«I cittadini stranieri regolarmente presenti sul territorio sono una realtà consolidata nel modenese e da anni, con la loro presenza, danno un contributo importante al mercato del lavoro e al nostro tessuto economico e sociale». Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato, commenta i dati elaborati dall’ufficio studi dell’associazione in merito ai cittadini stranieri presenti sul territorio modenese e alle imprese straniere operanti nella città della Ghirlandina.
Come emerge dai dati, in provincia di Modena, al 1° gennaio 2023 i residenti stranieri sono 92.733, pari al 16,9% del totale regionale, con un’incidenza sulla popolazione residente del 13,2%: un dato che fa di Modena la sesta provincia in Italia per maggior incidenza. Secondo l’elaborazione dell’ufficio studi Lapam Confartigianato, al 31 dicembre 2022 le imprese gestite da stranieri registrate in provincia di Modena sono 9.743, pari al 13,6% delle imprese totali in provincia. L’incidenza più elevata di imprese straniere sul totale delle imprese registrate in provincia si rileva nelle Costruzioni, dove circa un quarto delle imprese è gestito da stranieri. L’artigianato, con 4.376 imprese straniere, rappresenta il 44,9% delle quasi 10mila imprese totali gestite da stranieri. Oltre la metà delle imprese straniere artigiane (precisamente il 53%) si concentra sempre nelle Costruzioni. Secondo gli ultimi dati aggiornati al 2021, Modena è la dodicesima provincia in Italia per numero di lavoratori stranieri, pari a 66.005 cittadini stranieri di cui l’88,5% lavoratori dipendenti, il 10,2% lavoratori autonomi e l’1,3% parasubordinati. Il 76,6% dei dipendenti stranieri è impiegato nel settore privato non agricolo, il 16,9% è lavoratore domestico e il 6,5% è impiegato in agricoltura. Nel lungo periodo (dal 2012 al 2021) si osserva una crescita di lavoratori stranieri in provincia del 9,7%: nel 2021 si nota un +6% sui valori del 2019, dopo il calo registrato nel 2020. Il 19,1% dei lavoratori stranieri ha meno di 30 anni, il 24,8% ha tra i 30 e i 39 anni, il 29% tra i 40 e i 49 e il 27,1% ha 50 anni o più. Analizzando i dati dal 2012 al 2021 si assiste a un calo del numero di giovani lavoratori stranieri under 30 del 9% e risulta in calo anche la totalità dei lavoratori con meno di 50 anni (-5,2%), mentre risultano in costante crescita i lavoratori stranieri con 50 anni o più (+90%). Al 2021, il maggior numero di lavoratori stranieri proviene da Marocco, Albania, Romania, Cina e Moldavia.
«I cittadini stranieri regolari rappresentano una risorsa importante per il nostro territorio – conclude il presidente Luppi –. La nostra capacità di cittadini e di imprenditori deve consistere nel saperli accogliere e nel garantirgli un percorso che possa permettere loro di inserirsi in società. In questo senso, sarebbe importante che il Governo prevedesse la possibilità di far accedere gli immigrati a corsi di formazione professionale per imparare quei ruoli professionali di cui c’è più carenza al giorno d’oggi e di cui le nostre imprese hanno un disperato bisogno. In questo modo avremmo l’opportunità di inserire in azienda nuove figure e andare a colmare quei posti di lavoro a oggi scoperti per mancanza di manodopera specializzata».