È in fase di avvio sulla collina reggiana il progetto “Fishing 4 Biodiversity”, che investirà 115.000 euro nel monitoraggio e nella tutela dei torrenti e di alcune specie di fauna anfibia e acquatica e dei loro ambienti, anche attraverso il coinvolgimento dei cittadini. L’intervento è finanziato all’80 per cento dal “Centro Nazionale della Biodiversità”, ossia dalle risorse del PNRR dedicate alla ricerca ed alla conservazione della Natura e la restante parte dall’Ente Parchi Emilia Centrale, proponente e gestore del progetto.
L’Ente si avvarrà, nello svolgimento delle azioni previste da qui ai prossimi 20 mesi, di un partenariato che coinvolge tre organizzazioni di protezione ambientale reggiane (Università Verde, Pro Natura e Fipsas) e tre Università (Modena-Reggio Emilia, Siena e Parma).
Si tratta di una serie di attività di ricerca e di tutela senza precedenti nel territorio reggiano, destinate ad implementare le conoscenze e i dati della biodiversità faunistica in alcuni corsi d’acqua che risentono degli effetti del cambiamento climatico in atto. L’aumento delle temperature medie, la diminuzione delle precipitazioni, una frequenza sempre maggiore di periodi siccitosi ed eventi meteo estremi mettono in serio pericolo lo stato di conservazione degli habitat di acqua dolce, con il rischio di scomparsa o riduzione della disponibilità di zone umide e delle specie animali che vi vivono.
«Si tratta per noi di un progetto molto importante per il nostro ente – dice Luciana Serri, presidente dell’Ente Parchi Emilia Centrale – che impegnerà risorse significative in difesa della biodiversità, uno dei capisaldi della nostra mission. Di grande rilevanza anche il previsto coinvolgimento attivo dei cittadini, con la duplice finalità dell’informazione e della divulgazione di questa tematica presso coloro che vivono sul territorio».
I siti interessati dalle attività del progetto sono quelli della Rete Natura 2000 inseriti all’interno del Paesaggio naturale e seminaturale protetto della Collina Reggiana-Terre di Matilde (Monte Duro; Rupe di Campotrera, Rossena; Ca’ del Vento, Ca’ del Lupo, Gessi di Borzano; Rio Tassaro; Fiume Enza da La Mora a Compiano; Media Val Tresinaro, Val Dorgola) e in pianura nella Riserva naturale Fontanili di Corte Valle Re.
Qui si svolgeranno azioni di monitoraggio ed indagini genetiche su alcune specie faunistiche di interesse conservazionistico, a cui si aggiungono interventi di gestione sperimentali per la tutela della biodiversità nei corsi d’acqua e negli ambienti acquatici minori. A proposito delle specie di interesse conservazionistico è utile ricordare che nel Paesaggio protetto della Collina reggiana ne esistono di uniche e di rare, come gli anfibi Salamandrina di Savi o la Rana appenninica, oppure, fra i pesci, la Lasca, il Barbo canino, il Gobione e il Ghiozzetto e, fra i crostacei, il noto Gambero di fiume. Oltre al monitoraggio, si prevede anche un intervento di rimozione della Trota fario, specie che rappresenta una forte minaccia anche per le residue popolazioni di anfibi.
«Il nostro gruppo di ricerca – dice Michele Cesari dell’Università di Modena e Reggio Emilia – collaborerà con indagini genetiche su specie di anfibi di interesse conservazionistico. I dati genetici relativi a queste specie consentiranno di effettuare per la prima volta una caratterizzazione molecolare delle popolazioni del territorio dei Parchi dell’Emilia Centrale».
Un’altra peculiarità del progetto, come si diceva, è data dal fatto che diverse attività prevedono il coinvolgimento, oltre che di esperti naturalisti, anche dei cittadini e delle associazioni di volontariato del territorio, al fine di attivare un processo di cosiddetta “Citizen science”, dove essi diventano attori protagonisti della conoscenza, della tutela e della divulgazione della biodiversità.
«Si tratta di un importante progetto a cui abbiamo aderito molto volentieri – dice Duilio Cangiari, in rappresentanza delle associazioni reggiane Fipsas, ProNatura e Università Verde, impegnate da anni in salvaguardia del territorio, divulgazione naturalistica e vigilanza ittico/ambientale -. In particolare, sui corsi d’acqua è di fondamentale importanza conoscerne lo stato ecologico, preservarne i caratteri di naturalità e contribuire attraverso un continuo monitoraggio e controllo a ricavare tutte le informazioni utili per una puntuale e corretta gestione in collaborazione con gli enti pubblici preposti».