Forchielli ospite a Vignola, in un interclub del Rotary. Per oltre trent’anni ha lavorato all’estero e alla fine ha deciso di tornare a casa. Ha preso la residenza definitiva nella città di Imola trasformandosi persino da emiliano in romagnolo con l’impegno di fondare un nuovo partito. Sono queste le ultime “confessioni” di Alberto Forchielli, noto imprenditore e opinionista, ospite di una serata al ristorante Old River di Vignola, alla presenza di oltre un centinaio di imprenditori e professionisti rotariani.

L’evento, organizzato da Elena Salda, presidente del Rotary Club di Vignola, Castelfranco e Bazzano, e amministratore delegato, responsabile comunicazione e risorse umane di CMS Spa, ha riunito in un interclub quattro Rotary Club del territorio modenese. Oltre al Rotary Club di Vignola, Castelfranco e Bazzano, che ha fatto gli onori di casa, hanno partecipato il Rotary Club Castelvetro Terre dei Rangoni, quello di Modena e di Sassuolo.

“Nella serie di eventi che organizziamo come Rotary-ha dichiarato Elena Salda- ho proposto una serata dedicata all’economia con Alberto Forchielli intervistato dalla giornalista Ilaria Vesentini del Sole 24ore, perché lo stimo molto, ho letto tutti i suoi libri e sono certa che possa dare ai colleghi rotariani una non scontata e pragmatica visione dell’economia e delle dinamiche finanziarie mondiali”. Per quasi un’ora Forchielli ha risposto a una raffica di domande fatte da Ilaria Vesentini e fra battute e racconti di esperienza di vita in numerosi Paesi del mondo, ha tracciato in modo molto chiaro quali possono essere le ricette per scuotere un’Italia che vede la sua produttività ferma da oltre trent’anni.  Per non diventare i “camerieri dei cinesi”, un popolo che Forchielli conosce perché vi ha trascorso ben sei anni della sua vita e ha imparato che aspirano a una politica di egemonia economica a livello mondiale, l’Italia deve svegliarsi dal suo “torpore” e puntare sull’innovazione, la creatività, l’impegno, la ricerca. “Ho scritto ben due libri per convincere i giovani a scappare dall’Italia e farsi un futuro. Oggi dopo anni di esperienze, sono convinto che sia ancora necessario che i giovani facciano la loro esperienza all’estero ma è anche fondamentale che poi rientrino in Italia per poter fermare il declino del nostro Paese.” Incalzato dalle domande di Ilaria su come poter risollevare le sorti di un paese che si trova in un Europa non in perfetta salute, Alberto ha snocciolato una serie di idee: in Italia la politica del bipolarismo ha fallito, nessun politico è riuscito a fare delle riforme e a realizzare delle scelte a lungo termine. Basta pensare all’occasione persa del PNRR, le cui risorse sono finite praticamente tutte in manutenzioni di strade, edifici comunali. Ad esempio, nessuno in Emilia-Romagna ha pensato di fare un grande campus universitario a Bologna per risolvere una volta per tutte gli spazi necessari per formare le nuove leve. Per questo occorre fondare un nuovo partito di centro che guardi a sinistra per la politica sociale e a destra per quella economica. Con questa visione è nato il movimento Drin Drin, che sta raccogliendo un grandissimo consenso a tanti livelli e ben presto, per l’alto numero di adesioni, si trasformerà in un nuovo partito con un programma ambizioso di rinnovamento. Saper gestire bene l’innovazione e l’immigrazione porterebbe ad un vero sviluppo. “Noi abbiamo le competenze, ma non le valorizziamo. Non si può dare mille euro ad un ricercatore universitario perché quando scrive un articolo su una rivista specializzata viene poi subito chiamato dai Paesi esteri come gli Stati Uniti che gli offrono almeno 5000 dollari. Basta pensare a Boston la città dove ho vissuto ultimamente: vi risiedono ben oltre duemila italiani tutti laureati.”  Infine, con il suo fondo di investimento ha deciso di investire nel settore ceramico e in quello biomedicale di Mirandola (Mo) perché sono distretti particolarmente vivaci dove riscontra la possibilità di crescita economica.