Vivace botta e risposta per informare la comunità sul rilancio del sistema sanitario a fronte delle esigenze dei cittadini. Ha fatto il pieno il meeting promosso dalla Cisl Emilia Centrale e Cisl Medici con i dirigenti dell’Asl Reggiana intervenuti in via Turri in una sala gremita all’inverosimile.
“La riorganizzazione per l’accesso ai pronto soccorso, alla guardia medica e alla medicina di continuità o la si fa con l’informazione o non la si può fare con i luoghi comuni su mancanza di medici, di investimenti, paure. Da qui la nostra richiesta di capire e studiare i numeri – ha introdotto Rosamaria Papaleo, segretaria generale Cisl Emilia Centrale -. Tra i nodi da sciogliere quello dei numerosi pazienti che arrivano al pronto soccorso con urgenza a bassa complessità, perché prima non sono riusciti ad avere le risposte necessarie in altri ambiti”.
PRONTO SOCCORSO
Perché è cambiato il sistema di assistenza e urgenza? Come cambia il pronto soccorso?
Ha risposto Cristina Marchesi, direttrice generale Ausl: “La riforma sanitaria non nasce per problemi di bilancio – in Italia sono 130 i miliardi destinati alla sanità – ma il covid ha accelerato il fenomeno già in atto della fuga di medici verso la pensione o verso il privato. Investimenti in sanità che ci sono stati e hanno portato, dopo la fusione ospedaliera, a disporre di 6 pronti soccorsi, 6 auto mediche, 6 auto infermieristiche, 27 postazioni di basi di soccorritori. Per mantenere questo sistema avremmo bisogno di 100 medici, ma a settembre ne avevamo 57: di cui 33 sulle automediche a fronte di pochi interventi. Abbiamo pensato di rimodulare questi medici delle automediche sui pronto soccorso, in particolare Santa Maria, Guastalla e Castelnovo Monti ma per poterlo fare occorreva togliere i codici bianchi e verdi, le patologie non gravi. Quindi c’era una grande riserva di giovani medici che è la guardia medica che a Reggio che esprimeva 84 medici per un servizio orm ai datato. La riforma è passata quindi dalla istituzione di Centri di assistenza e urgenza e rimodulazione delle automediche che scendono a 4 con tempi di arrivo invariati di 15 minuti (Novellara, Reggio Emilia, Scandiano, Castelnovo Monti e sulla Val d’Enza dal 5 dicembre un accordo con Traversetolo dove utilizzeremo la loro automedica e metteremo a disposizione l’auto infermieristica), mentre le auto infermieristiche rimarranno 6”.
LA GUARDIA MEDICA DIVIENE CONTINUITA ASSISTENZIALE
Guardia medica, cosa è cambiato?
Cinzia Gentile, direttrice sanitaria ha affrontato il tema della riorganizzazione “in primis la ex guardia medica, che dal 2 ottobre è confluita nel nuovo Servizio di Continuità assistenziale (CA), cui si può accedere telefonando a una Centrale operativa telefonica unica dove medici rispondo al cittadino (0522 290001 dalle ore 20 alle 8 nei giorni feriali, prefestivi e festivi; dalle ore 8 del sabato o del prefestivo fino alle 8 del lunedì o del giorno feriale successivo). In questo modo si sono liberati e meglio organizzati i professionisti per rispondere alle esigenze dei cittadini (prima di ottobre le guardie mediche dovevano rispondere al telefono, fare ambulatorio e visite a domicilio). Questa centrale riceve chiamate e fa triage telefonico: può erogare e chiudere prestazioni, può invitare il collega a visita domiciliare, può invitare il malato alla visita in ambulatorio o può chiamare il Pronto soccorso. Il medico della centrale per altro si avvale di un algoritmo gr azie al quale il paziente capisce quale delle tre strade adottare! 10 le sedi per visite ambulatoriali e 8 le unità per le visite domiciliari con anche la possibilità di attivare tra un distretto e l’altro i medici per ricoprirsi a vicenda”.
Quali i primi numeri della riorganizzazione della ex guardia medica?
“Da ottobre mediamente 1106 interventi nei giorni prefestivi (con punte di 1633), di cui 735 interventi telefonici che si risolvono in 7 minuti, 344 visite ambulatoriali, una 30 domiciliari. Sta funzionando molto bene. I 6 pronto soccorso fanno 460 interventi al giorno in media”.
I CENTRI DI ASSISTENZA URGENZA
Altra riforma dei Centri di assistenza urgenza (Cau). Cosa sono?
“I Centri assistenza e urgenza (CAU) – ha spiegato la professionista – sono servizi (dotati di area accoglienza, ambulatorio, area attesa/osservazione) dove lavorano medici ma anche infermieri. Qui c’è la possibilità di fare esami per rispondere a gran parte dei bisogni e delle urgenze a bassa complessità clinica e assistenziale (codici bianchi e verdi il 64,5% della casistica, che sale al 78% in periferia), sgravando così i pronto soccorso dove far confluire solo i casi più gravi – a Reggio Emilia sono solo il 18% i codici rosso! -. Queste strutture saranno una per ogni Distretto sanitario. Già operativi a Reggio (presso la casa della salute di via Brigata a Reggio dove ha sede per altro la centrale telefonica), entro fine anno Correggio, entro il 2024 Scandiano. Saranno attive H24 7 giorni su 7. A loro compete il garantire a tutti i cittadini la cura migliore e un percorso di assistenza personalizzato, in tempi rapidi e senza lunghe attese”.
Quali medici operano qui?
“38 medici specializzandi che hanno fatto il corso di emergenza urgenza, oltre ai medici di guardia medica dove presenti. Questi medici hanno diretto collegamento con i servizi specialistici degli ospedali, ma anche con il pronto soccorso del Santa Maria”.
Quali patologie possono accedere al Cau?
“Medicazioni, lesioni o dolori agli arti, eritemi, punture da insetti, febbre, lombalgia, dolori addominali, lievi traumatismi e ferite superficiali, irritazioni cutanee, dolori muscolari, coliche, sintomi influenzali, tumefazioni, nausea e vomito”.
Come si accede ai Cau?
“Mediante una chiamata alla Centrale telefonica cure non urgenti che è lo stesso della guardia medica (0522290001 e sarà precursore del numero unico nazionale che sarà 116117), ma anche con autopresentazione”
Chi vi può accedere?
“Tutta la popolazione regionale residente, compresi i domiciliati, senza alcun onere. Gli altri cittadini con una tariffa fissa di 20 euro ad accesso”.
QUALI I VANTAGGI DELLA RIORGANIZZAZIONE
Quali i vantaggi di questa riorganizzazione?
Ha risposto Marina Greci, direttrice del dipartimento di cure primarie dell’Ausl reggiana “si è efficientato il servizio, si sono dati più strumenti alla continuità assistenziale, si è migliorata la sicurezza, non si perderanno più le chiamate (i tempi di attesa medi sono di 7-8 minuti, con obiettivo di scendere a 4 minuti), sono separati i percorsi delle patologie tempo dipendenti dalle urgenza, si diminuiscono gli accessi impropri ai pronto soccorso”.
Si è accennato anche al tema dei medici di base: sono le nuove stabilizzazioni in 34 zone che erano carenti di questi si tratta di 18 conferme di medici incaricati già presenti.
PER IL FUTURO
“Stiamo facendo miracoli. In Germania la spesa sanitaria è di 2000 euro pro capite. In Italia meno di 2000 euro – ha concluso Cristina Marchesi – per altro aumenta l’esigenza di servizi sanitari all’aumentare del Pil. La proposta di legge per la riforma sanitaria intende portare il finanziamento della sanità al 7,5% del Pil (contro il 6,2% previsto dal Def di Draghi). La sanità però si trova di fronte a costi crescenti: per nuovi farmaci, per l’allungamento di vita, per malattie rare o tumorali ora curabili, eppure questi sono investimenti sulle persone”.