Javier Girotto (di Mariagrazia Giove)

Sabato 26 ottobre alla Sala Bossi del Conservatorio “G. B. Martini” (ore 21:15; ingresso gratuito), nell’ambito del Bologna Jazz Festival, la Martini Big Band, diretta da Michele Corcella e con il sassofonista Javier Girotto come solista, eseguirà dal vivo in prima assoluta “Last Tango: omaggio a Gato Barbieri”. Il concerto, realizzato in collaborazione con Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna, ribadisce il forte legame tra la kermesse jazzistica e la più importante istituzione formativa cittadina in campo musicale, sinergia che si concretizza nel Progetto didattico “Massimo Mutti”, di cui il concerto fa parte.

Last Tango” porta sulla scena in veste orchestrale l’energia, il pathos e la passionalità della musica dell’argentino Gato Barbieri, esponente di spicco dell’avanguardia degli anni Sessanta, poi fenomeno internazionale a partire dal decennio successivo grazie alla sua rivoluzionaria commistione di jazz e ritmi latino-americani.

Per “Last Tango”, che si ascolterà in prima esecuzione assoluta al Bologna Jazz Festival, Michele Corcella ha arrangiato alcune delle pagine più significative del repertorio di Gato Barbieri: composizioni originali (comprese le celebri musiche scritte per il film Ultimo tango a Parigi) ma anche un tango di Piazzolla, una canzone di Atahualpa Yupanqui, una hit mondiale di Carlos Santana.

Era di lontane origini italiane Leandro Barbieri (Rosario, Argentina, 1932 – New York, USA, 2016), universalmente noto come “Gato”. È stato figlio di quella fiammata di nuovo jazz che ha attraversato l’Argentina nei primi anni Sessanta. Ma la sua carriera è decollata in Italia, dove, in varie fasi tra i primi anni Sessanta e i primi anni Settanta, Barbieri incrocia i giovani e talentuosi Enrico Rava e Franco D’Andrea, ma anche Pier Paolo Pasolini (Appunti per un’Orestiade africana) e Bernardo Bertolucci, con cui nel 1972 coglie un successo mondiale con Ultimo tango a Parigi, che lo proietta in un attimo nel mondo del pop (incontrerà anche Carlos Santana). Dieci anni prima, quando non lo conosceva nessuno, Ennio Morricone gli aveva affidato l’assolo di sax in “Sapore di sale” di Gino Paoli.

Sui dischi per la Flying Dutchman e la Impulse!, tra il 1969 e il 1974, Barbieri mette a punto, con musicisti statunitensi e latino-americani, un jazz terzomondista eclettico e incendiario, carico di ritmi e colori latin che sostengono il suo sax coltraniano, passionale e urlato, aggressivo e debordante, al tempo stesso sfrenato e lucidamente cantabile.

Dalla metà degli anni Settanta la sua carriera devia verso lidi più commerciali (anche in Italia, a fianco di Antonello Venditti e Pino Daniele). L’immagine del sassofonista col cappello Fedora a tesa larga e gli occhiali scuri diventa un’icona inconfondibile: lo si vede in forma di pupazzo anche nella band dei Muppets.

Barbieri è stato il protagonista di una stagione in cui la parola world music non esisteva ancora. Nella sua musica, un matrimonio in apparenza impossibile tra sapori tropicali e gusto jazzistico, c’è il segreto di tante sonorità meticce contemporanee.

Protagonista della serata sarà il sassofonista Javier Girotto, che condivide con Barbieri non solo la nazionalità ma anche l’impeto e l’intensità emotiva, pur suonando con uno stile affatto diverso.

Javier Girotto, nato a Cordoba nel 1965, si è formato tra la natìa Argentina e gli Stati Uniti, dove ha studiato al Berklee College of Music. Giunto in Italia all’inizio degli anni Novanta, vi si è subito ambientato musicalmente, dando vita a numerosi gruppi a suo nome (in primis gli Aires Tango) e collaborando con artisti come Enrico Rava, Fabrizio Bosso, Luciano Biondini, Peppe Servillo. Oltre a essere l’anima ‘esotica’ di molte formazioni jazz italiane, Girotto è attivo anche sulla scena internazionale: lo si è sentito infatti con la francese Orchestre National de Jazz, oltre che assieme a Bob Mintzer, Randy Brecker, Danilo Perez, Kenny Wheeler e innumerevoli altri.

Le doti di compositore e arrangiatore di Michele Corcella sono state ufficializzate dalle vittorie in numerosi concorsi nazionali e internazionali, sia nell’ambito della scrittura per big band che per orchestra sinfonica. Numerose le sue collaborazioni in ambito jazzistico: Kenny Wheeler, John Taylor, David Liebman, Randy Brecker, Norma Winstone, Anders Jormin, Maria Pia De Vito, Diana Torto, Gabriele Mirabassi, Paolo Fresu, Gianluca Petrella… Sul fronte classico ha lavorato con Mario Brunello, l’Altenberg Trio Wien, l’Orchestra Sinfonica del Teatro Comunale di Bologna.

Particolarmente produttivo il suo sodalizio artistico col pianista Glauco Venier, mentre la collaborazione con un altro pianista di riferimento del jazz italiano, Enrico Pieranunzi, è culminata nella pubblicazione dell’album Blues & Bach (2023) e nella produzione per orchestra sinfonica e trio jazz “Improclassica”.

Dal 2015 è il direttore della Martini Big Band, formata da studenti, ex studenti e docenti del conservatorio “G. B. Martini” di Bologna, specializzata nella riproposizione dei grandi capolavori del jazz orchestrale. Tra le sue più notevoli produzioni spiccano gli omaggi alla Liberation Music Orchestra e a Joni Mitchell (con solisti rispettivamente Gianluca Petrella e Maria Pia De Vito) e la riproposizione integrale di “Sketches of Spain” di Miles Davis nell’orchestrazione originale di Gil Evans, presentata al Bologna Jazz Festival 2023.

 

Il Bologna Jazz Festival è organizzato dalla Fondazione Bologna in Musica ETS con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna – Bologna Città della Musica UNESCO, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol, Pelliconi, Coop Alleanza 3.0, TPER, Marketing01, Emilsider, Città Metropolitana di Bologna, del main partner Gruppo Hera e con il sostegno del Ministero della Cultura. Il BJF fa parte di Jazzer.

Informazioni: Fondazione Bologna in Musica ETS  tel.: 334 7560434 email: info@bolognajazzfestival.com – www.bolognajazzfestival.com