“Vogliamo dire grazie ai modenesi che, con cuore e grande senso civico, hanno capito che scioperiamo per rimettere la dignità dove merita di stare e per dare ai cittadini un trasporto pubblico degno di questo nome. Oggi è una giornata speciale, la partecipazione è stata altissima, segno che quando si sciopera per cambiare qualcosa che strappa la carne delle persone i risultati arrivano”.

Così i sindacati modenesi Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Faisa Cisal e Ugl Autoferro commentano “la straordinaria riuscita dello sciopero che ha fermato il trasporto pubblico locale, mettendo sotto agli occhi del Paese le ragioni sacrosante di una categoria essenziale”.

“Tanti autisti di Seta Modena e di tutte le aziende del tpl sono scesi a Roma per il corteo, dimostrando un senso di appartenenza fortissimo a questo mestiere così duro ma così strategico per la Comunità. Questo sciopero era senza fasce, cioè di una tipologia possibile solo una volta durante il cammino per il rinnovo del contratto nazionale. Se non ci fosse stata la precettazione del personale, l’adesione sarebbe stata ancora più alta”, proseguono i sindacati.

Allo sciopero si è arrivati dopo lo stallo, totale, sulla sostanza economica del nuovo contratto di una categoria che “vive guardando in faccia la miseria, ogni giorno. Parliamo di professionisti con responsabilità enormi che percepiscono poco meno di 1.100 euro al mese. E senza un contratto aziendale decente, non andranno oltre i 1.200, 1.300 euro al mese, come avviene, ad esempio in Seta a Modena per gli assunti dopo il 2012”.

Questo rimanda ad una considerazione importante: con la scossa positiva di questo sciopero, ora i sindacati puntano a cambiare le regole di ingaggio del contratto nazionale. Al tempo stesso, però, è fondamentale sottolineare che le fondamenta del lavoro di autista si costruiscono qui, sul territorio, attraverso i contratti aziendali con le imprese del settore, “cui bisogna ricordare con determinazione che la qualità del lavoro può essere il loro investimento vincente. Non mancano gli autisti. Manca la capacità di trattenerli in servizio. Vale anche per Seta Modena, dove la discussione di un nuovo piano industriale dovrebbe essere preliminare e indispensabile per capire quale sarà l’orizzonte tracciato”, concludono Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Faisa Cisal e Ugl Autoferro.