Nel 2023 a Modena si sono contati complessivamente nell’arco dell’anno 1,8 milioni di pernottamenti di turisti, il 7,5% in più rispetto al 2022 e il 6,8% in più rispetto ai dati del 2019. È quanto fotografa un’analisi dell’ufficio studi Lapam Confartigianato che ha svolto una ricerca sull’afflusso turistico per esaminare il trend dell’estate 2024, basandosi su quanto osservato nell’anno precedente.

Se consideriamo il periodo estivo del 2023, ossia i mesi da luglio a settembre, sono stati registrati oltre 539 mila pernottamenti di turisti in provincia di Modena. Questi 3 mesi rappresentano il 30,3% dei pernottamenti totali registrati nell’anno: quasi un terzo (precisamente il 31,6%) di questi pernottamenti sono di turisti stranieri.

Rispetto all’estate 2022, la provincia di Modena nel 2023 ha segnato una crescita di pernotti (+3,4%), trainata dai pernottamenti di stranieri (+12,3%) mentre i pernotti di turisti italiani restano sostanzialmente invariati (-0,2%). Si osserva un aumento anche rispetto all’estate 2019 (pre Covid): +13,5% di pernotti complessivi, crescita trainata dagli stranieri (+28,4%) mentre gli italiani si fermano a un più contenuto +7,8%.

I dati relativi alla domanda di lavoro ci dicono che, per l’estate 2024, nei mesi di luglio, agosto e settembre le imprese modenesi dei servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici prevedono 2.210 nuove entrate, pari all’11,8% delle quasi 18 mila previste dalle imprese di tutti i settori. Rispetto allo stesso periodo del 2023 si osserva però un trend decrescente, con 1.300 ingressi preventivati in meno (pari a un -37,4%, a fronte di un -12,5% delle entrate complessive).

Per quanto riguarda i turisti stranieri, a livello regionale nel 2023 crescono soprattutto le presenze estere, che registrano un +13,5% rispetto al 2022, e superano i livelli del 2019 del 4,5%. La presenza straniera rappresenta il 28,3% del turismo in regione, quota che supera non solo il 25,6% del 2022 ma anche il 26,3% del 2019.

La spesa di turisti stranieri in Emilia-Romagna nel 2023 ammonta a 2,4 miliardi di euro, 287 milioni di euro in più rispetto alla spesa registrata nel 2022 e superiore di 183 milioni di euro a quella accertata nel 2019, anno pre crisi pandemica.

Una spesa che può interessare prodotti artigianali e del Made in Italy e servizi di varia natura per i quali la qualità fa la differenza, consolidando l’elevata reputazione dell’offerta turistica italiana. Alla fine del primo trimestre 2024 le imprese artigiane di Modena operanti in attività che potrebbero essere interessate dalla domanda turistica sono 2.877 e danno lavoro a 8.508 addetti. In chiave settoriale, il comparto principale è l’abbigliamento e calzature che conta 994 imprese e contribuisce al successo nel mondo della moda, tra i comparti più rappresentativi all’estero del Made in Italy e dello stile italiano. Seguono le 591 imprese dell’agroalimentare che producono cibo e bevande, prodotti per cui siamo famosi e la cui qualità permette al nostro Paese di primeggiare per numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall’UE. Sono poi 446 i ristoranti e le pizzerie che insieme a 163 bar, caffè e pasticcerie mettono a disposizione dei turisti le eccellenze prodotte dal comparto agroalimentare.

Un’anteprima dell’andamento del turismo nei primi sei mesi del 2024 mostra un +5,5% di pernottamenti a Modena rispetto allo stesso periodo 2023 e una crescita del +8,1% rispetto ai primi sei mesi del 2019, facendo ben sperare dunque per l’anno in corso.

«È ancora presto per avere dati ufficiali per quanto riguarda l’estate 2024 – commenta Daniele Casolari, segretario Licom –: guardando i dati del 2023 il trend dovrebbe essere in linea anche per questa stagione estiva 2024. Sicuramente, come avevamo già segnalato nei mesi precedenti, una delle criticità maggiori sarà reperire quelle figure professionali di cui gli operatori del settore hanno necessità. Modena, dall’Appennino fino alla città, grazie alla sua grande offerta di prodotti e servizi richiama diversi turisti, non solo provenienti dalla nostra regione ma anche da altre parti d’Italia e persino del mondo. Il rischio è che senza lavoratori si comprometta proprio la qualità dell’offerta stessa. Abbiamo bisogno di sensibilizzare i giovani e invogliarli a intraprendere un percorso di crescita che può essere molto gratificante nei settori a oggi più carenti di figure professionali specializzate. La formazione diventa dunque un aspetto fondamentale. Come associazione vogliamo sensibilizzare anche gli operatori stessi a una cultura dell’esperienza: non solo da tramandare ai giovani per farli appassionare alla storia e alle tradizioni locali, così da poterle offrire anche ai turisti, ma anche per diversificare l’offerta. Per emergere è necessario distinguersi e offrire una vera e propria esperienza al visitatore, anche implementando la conoscenza delle lingue straniere, rinnovando costantemente le proprie proposte così da diversificare l’offerta e aumentare la qualità».