Università di Catania e Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna insieme per lo sviluppo sinergico di attività di ricerca nell’ambito dei biomateriali, dispositivi medici, modelli preclinici e medicina in silico.

È quanto prevede l’accordo di collaborazione siglato stamattina nel corso di un incontro al Palazzo centrale dell’Università di Catania.

L’accordo è stato siglato dal dott. Anselmo Campagna, direttore generale dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, e dal prof. Francesco Priolo, rettore dell’Università di Catania, alla presenza della dott.ssa Milena Fini, direttrice scientifica del Rizzoli, e dei due responsabili scientifici delle attività di ricerca, per il Rizzoli il prof. Nicola Baldini, direttore del Dipartimento Rizzoli-RIT (Research, Innovation & Technology), e per Unict il prof. Giovanni Marletta del Dipartimento di Scienze chimiche. All’incontro hanno preso parte anche il prof. Salvatore Baglio, delegato del rettore alla Ricerca dell’ateneo catanese, e il dott. Giampiero Ciglione, direttore amministrativo del Rizzoli.

Le due istituzioni, nell’ambito dell’accordo di durata triennale, svilupperanno e coordineranno un Programma di Ricerca e Sviluppo Congiunto sulla base di tre progetti esecutivi che promuoveranno l’accesso di ricercatori e studenti oltre alla realizzazione di attività di ricerca e sviluppo.

In particolar modo il programma delle attività di ricerca in collaborazione si baserà sui primi tre progetti – “Biomateriali e Biointerfacce”, “Impianti e Biosensori” e “Medicina in silico” – già definitivi che prevedono lo sviluppo e la caratterizzazione di nuovi materiali per applicazioni biomedicali con un focus sui materiali green da fonti di riciclo a scopo di medicina rigenerativa/ingegneria tissutale e per creare modelli per saggi farmacologici.

Previsto anche lo sviluppo di dispositivi medici smart per applicazioni ortopediche, lo studio delle interazioni fra biomateriali e tessuti umani al variare delle condizioni ambientali anche per applicazioni di drug screening. E, inoltre, lo sviluppo di modelli computerizzati della fisiologia e patologia umana finalizzati al supporto della decisione clinica (Digital Twin in Healthcare) e allo sviluppo e valutazione di prodotti medicali, sia farmaci che dispositivi medici (In Silico Trials).

Le attività di ricerca si svolgeranno nei locali del Centro per la ricerca e l’Innovazione in Bio e Nanotecnologie BRIT della Torre Biologica “Ferdinando Latteri” dell’ateneo catanese, in uno spazio destinato al Rizzoli.

«A pochi giorni dall’accordo sottoscritto con Humanitas University, l’Università di Catania stringe un’altra importante alleanza con l’Istituto Ortopedico Rizzoli, uno degli istituti di cura e di ricerca scientifica più prestigiosi d’Italia – spiega il rettore Francesco Priolo. – Stiamo costruendo un network di partnership strategica nel campo della salute e delle scienze della vita per mettere a disposizione dei nostri docenti e ricercatori e soprattutto dei nostri studenti collaborazioni e laboratori di avanguardia per il progresso della ricerca e delle sue applicazioni nel campo dei biomateriali, dispositivi medici, modelli preclinici e della medicina in silico. Siamo particolarmente fieri che il Rizzoli abbia scelto proprio Catania come suo interlocutore scientifico nel territorio siciliano grazie alle competenze riconosciute dei docenti e ricercatori catanesi e alle modernissime strutture dell’ateneo».

«Questo accordo con l’Università di Catania consolida la presenza del Rizzoli in Sicilia in un’ottica di collaborazione sempre più articolata e di alto profilo scientifico – commenta il direttore generale Anselmo Campagna. – La vocazione alla ricerca è una caratteristica distintiva del nostro Istituto sin dalla sua fondazione e si manifesta oggi nei numerosi progetti internazionali in cui siamo impegnati e in un ruolo di primo piano dei nostri ricercatori nella comunità scientifica globale. Le attività di ricerca che porteremo avanti a Catania hanno un grande potenziale per lo sviluppo di nuove opportunità di cura, per rispondere a problemi di salute che oggi non trovano soluzione, e questa è d’altronde la nostra funzione come IRCCS: siamo un ospedale di ricerca e il nostro auspicio, certi dei risultati di questo accordo, è anche per un futuro di collaborazione in ambito assistenziale, portando così i risultati dal laboratorio al paziente».

 

In foto un momento della firma alla presenza dei rappresentanti delle due istituzioni