“C’è qualcuno in Seta cui interessi la sicurezza degli incassi, la sicurezza di una flotta di mezzi che vale centinaia di milioni di euro e la sicurezza del personale? Non è una domanda retorica: per la quarta volta in un mese la notte scorsa i ladri sono entrati ancora nel deposito centrale, saccheggiando indisturbati gli incassi a bordo di tredici autobus”. Così Maurizio Denitto, leader della Fit Cisl di Modena, commenta l’ennesimo raid nel deposito Seta di strada Sant’Anna.

“Sono senza parole, voglio bene a Seta e non posso accettare questo livello di degrado. In un mese abbiamo avuto una molotov che per poco non ha distrutto un autobus, il sabotaggio delle serrature di 51 mezzi e 28 autobus derubati. Una situazione incredibile, che sta costando migliaia di euro ai contribuenti. Incredibile e triste, diciamolo, per il livello di abbandono in cui versa questa azienda pubblica che promette tanto e mantiene poco o nulla”.

I ladri sono entrati nel deposito nella notte tra il 20 e il 21 ottobre, derubando indisturbati gli incassi nelle bigliettatrici a bordo di tredici autobus. Il bottino sarebbe superiore ai 2.000 euro. Entrare nell’area è semplicissimo, chiunque può verificarlo andando di persona sul posto. C’è una rete da giardino che si può tagliare o scavalcare senza fatica. Una volta superato questo piccolo ostacolo il ladro o il vandalo hanno di fronte gli autobus incustoditi, sui quali possono combinare quel che vogliono.

 

PROTEGGERE IL PERSONALE E LA FLOTTA

“Visto che in un mese nulla è stato fatto per la sicurezza del deposito, provo a spiegarmi in modo franco con i vertici di Seta – osserva il sindacalista Fit Cisl –: state pensando al pericolo che corrono gli autisti che di notte rischiano di incontrare uno dei malviventi che vengono a prelevare i soldi dei modenesi nel bancomat che Seta mette loro così comodamente a disposizione? Perché il personale Seta deve lavorare con la paura di subire un’aggressione o di trovare qualcuno pronto a fare del male? Proteggere il personale è l’abc di una azienda e, in questo caso, è necessario proteggere anche la flotta. E’ alto il rischio di un danno enorme, basta un pazzo con una tanica di benzina per mandare in fumo il servizio pubblico. E’ più chiaro, così, il problema che non state affrontando, cari manager di Seta?”.

APPELLO AI SOCI DI SETA

Cosa serve per la sicurezza del deposito?
“E’ quasi avvilente spiegarlo per la quarta volta ma spero che repetita iuvant – incalza Denitto –: bisogna migliorare la rete di videosorveglianza e, soprattutto, occorre che torni urgentemente in servizio il guardiano notturno permanente, capace di dare l’allarme in modo rapido e di scoraggiare chi ha scambiato Seta per la sua banca personale. Dal momento che l’azienda non interviene, mi rivolgo ai soci pubblici di Seta perché prendano in mano questa situazione paradossale. Lo chiedo come sindacalista e lo chiedo come autista di Seta. Fate qualcosa prima che ci scappi un danno troppo grosso”.