Il sindaco di Reggio Emilia Marco Massari è intervenuto questo pomeriggio in Sala del Tricolore, in apertura della seduta del Consiglio comunale, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. All’intervento ha fatto seguito la proiezione del video realizzato dall’Associazione Una nessuna centomila “Se io non voglio tu non puoi” e la lettura dei nomi delle donne vittima di femminicidio in Emilia-Romagna da parte delle consigliere e dei consiglieri, nonché dalle assessore e dagli assessori presenti in Aula.

“La violenza contro le donne – ha detto il sindaco Marco Massari – assume molteplici forme: fisica, psicologica, sessuale, economica e verbale. È trasversale ai territori, alle classi sociali, alle nazionalità e alle età. In tutte le sue manifestazioni, ha l’effetto devastante di minare l’autostima, l’indipendenza, la dignità della persona.

La violenza sulle donne non è solo un atto di crudeltà ma un atto di potere e di dominio: è la violenza con cui l’uomo esercita la volontà di possesso e di prevaricazione sulla donna. E non è in secondo piano il contesto economico e sociale in cui si manifesta questa prevaricazione: metà delle donne nel nostro paese è senza lavoro, e questo significa che metà delle donne non è autonoma, non è indipendente economicamente e questo ne limita la libertà.

All’apice della piramide della violenza di genere c’è il femminicidio, ma i comportamenti che manifestano il tentativo di controllare la libertà delle donne sono innumerevoli e ancora oggi considerati da troppi come normali. E la stessa vulnerabilità socio-economica non solo espone maggiormente le donne al rischio di violenza domestica, ma ne limita anche la possibilità di allontanarsi e di rompere una storia tossica.

Dopo anni, se non decenni, di lotte e battaglie da parte delle donne perché venga riconosciuta la loro autonomia e libertà, possiamo dire di avere ottenuto qualche risultato?

Da una parte sembra sia maturata una maggiore consapevolezza che la violenza di genere sia frutto di una educazione maschile che costruisce una identità personale che non insegna a fare i conti con la libertà delle donne. Dall’altra, purtroppo, sembra di assistere ad un’onda di ritorno al passato nel discorso comune che rilancia l’idea della donna relegata ed ingessata nei ruoli tradizionali. Deve fare riflettere che, dai sondaggi che conosciamo, molte delle ragazze tra i 16 ed i 25 anni trovino normale che il fidanzato possa avere accesso al telefono, possa decidere come si devono vestire e se possono o non possono uscire, confondendo il controllo con l’amore.

Quindi il percorso non è ancora compiuto, anzi, resta tanto da fare”.

“Occorre parlare di affettività, relazioni e sesso nelle scuole, dare strumenti ai ragazzi e alle ragazze per capire che nessuno possiede mai nessuno – ha continuato il Sindaco – Ed il tema della condizione femminile si ripropone anche ogni qualvolta si parla di famiglia e di come la si vuole intendere e del conseguente modello sociale.

Giusto per ricordare sono 99 le donne uccise tra il 1 gennaio ed il 18 novembre: cresce il numero delle vittime straniere, da 17 a 24 (il 24.2%, con un incremento del 41.2%) Gli assassini, in grande maggioranza di origine italiana, sono quasi sempre i loro mariti, compagni, fidanzati, i loro ex soprattutto (il senso del possesso non si estingue): la maggior parte delle violenze sulle donne vengono commesse da parte di chi ha le chiavi di casa”.

“Il nostro Comune è da tempo impegnato per contrastare la violenza maschile sulle donne. Dal 1997 finanzia e sostiene il Centro antiviolenza Casa delle donne gestito dalla associazione Nondasola. Dal 2006, anno della sua costituzione, è parte del Tavolo interistituzionale per il contrasto alla violenza maschile sulle donne, coordinato dall’assessora alle Pari opportunità del Comune, e del tavolo tecnico coordinato dal Centro antiviolenza-associazione Nondasola. Di recente è stato costituito il gruppo GOAL, gruppo osservazione analisi e lavoro, a supporto delle azioni di contrasto alla violenza maschile contro le donne.

Ma dobbiamo avere consapevolezza che il tema della violenza maschile contro le donne è un tema di responsabilità sociale e che deve vedere coinvolto ognuno di noi. Dobbiamo essere uniti a combattere ogni forma di patriarcato”.