ROMA (ITALPRESS) – “Secondo le informazioni più recenti, l’indebolimento dell’attività economica potrebbe essere meno pronunciato e di più breve durata rispetto a quanto ci si attendeva solo pochi mesi fa. Segnali incoraggianti provengono dall’andamento della fiducia di famiglie e imprese e dall’aumento degli indici dei direttori degli acquisti, tornati in tutti i settori sopra la soglia che corrisponde a un’espansione dell’attività”. Lo ha detto Sergio Nicoletti Altimari, capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, nell’audizione davanti alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sul Documento di Economia e Finanza.
“Nelle inchieste condotte dalla Banca d’Italia tra febbraio e marzo, sono ancora migliorati i giudizi delle imprese sulla situazione economica generale, sostenuti da valutazioni favorevoli sull’evoluzione della domanda e dall’attenuarsi delle difficoltà legate ai costi dell’energia e alla disponibilità di materie prime e input intermedi – ha proseguito Altimari -. La produzione industriale, dopo essere diminuita nella seconda metà del 2022, dovrebbe essere lievemente aumentata nella media dei primi tre mesi dell’anno. Nello stesso periodo anche l’occupazione ha continuato a espandersi”.
“Valutiamo che questi andamenti possano essersi tradotti già nel primo trimestre dell’anno nel ritorno a una crescita del prodotto, seppur modesta. Nel contempo, l’inflazione ha iniziato a ridursi dal picco raggiunto lo scorso autunno, portandosi all’8,1 per cento in marzo (dal 12,6 in novembre). L’inflazione di fondo, seppur marginalmente diminuita nello stesso mese (al 5,3 per cento), rimane sospinta dalla trasmissione ai prezzi finali dell’aumento dei costi di produzione derivante dai passati rincari dell’energia”, ha detto ancora Altimari, che ha spiegato: “Nel complesso il quadro di breve termine appare lievemente più favorevole rispetto a quello sottostante alle nostre ultime proiezioni pubblicate a gennaio, che indicavano un aumento del PIL dello 0,6 per cento nell’anno in corso e una sua accelerazione all’1,2 per cento nei due anni successivi”.
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