L’intervento del presidente della Provincia di Modena, Emilio Sabattini, in occasione del 9 maggio, Giornata della memoria per le vittime del terrorismo e delle stragi, che verrà diffuso a tutti i dipendenti della Provincia.


«Oggi, 9 maggio, si celebra la Giornata nazionale del ricordo per le vittime del terrorismo e delle stragi. La data scelta – il giorno dell’uccisione di Aldo Moro, del quale ricorre quest’anno il trentesimo anniversario – riassume simbolicamente la tragedia della lotta armata allo Stato, che tanto dolore e distruzione ha provocato nel nostro Paese. Una follia dalla quale, purtroppo, il nostro Paese non è ancora immune, come ci ricorda l’uccisione del professor Marco Biagi. Abbiamo deciso di onorare in modo solenne questa ricorrenza perché riteniamo che sia necessario portare all’attenzione di tutti, e in modo particolare delle giovani generazioni, una riflessione su quella drammatica stagione.
Oggi i giovani non sanno chi sia Aldo Moro, forse neppure chi siano state le Brigate rosse. Non conoscono le ragioni di un attacco così violento e sistematico alle istituzioni, colpendo chi era impegnato a difesa dello Stato e della società civile, i riformisti che operavano concretamente per un miglioramento della società dall’interno, o cittadini incolpevoli che si sono trovati al momento sbagliato nel posto sbagliato.
Il pubblico dibattito si riduce, tutt’al più, a valutazioni sull’opportunità che questo o quell’ex terrorista possa rilasciare interviste, tenere lezioni nelle università, parlare in pubblico. Un dibattito che a Modena si è riproposto, purtroppo, anche qualche giorno fa.
Ma questa è solo la fine di un ragionamento, che è possibile soltanto se si è fatta chiarezza su ciò che c’è stato prima, sulla stagione drammatica del terrorismo. Ascoltando, questa volta, l’altra parte della storia: quella, cioè, di chi è stato vittima di quella stagione. Riflettendo sul valore del loro lavoro, sull’importanza del loro sacrificio, e anche sulle conseguenze che la loro uccisione ha comportato per tante famiglie. Mogli, figli, fratelli ai quali è stata tolta la possibilità di una vita normale.
Per questo, nel celebrare questa Giornata, abbiamo voluto rivolgere la nostra attenzione ai parenti delle vittime del terrorismo e delle stragi. Persone verso le quali il Paese ha un debito di riconoscenza. Domani, a conclusione di una seduta straordinaria del Consiglio provinciale dedicata a questo tema, abbiamo chiesto a Mario Calabresi – figlio del commissario di polizia ucciso dalle Br e autore di un bellissimo libro che racconta le storie della sua e di altre famiglie vittime del terrorismo – di incontrare alcuni studenti delle scuole superiori. Un piccolo contributo a “conservare, rinnovare e costruire una memoria storica condivisa in difesa delle istituzioni democratiche”, così come ci invita a fare la legge che ha istituito questa Giornata».