Si è svolto nel pomeriggio di giovedì 10 ottobre il congresso territoriale di Legacoopsociali, tappa del percorso che porterà al congresso nazionale a Roma a fine novembre. Le cooperative sociali di Ferrara e Modena si sono riunite al Laboratorio Aperto di Modena per confrontarsi sul futuro della cura in un contesto sociale in continua evoluzione, discutendo le proposte della cooperazione in termini di nuove politiche di welfare e di salvaguardia del lavoro sociale.

Dopo l’introduzione del presidente di Legacoopsociali Emilia-Romagna Alberto Alberani, che ha illustrato i principali contenuti del documento congressuale, la responsabile del settore sociale di Legacoop Estense Catia Toffanello ha condotto una tavola rotonda che ha messo a confronto pubblica amministrazione – rappresentata dalla vicesindaca di Modena Francesca Maletti e dalla vicesindaca di Vignola Anna Paragliola – sindacato, con la partecipazione del segretario generale SPI CGIL di Modena Roberto Righi, e cooperazione sociale, in rappresentanza della quale sono intervenuti il presidente di Gulliver Massimo Ascari e il presidente di CIDAS Daniele Bertarelli.

In sala oltre 50 cooperatori, provenienti dalle 37 cooperative sociali associate a Legacoop nelle due provincie. Realtà significative del territorio, partner delle pubbliche amministrazioni nell’erogazione di servizi essenziali di welfare, nel settore anziani, disabilità, servizi educativi, salute mentale, cultura, socio-sanitario, trasporti sanitari, accoglienza e integrazione di persone richiedenti asilo; una parte consistente della cooperazione sociale, quella di tipo B, opera inoltre per l’inclusione lavorativa di persone svantaggiate o in condizione di fragilità. Realtà che, in questi ultimi due anni post-pandemia, stanno registrano una costante ripresa in termini di fatturato (+14% nel 2022 e +14% nel 2023) e di occupazione (+8,8% nel 2022 e +1,6% nel 2023). Un quadro che è, in parte, offuscato da criticità che richiedono soluzioni non più rinviabili: il riconoscimento del ruolo e del giusto valore – anche economico – dei servizi erogati e, di conseguenza, la valorizzazione dei professionisti.

“Dagli anni 70 agli anni 90 le cooperative sociali hanno avuto un ruolo decisivo nella realizzazione delle politiche sociali, a fianco della pubblica amministrazione”, ha spiegato Catia Toffanello. “Poi, nel corso del tempo, il ricorso sempre più incisivo a gare di appalto orientate al risparmio, ha portato a un meccanismo di ribasso del valore economico dei servizi offerti, che ha indebolito il ruolo della cooperazione e limitato la capacità di investimento e sviluppo. Se in Emilia-Romagna, pur con tutte le difficoltà, il sistema del welfare ancora regge, su altri territori la situazione è critica. Per affrontare tutto questo servono investimenti adeguati, interventi di sistema e precise azioni politiche, che mettano al centro l’amministrazione condivisa e la co-progettazione: in un contesto sociale e demografico in forte evoluzione, in cui i bisogni delle famiglie cambiano e le fragilità aumentano, pubblica amministrazione e cooperazione devono disegnare insieme i servizi, con un pubblico capace di fare regia e una cooperazione capace di innovare”.

Il tema del lavoro è stato affrontato da Massimo Ascari, presidente di Gulliver e candidato unico alla presidenza nazionale di Legacoopsociali, che ha seguito da vicino il percorso di rinnovo del CCNL. “In questi ultimi anni il tema del reperimento di figure professionali è diventato centrale. Parlare di lavoro sociale oggi significa parlare di lavoratrici e lavoratori molto qualificati, grazie ai quali la cooperazione sociale è in grado di esprimere un elevato valore professionale che spesso non viene riconosciuto, né come ruolo né sul fronte economico. Ritengo fondamentale un cambio di postura da parte della cooperazione sociale, che deve tornare ad acquisire piena coscienza del proprio ruolo e del proprio valore e uscire da una condizione di subordinazione rispetto alla pubblica amministrazione. Dobbiamo avere la forza e il coraggio – e in questo il sindacato deve essere un nostro alleato – di rivendicare il nostro ruolo e vedere riconosciuto il nostro valore. Solo così potremo continuare ad attrarre nuove generazioni di professionisti”.

Il tema del giusto riconoscimento economico è stato poi ripreso da Daniele Bertarelli, presidente di CIDAS e vicepresidente di Legacoop Estense, con ha portato l’attenzione sull’accreditamento, un sistema che “ha contribuito alla stabilizzazione dei servizi generando un impatto positivo sull’occupazione. Questo sistema ha superato il modello precedente basato sulle gare, che non garantiva continuità e tantomeno qualità dei servizi, consentendo di uniformare gli standard qualitativi a livello regionale; riteniamo quindi debba essere esteso anche ad altri servizi alla persona attualmente esclusi. Tuttavia, il sistema tariffario non è più adeguato alle nuove esigenze di assistenza, in particolare considerando il peggioramento delle condizioni di non autosufficienza tra la popolazione anziana, è quindi essenziale un adeguamento delle risorse economiche necessarie a fronteggiare questi cambiamenti. Rimaniamo fiduciosi che la Regione, come ha sempre fatto, continuerà a prendere in considerazione le nostre istanze”.

Ascari, Bertarelli, Righi, Toffanello, Alberani