Istituire un Tavolo permanente per progettare e coordinare azioni integrate per contrastare la violenza sulle donne, a partire dal monitoraggio e dal potenziamento di quanto già è attivo nel territorio. È tra le richieste rivolte all’Amministrazione dalla mozione sulla violenza di genere presentata, nella seduta di lunedì 25 del Consiglio comunale, da Pd, Avs, Modena Civica, Pri-Azione-Sl e Movimento 5 stelle. Il documento è stato approvato con il voto a favore dei proponenti (assente Pri-Azione-Sl) e Spazio democratico e quello contrario di Fratelli d’Italia, Lega e Modena in ascolto.
Illustrando il documento, Federica Di Padova (Pd) ha evidenziato quanto ancora la violenza contro le donne sia un tema di “urgente” attualità, sebbene sia considerata dal diritto internazionale una grave violazione dei diritti umani. In particolare, la Convenzione del Consiglio d’Europa (la cosiddetta “Convenzione di Istanbul del 2011, ratificata dall’Italia nel 2013) parla di “natura strutturale” di tale violenza che riguarda non solo l’ambito fisico ma anche psicologico, sessuale ed economico.
La mozione sottolinea che in base ai dati delle denunce, l’Emilia-Romagna è tra le regioni con i tassi di violenza sulle donne tra i più alti in Italia, nonostante diverse azioni introdotte negli anni, come il piano triennale antiviolenza, campagne di sensibilizzazione e bandi, per un totale di circa 350 interventi attuati dal 2020 con un finanziamento di quasi nove milioni di euro.
Secondo i dati forniti dall’Osservatorio provinciale sulla violenza contro le donne, emerge che nel primo semestre del 2023 sono stati 175 gli accessi di donne alla Rete modenese dei Pronto soccorso per violenza di genere, di cui quasi la metà con cittadinanza italiana, mentre la rete dei Pronto soccorso dell’Azienda Usl di Modena ha registrato 271 accessi complessivi nel 2022, con numeri in crescita rispetto agli anni precedenti.
Ricordando la centralità dei Centri antiviolenza nel sistema regionale che operano, gratuitamente, seppur con risorse insufficienti alla complessità dei bisogni, e l’attivazione a Modena di case rifugio e del Centro per il trattamento di uomini autori di violenza, la mozione chiede di proseguire l’impegno per il contrasto alla violenza di genere, al centro peraltro di iniziative del Comune come il coordinamento, dal 2017, del progetto “Educare alle differenze per promuovere la cittadinanza di genere”.
In particolare, la mozione chiede di istituire un Tavolo permanente che coinvolga istituzioni e associazioni per progettare e coordinare azioni integrate per contrastare la violenza sulle donne, a partire dal monitoraggio e dal potenziamento di quanto già è attivo nel territorio. In particolare, si chiede di proseguire e consolidare progetti educativi e azioni di sensibilizzazione e formazione, come delineato nelle linee programmatiche della nuova legislatura, anche in scuole, servizi sociosanitari, realtà sportive, farmacisti e forze di Polizia, per prevenire ogni forma di violenza maschile e rimuovere stereotipi di genere, prevedendo anche “operatori sentinella” dotati di competenze per intercettare potenziali situazioni di rischio. L’atto chiede anche di intervenire su nuove forme di violenza subite dalle nuove generazioni (come droghe dello stupro o revenge porn) e su discriminazioni nei confronti di persone Lgbtqia+. Il documento chiede inoltre di aggiornare il Protocollo d’intesa promosso dalla Prefettura di Modena per la promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione e al contrasto del fenomeno, includendo stabilmente enti di promozione sportiva, Magistratura e soggetti del Terzo settore. Si chiede inoltre l’aggiornamento del Protocollo operativo interistituzionale del Distretto di Modena per il sostegno e l’accoglienza di donne che hanno subito violenza, prevedendo azioni concrete come alloggi di transizione, punteggi specifici per assegnazione di case popolari e inserimento sociale e lavorativo.