“Liberi di partire, liberi di restare” è il titolo dell’ottava edizione del Festival della Migrazione, la rassegna promossa da Fondazione Migrantes, Porta Aperta, UNIMORE e CRID, con il patrocinio del Comune di Carpi e il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, che si propone di sviluppare un confronto approfondito e non ideologico su un fenomeno complesso come quello delle migrazioni.
Un Festival itinerante, che anche quest’anno arriverà a Carpi con diverse iniziative volte a rappresentare il fenomeno migratorio, andando oltre lo stereotipo e il luogo comune. Tamara Calzolari, assessora al Servizi Sociali e Immigrazione, spiega: «Ormai da qualche anno il Comune vuole che Carpi sia protagonista del Festival, consapevoli che il tema della migrazione non si affronta con gli slogan o con i muri, ma gestendo dinamiche complesse che devono vedere il contributo di tutta la comunità: gli esperti invitati ci forniranno spunti importanti per il confronto». «Quello legato alle migrazioni è un fenomeno epocale – sottolinea Edoardo Patriarca, Portavoce della manifestazione –. Alla fine del 2022, stando ai dati Onu, 281 milioni di persone vivevano fuori dalla propria terra d’origine; 110 milioni di migranti forzati, in fuga non solo da guerre e persecuzioni, ma anche a causa di mutamenti climatici, siccità e miseria. La paura generata dall’altro va compresa e affrontata, non trasformata in programma elettorale. Si parla di vere e proprie tragedie, se si considera che negli ultimi dieci anni il Mediterraneo ha registrato naufragi che hanno causato almeno 28mila morti, oltre 22.300 dei quali lungo la rotta centrale».
Ad inaugurare la rassegna nella sede carpigiana è la proiezione del film “Io capitano” di Matteo Garrone, in programma mercoledì 25 ottobre alle 19.30 al Cinema Corso. Al termine della pellicola, l’Assessore ai Servizi Sociali e all’Immigrazione Tamara Calzolari introduce una tavola rotonda con Giuliano Albarani, presidente della Fondazione San Carlo di Modena, Daniela Cani dell’Area Tutela minori delle Terre d’Argine e alcune testimonianze locali.
A Carpi il Festival entra nel vivo nella giornata di venerdì 27 ottobre. Alle 9 al Cinema Corso viene nuovamente proposto “Io capitano”, questa volta in una proiezione riservata alle classi dell’Istituto superiore “Meucci”, con un intervento di Maurizio Maio. La rassegna si sposta poi in sala Duomo alle 16.30, con la sessione “Senza sviluppo, non c’è libertà di restare”, promossa da Focsiv, in collaborazione con AOI e il patrocinio di CONGER, e gli interventi di Edoardo Patriarca, Portavoce del Festival della Migrazione, del Sindaco di Carpi Alberto Bellelli, della Presidente AOI Silvia Stilli, del Presidente di Progettomondo Mario Mancini, della Direttrice di CEFA e COONGER Alice Fanti e del responsabile dell’area Relazioni internazionali, Sicurezza e Protezione Civile ANCI Antonio Regonesi. A seguire, alle 18.30, la sessione curata dalla Consulta per l’integrazione dell’Unione Terre d’Argine “Nuovi cittadini: un futuro sempre più interculturale” cerca di approfondire il tema dell’integrazione a partire da alcune domande: la diversità è un vantaggio o un fardello per le nostre città? Esistono strategie di sviluppo urbano che utilizzino un approccio interculturale attento alla diversità? La questione è dibattuta dal professor Bruno Ciancio, consulente ed esperto di approcci interculturali, Ermir Lushnjari, fondatore dell’app CAJ MALI e Dario Costi, professore di Progettazione architettonica presso l’Università di Parma.
L’ultimo appuntamento di giornata – alle 21 in sala Duomo – prende spunto dall’appello della XXII edizione della Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico “Custodire il cerato costruendo la pace” e vede confrontarsi Yassine Lafram, presidente dell’UCOII (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia) e Brunetto Salvarani, docente di Teologia del dialogo presso la Facoltà teologica dell’Emilia-Romagna.