico locale.

E poi la critica alle mancate politiche industriali, prova ne è il taglio di oltre 4 miliardi di euro al Fondo per l’automotive. La Cassa integrazione a Modena è aumentata del 49% nell’ultimo anno (+9 milioni di ore), l’80% dei nuovi contratti di lavoro è precario (tempi determinati, somministrati, part time involontari) e solo il 20% delle nuove assunzioni è a tempo pieno e indeterminato. Anche a Modena i salari sono stagnanti (unico balzo in avanti per effetto dei recenti rinnovi contrattuali), a fronte del +38% di utili da parte delle aziende, e ciò non fa che allargare la forbice della disuguaglianza.

Manca una riforma fiscale nel segno della progressività e dell’equità con il lavoro dipendente che è tassato il doppio dei dividendi azionari. Cgil e Uil hanno chiesto inascoltati di far pagare le tasse in Italia alle multinazionale e di tassare gli extraprofitti di banche, assicurazioni, industrie farmaceutiche, imprese energetiche e industrie delle armi. Chiedono di aumentare le imposte di successione come in tutti i principali Paesi europei. L’Irpef, pagata da oltre l’80% da dipendenti e pensionati, produrrà quest’anno un extra gettito di 15 miliardi di euro, ma non sarà reinvestito come chiedono i sindacati in welfare, pensioni e sanità.

“A proposito di pensioni – hanno aggiunto Dieci e Rinaldi – è ridicolo l’adeguamento lordo di 3 euro mensili ai pensionati, mentre vengono ulteriormente ristrette tutte le misure per l’uscita anticipata (Ape sociale, Opzione donna, Quota 103) restringendo la platea dei beneficiari e imponendo decurtazioni eccessive degli assegni pensionistici a chi accede a queste misure. Altro che cancellazione della Fornero come sostenuto in campagna elettorale dalle forze politiche di centro destra!

Cgil e Uil scioperano non solo contro la manovra di Bilancio, ma anche per altri motivi: contro il Ddl sicurezza che indebolisce il diritto di sciopero e di manifestare da parte di chi vuole difendere il posto di lavoro contro la chiusura e i licenziamenti. O contro lo stesso Ddl lavoro che aumenta il ricorso al lavoro in somministrazione e destruttura il mercato del lavoro.

“Lo sciopero di venerdì 29 novembre vuole essere un momento di partecipazione di tutte le persone in difficoltà, che non hanno risposte dal Governo, che hanno paura di non arrivare a fine mese, di non garantire un futuro ai figli, di perdere i servizi – hanno concluso i segretari di Cgil e Uil – Vuole essere una giornata di speranza per tanti e di solidarietà da parte di chi può subire disagi per l’interruzione di qualche servizio fuori dalle fasce di garanzia”.