Giusella Finocchiaro ph Alessandro Ruggeri

È stato presentato oggi all’Oratorio San Filippo Neri di Bologna, gremito per l’occasione, il Bilancio di Mandato degli otto anni che hanno visto Giusella Finocchiaro alla guida della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

«Sono stati anni bellissimi, durante i quali abbiamo portato a compimento, con passione e responsabilità, tutti gli impegni assunti» ha dichiarato Giusella Finocchiaro in apertura della serata. «Sono stati anni altresì impegnativi, ripagati dalla soddisfazione di lasciare una Fondazione forte e florida. In otto anni abbiamo aumentato il suo patrimonio netto del 4%: siamo passati da 231 milioni di euro del 2015, ai 240 milioni a fine 2022. Sono stati deliberati quasi 50 milioni di euro a favore del territorio, finanziando ben 2.735 progetti, di cui l’80% realizzati da terzi. Gli accantonamenti che siamo riusciti a effettuare consentiranno di mantenere inalterate le erogazioni per i prossimi tre anni. Sottolineo con orgoglio il ruolo che la Fondazione ha assunto nel corso degli ultimi due mandati: quello di soggetto innovatore, protagonista nel welfare, in una dimensione sussidiaria e autonoma».

«I nostri investimenti, in questi otto anni, si sono indirizzati principalmente verso due ambiti che ci stanno particolarmente a cuore: il sostegno alle donne e quello all’educazione, alla scuola e alla formazione. Abbiamo raggiunto risultati significativi e lo abbiamo fatto nonostante la complessità del periodo storico che abbiamo vissuto e che tutt’ora attraversiamo – ha aggiunto Finocchiaro. In uno scenario di profonde trasformazioni anche la nostra Fondazione si è evoluta. Per intercettare al meglio le necessità delle comunità, la nostra fisionomia è mutata, passando sempre di più a un modello partecipativo, in cui la Fondazione promuove, coordina, stimola e soprattutto aggrega. Solo così si può far fronte alle emergenze e costruire futuro».

Due sono i valori fondamentali che, dal 2015, la Fondazione ha contribuito a preservare «la coesione interna e l’autonomia dall’esterno. Mi piace rammentare che abbiamo assunto all’unanimità tutte le decisioni strategiche, e parallelamente, abbiamo continuato incessantemente a costruire la “rete”, con le istituzioni, gli imprenditori, le altre Fondazioni, in un continuo lavoro teso ad aumentare la nostra “leggibilità” per far comprendere la natura del nostro lavoro e ridurre le distanze con i membri della nostra comunità. Un profondo ringraziamento va a tutti coloro che hanno vissuto, insieme a me, questo mandato: i dipendenti, il direttore generale, i consiglieri di amministrazione e quelli di indirizzo, i membri dei collegi sindacali e degli organismi di vigilanza, il comitato investimenti»

Giusella Finocchiaro ha concluso: «uno dei più bei complimenti che ci è stato rivolto è che sappiamo creare la scintilla, conferendo fiducia a un progetto, e invitando altri ad aggregarsi per sostenerlo. Auguro alla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna di sapere avere cura di questa magica scintilla».

 

Le linee di intervento 2015/2023

Progetti nazionali e internazionali

Oltre a iniziative rivolte specificatamente alle comunità locali, la Fondazione ha sostenuto in questi anni progetti di respiro più ampio. A livello nazionale, ha confermato l’impegno nei progetti Fondazione con il Sud e Funder35, ha aderito al Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile e al Fondo per la Repubblica digitale.

Sul piano internazionale, la Fondazione è stata accreditata all’Economic and Social Council (ECOSOC), nell’ambito delle Nazioni Unite, partecipando ai lavori della Commission on the Status of Women, sul tema dell’impatto del digitale sulla condizione femminile.

 

Arte, attività e beni culturali

L’arte e la cultura concorrono al benessere individua­le e comunitario, offrendo chiavi innovative per leggere e interpretare la realtà. In quest’ottica, l’impegno della Fondazione è stato quello di investire nella cultura come elemento fondante dei rapporti sociali: è stata data priorità alle proposte che elevano la cultura a strumento di integrazione, accessibile a tutte e a tutti. Sono state incoraggiate iniziative di welfare culturale rivolte in particolare alle giovani generazioni con percorsi di formazione dedicati a tutte le espressioni artistiche, dal teatro alla musica, dalla danza all’arte figurativa.

Un sostegno stabile è stato quello al sistema teatrale di Bologna e Ravenna – mai interrotto nemmeno nel periodo della pan­demia – che ha valutato la capacità delle singole realtà di introdurre progetti innovativi, dedicati alla formazione di nuovi pubblici.

In questo contesto si inserisce l’attività di valorizzazione dell’Oratorio San Filippo Neri, punto di riferimento della vita culturale bolognese, grazie alla programmazione curata dalla Fondazione insieme a Mismaonda, che ogni anno offre gratuitamente multiformi occasioni di condivisione culturale con un ricco palinsesto di spettacoli, rassegne, percorsi tematici e installazioni artistiche.

Un significativo investimento è stato fatto anche nell’associazio­nismo musicale, aiutando la nascita di nuove realtà e privilegiando progetti finalizzati alla formazione di giovani talenti, all’educazione alla musica e all’ascolto.

In tema di tutela e valorizzazione dei beni artistici, la Fondazione ha offerto sempre il suo supporto ai musei bolognesi e ravennati, per quanto concerne le collezioni, le attività didattiche e quelle di mediazione del patrimonio. Sul fronte delle attività espositive, durante Art City, la Fondazione ha promosso e organizzato, all’Oratorio e a Palazzo Paltroni, importanti mostre che negli anni hanno registrato un grande successo, con una media di circa 10.000 presenze per ciascuna mostra. Tra le esposizioni curate dalla Fondazione ricordiamo anche quelle organizzate in occasione di Bilbolbul – Festival Internazionale di Fumetto e Bologna Children’s Book Fair.

Una voce importante è rappresentata dagli archivi, soprat­tutto per quanto riguarda il progetto Una città per gli archivi e la collaborazione con la Cineteca di Bologna.

Infine, non è mancato il sostegno a progetti editoriali, con la pubblicazione di libri ideati da artisti locali, ristampe di volumi fuori catalogo e testi per l’infanzia.

 

Servizi alla persona e solidarietà

La Fondazione, già da tempo impegnata in un profondo ripen­samento del proprio agire sociale, ha saputo reagire alle crisi plurime che si sono susseguite facendo perno sulla logica del “buon investimento”, rafforzando le procedure di valutazio­ne ex ante, selezionando gli interventi più efficaci.  Sono state circa 900 le progettualità sostenute sui territo­ri, mantenendo sempre saldo il principio dell’azione sussidiaria, fondamentale per catalizzare la mobilitazione di risorse di terzi.

In merito ai principali settori d’ intervento in ambito sociale, si segnala quello relativo alla salute pubblica, che si è focalizzato soprattutto sui temi della prevenzione, con particolare riguardo alle difficoltà e ai disagi conseguenti il periodo pandemico; l’assistenza agli anziani, con intervenuti a sostegno dell’invecchia­mento attivo e al benessere dei soggetti affetti da patologie pro­gressive e invalidanti; l’assistenza e la cura di persone con patologie e disturbi psichici e diversa abilità fisica, implementando progetti di inserimento lavorativo, di percorsi sperimentali di autonomia e interventi educativo-ricreativi.
Per quanto riguarda la famiglia hanno prevalso gli aiuti a donne in difficol­tà, agli immigrati, nonché gli interventi di contrasto alla marginalizzazione delle famiglie più svantaggiate e di empowerment delle persone in difficoltà.
Nell’area della crescita e formazione giovanile l’interesse della Fondazione si è focalizzato sulla pro­mozione delle pari opportunità educative e del contenimento della dispersione scola­stica. Altre proposte hanno riguardato percorsi di sensibilizzazione a tematiche quali la prevenzione ai disturbi del comportamento alimentare o incontri sui temi della legalità e della cittadinanza attiva.
Rilevanza sociale hanno rivestito anche i progetti per giovani in carico ai servizi di Giustizia Minorile con interventi di potenziamento delle atti­vità condotte presso l’Istituto Penale Minorile del Pratello di Bologna.

Ricerca scientifica e tecnologica

Nel campo della promozione e sviluppo delle conoscenze scientifiche dal 2015 al 2022 sono stati finanziati 125 progetti di ricerca, con un investimento totale di oltre 2 milioni e mezzo di euro.
Da tempo la Fondazione si concentra sul finanziamento di progetti di ricerca in area biomedicale, offrendo supporto diretto a giovani ricercatori che operano nei territori di competenza. A partire dal 2023 la Fondazione investe specificatamente su ricercatori con contratto a tempo determinato, per permettere loro di proseguire la carriera intrapresa attirando ulteriori finanziamenti.
Dai tradizionali filoni tematici sostenuti finora, l’interesse della Fondazione si orienta, a partire da quest’anno, al supporto di tre macroaree: ricerca traslazionale su tecnologie per la salute, ricerca medico-clinica, e ricerca psicologica e sociologica traslazionale.
La Fondazione sostiene inoltre la realizzazione della Torre Biomedica all’interno del Policlinico di Sant’Orsola, il Festival della Scienza Medica, e l’ormai tradizionale intervento nelle scuole per promuovere una sana alimentazione e corretti stili di vita di Una Settimana per una Vita Sana.
In tema di divulgazione scientifica, infine, la Fondazione organizza ogni anno un even­to pubblico dal titolo Finanziare la ricerca per la salute, che presenta alla cittadinanza i risultati di alcuni dei progetti di ricerca finanziati e, dal 2023, offre il suo sostegno all’evento internazionale Pint of Science.

Sviluppo Locale

Tra il 2015 e il 2023, alla luce di profonde trasformazioni sociali, che hanno inciso maggiormente sulle fasce più deboli della popolazione, la Fondazione ha intercettato le iniziative in grado di contrastare più efficacemente il procedere della crisi.
Al fine di assicurare una programmazione di lungo respiro, sono state individuate alcu­ne linee d’intervento specifiche, tra le quali la più recente è quella dedicata allo Sviluppo socio-economico degli Appennini. La Fondazione ha posto al centro dell’attenzione le aree territoriali dell’alto e del basso Appennino – da sempre soggette a criticità infrastrutturali, demografiche ed economiche – con iniziative volte a favorire l’inclusione sociale, l’orientamento educativo, l’internazionalizzazione delle imprese locali.
Per quanto riguarda le azioni a sostegno di Immigrazione, integrazione, contrasto alle violenze e alle diseguaglianze so­ciali, l’intento della Fondazione è stato quello di avvantaggiare il processo di inclusione delle persone con backgroud migratorio attraverso azioni concrete quali l’inserimento lavorativo, la conoscenza del territorio di appro­do, l’aggiornamento professionale, la valorizzazione delle competenze pregresse e lo scambio culturale.
Un’altra linea d’intervento si è focalizzata sull’Innovazione tecnologica, la ri­cerca, l’impresa e l’inserimento lavorativo. Si sono finanziate quelle iniziative che operavano a favore dei lavoratori disoccupati, dei giovani e delle donne, con attenzione a progetti incentrati sulla diffusione della cultura d’impresa, soprattutto all’interno degli istituti scolastici.
In merito alla direttrice dedicata allo Sviluppo del territorio sono stati incentivati progetti relativi alla diffusione della cultura della partecipazione e del­la cura dei beni comuni, sono state implementate azioni per contrastare la scomparsa dei saperi artigiani e, più recentemen­te, è stata promossa l’importante ricerca del Censis Bologna, assetti, prospettive e inquietudini di una città matura, presentata lo scorso aprile.
Infine, per il filo rosso che lega le tantissime iniziative realizzate in questi anni, sono da ricordare  anche le azioni messe in campo nell’ambito dell’Alta formazione, che hanno permesso a giovani studenti e neo laureati di svolgere esperienze formative all’estero.