Giovedì 21 novembre 2024, alle ore 19, presso la Sala di Villa Cuoghi a Fiorano Modenese, è in programma l’Assemblea del Club Amici di Fiorano.

Sarà Giuseppe Battaglia, quale presidente uscente, a porgere l’iniziale saluto, cui seguiranno gli adempimenti associativi, in particolare l’approvazione del bilancio, l’elezione del consiglio direttiva, la presentazione del programma annuale 2025.

All’assemblea possono partecipare i soci ed è possibile iscriversi anche nel corso della serata.

Il Club conferma il suo impegno per fare conoscere la storia, la cultura, le tradizioni, il dialetto, le bellezze architettoniche e materiali, i personaggi e gli artisti, la scuola e lo sport a Fiorano attraverso mostre, conferenze, spettacoli, momenti conviviali.

C’è inoltre la volontà di costruire un centro di documentazione che raccolga pubblicazioni, libri, fotografie, filmati e documenti sulla vita di Fiorano da mettere a disposizione di studiosi e cittadini.

Gli Amici di Fiorano hanno festeggiato 62 anni di vita. Da allora sono state numerose e importanti le pubblicazioni, le mostre, l’attività con le scuole, le iniziative organizzate per Natale, San Martino, per il Maggio Fioranese. Sono state realizzati interventi per le chiese, gli oratori, ad esempio per salvaguardare il dipinto murale di Santa Lucia, o per restaurare alcune decorazioni rovinate nella parrocchiale.

Gli Amici di Fiorano sono intervenuti per tutti i Fioranesi: per i bambini con le attività a scuola, per i giovani con le borse di studio, per gli anziani andando alla struttura protetta Coccapani. Si sono presi cura della comunità, con le forze che sono riusciti a mettere in campo e con l’impegno personale.

Ha finito il suo scopo il Club Amici di Fiorano? Senz’altro no.

Mai come ora serve chi si preoccupi di fare conoscere Fiorano ai Fioranesi. Ne arrivano trecento ogni anno. Affinché diventino davvero fioranesi, cioè membri consapevoli e attivi della comunità e non solo abitanti che usano il paese come dormitorio od i suoi servizi, c’è bisogno di macinare la cultura locale, farla lievitare, presentarla, farla conoscere, coinvolgere.

Non per ricordare e dire: “O come si stava meglio allora” che a Fiorano non si stava per niente meglio, ma si faceva la fame e si emigrava, ma perché non si vive una qualsiasi comunità se non la si conosce, se non si comprendono le sue dinamiche, se non si conosce e si capisce il percorso fatto.