Guidare i visitatori alla scoperta di uno dei più importanti luoghi della città di Reggio Emilia: l’ex Ospedale Psichiatrico di Reggio Emilia che nella sua lunga storia ha ospitato circa 100.000 malati, tra cui oltre 5.000 soldati della Prima guerra mondiale.
Giovedì 1 agosto, alle ore 21.00, (ritrovo alle ore 20.30), nell’ambito di Restate si svolge la “Passeggiata al San Lazzaro”, alla scoperta degli storici edifici e del parco dell’ex Ospedale Psichiatrico di Reggio Emilia.
La visita, della durata di circa un’ora e 30 minuti, a pagamento è a cura di Socioculturale s.c.s. Il costo del biglietto è di € 5.00 cadauno. Minimo 7 partecipanti oppure € 35.00 forfettari se si è al di sotto dei 7 partecipanti. È consigliata la prenotazione al numero di tel. 0522 456816 e museireggio@socioculturale.it In caso di maltempo la visita sarà spostata a data da destinarsi.
L’Ospedale psichiatrico San Lazzaro venne fondato nel 1821 dal duca Francesco IV in un luogo da sempre adibito a ricovero. Qui infatti sorgeva già un ospizio per poveri, vagabondi e malati e nel medioevo un lazzaretto.
Direttore è il medico Antonio Galloni, che avvia un importante rinnovamento nella vita dell’istituto: ispirandosi ai principi della moderna alienistica francese, abolisce i primitivi e diffusi sistemi repressivi e organizza numerose attività lavorative in cui vengono occupati i ricoverati. La sua struttura viene ampliandosi: l’istituto diviene una vera e propria “cittadella”, costituita da numerosi padiglioni: a ovest sono acquisite la Villa Trivelli (poi padiglione Esquirol 1860) e l’attigua Villa Marchi (poi casino Conolly) e a est la Villa Cugini (poi Villa Chiarugi 1870) creando una vera struttura manicomiale a villaggio. Nel 1873 il nuovo direttore Carlo Livi vuole fare del San Lazzaro un punto di riferimento non solo dell’assistenza psichiatrica, ma anche della ricerca scientifica, idee poi perseguite dal suo successore Augusto Tamburini la cui direzione dura fino al 1907. Il manicomio ha ormai una propria distinguibile fisionomia: è diventato un centro di cura e di ricerca rinomato sia in Italia che all’estero. Numerosi gli interventi di ampliamento degli edifici e le nuove costruzioni: intorno al 1880 si realizzano dieci nuovi fabbricati, tra questi edifici per gli agitati furiosi, cronici tranquilli, infermerie e officine.
Fra il 1915 e il 1918 almeno 4.500 militari vengono ricoverati in reparti del manicomio loro destinati perché avevano presentato sintomi propri di disturbi psichiatrici: mutismo, stupore, immobilità, rifiuto del cibo o, al contrario, tremori o accessi di furore; oppure ancora avevano compiuto atti di violenza, contro di sé o contro gli altri. Bisogna anche considerare che sempre nel manicomio reggiano due padiglioni, per circa 400 posti, diventano uno degli ospedali di riserva della città per militari feriti. D’altra parte anche la qualità dell’assistenza subisce un notevole deterioramento: di fronte all’aumento degli ingressi (dai 1.200 circa del 1913 ai 2.150 circa del 1919), diversi fra medici e infermieri vengono richiamati sotto le armi. La situazione non muta ed anzi i problemi si acuiscono dopo la disfatta di Caporetto: il San Lazzaro deve anche farsi carico di molti civili già ricoverati negli ospedali psichiatrici del nordest(Treviso, Venezia e Udine).
Dal 1969 il manicomio di Reggio Emilia partecipa alle nuove esperienze di ridefinizione dei paradigmi e modelli concettuali all’interno del sapere clinico che condurranno alla rimessa in discussione delle istituzioni manicomiali, del loro ruolo e delle loro modalità di funzionamento.
La progressiva diminuzione delle presenze dei ricoverati, la contemporanea istituzione del Servizio Psichiatrico Provinciale e del Centro di Igiene Mentale infine la promulgazione della legge 180 del 1978 determinano nel 1980 l’abbattimento delle mura di cinta del San Lazzaro. Cessati i ricoveri la struttura chiuderà definitivamente nel 1996. Il San Lazzaro ha ospitato circa 100.000 malati, tra cui oltre 5.000 soldati della Prima guerra mondiale.
Attualmente il complesso del San Lazzaro occupa un’area di circa 390.000 mq, nella periferia sud est di Reggio Emilia lungo la via Emilia verso Modena. L’intero complesso si presenta come un grande parco, all’interno del quale sono dislocati edifici di varia tipologia ed epoca. Oggi il comparto ospita in parte proprietà dell’Azienda Sanitaria Locale e in parte funzioni universitarie. Entro il padiglione Lombroso è ospitata, dal 2012, la sede del Museo di Storia della Psichiatria inserito nella rete dei musei civici cittadini.
Info e prenotazioni: tel. 0522 456816 negli orari di apertura di Palazzo dei musei per i mesi di luglio e agosto: martedì, giovedì, domenica 10.00 – 13.00, mercoledì, venerdì, sabato 10.00 – 13.00 / 21.00-24.00. Lunedì chiuso museireggio@socioculturale.it
https://www.musei.re.it musei@comune.re.it
Il parcheggio utile più vicino al Museo di Storia della Psichiatria si trova lungo via Doberdò (da cui si accede al parco).