Ultime piantumazioni, a un anno dalle prime, nel Parco della Cappuccina, in vista dell’inaugurazione pubblica prevista sabato 1° aprile: sono infatti anche state completate le ultime parti, cosa che permette di rimuovere la recinzione tranne che nello spazio polifunzionale al centro del Parco stesso, una pedana lignea il cui collaudo è previsto la prossima settimana.
Spiega Riccardo Righi, Assessore a Urbanistica e Ambiente: «La stagione vegetativa non è ancora matura, e dovremo aspettare maggio per vederla nel pieno della sua fioritura, la natura ha bisogno del suo corso e nel caso della Cappuccina è appena iniziato, ma nel frattempo è giusto appropriarsi dello spazio e iniziare a fruirne come città».
Il progetto esecutivo, pubblicato nell’estate 2020, è dell’architetto reggiano Marzia Zamboni, che con le colleghe Elisa Ferretti, Anna Bonvicini, Arianna Bordina – aveva battuto 16 proposte giunte da varie parti d’Italia al termine di un concorso internazionale. La vincitrice aveva così sintetizzato il senso del proprio lavoro: «Un parco lineare nel paesaggio agrario ritrovato, che, come solco nei campi, produrrà nuove connessioni urbane».
Nell’agosto 2021 i primi interventi destinati a trasformare i cinque ettari fra via Lenin e viale dei Cipressi in un parco per “ricucire” le zone circostanti (parco della Resistenza, cimitero, polo scolastico di via Peruzzi): dei 55mila metri quadri totali, circa 14mila son destinati a parco vero e proprio, recuperando a terreno agricolo il resto. Altre caratteristiche sono: la valorizzazione del “Passo della cappuccina” con parziale tombamento del fosso; la ricostruzione del paesaggio agrario attraverso il “parterre di campi”, caratterizzato da prati alti polifiti (più specie di piante), interessante sia per la biodiversità sia per salvaguardare la fertilità del suolo; la definizione del “parco lineare” attraverso il percorso di 550 metri, tutto accessibile, che si snoda nella fascia di prato calpestabile e fruibile. Il materiale del percorso è in calcestruzzo con finitura a spolvero chiara, per un’utenza ampliata, oltre che per ragioni di manutenzione e durata; altri elementi identitari del parco, a caratterizzarne l’immagine, il “Recinto del cimitero”, coperto (rivestito) con specchi e verde rampicante, alternati; il “Filo di Carpi”, « congegno compositivo ordinatore che informa l’estetica del Parco », inizialmente riguardante l’area di ingresso, la zona ‘teatro’ e il sistema d’illuminazione.