Il primo fondamentale pensiero è stato per i partigiani, ”per tutti quelli che presero le armi
contro l’invasore”, ma senza dimenticare anche il ”rispetto per i caduti e gli sconfitti” che militavano dall’altra parte. Il presidente del Senato Franco Marini, parlando a Bologna
alla cerimonia per il 63/o anniversario del 25 aprile, in una manifestazione segnata anche dalla quasi totale assenza sul palco di un rappresentante del centro destra, ha dedicato le sue parole alle migliaia di uomini, donne e ragazzi che ”combatterono per la liberta’ di tutti”.


Marini ha voluto sottolineare come la guerra ”non fu solo contro i nazisti, ma fu anche una guerra civile fra italiani che credevano ancora nel
fascismo e altri che, dopo i fallimenti del Regime, volevano la democrazia e la libertà”. Il presidente del Senato ha osservato come sia ”doloroso e difficile sfogliare le pagine di una guerra civile”, ma ha aggiunto di voler rievocare questi aspetti ”non per metterli sullo stesso piano della Resistenza, come qualcuno ha pur tentato di fare. Non fu così perchè da una parte c’era chi si batteva per la liberta”’. Ma per ”ricordarci sempre tutti – ha proseguito – che si deve avere rispetto per i caduti e per gli sconfitti, per tutti i caduti
del nostro paese perchè da questo rispetto nasce la base comune per rafforzare la nostra democrazia repubblicana”.

La cerimonia, alla quale erano presenti fra gli altri il sindaco di Bologna Sergio Cofferati, era stata preceduta dalla deposizione di corone davanti al sacrario dei caduti partigiani e dall’alzabandiera, accompagnato dall’Inno di Mameli, dell’Inno
alla gioia di Beethoven e delle note del Piave.
”E’ un vero peccato, non ne capisco le ragioni. Perchè il 25 Aprile è una festa di tutti
gli italiani”. Così il sindaco di Bologna ha risposto ai giornalisti che gli hanno chiesto un parere sull’assenza di esponenti del centro destra dalla piazza in cui si è celebrato il 25 Aprile, con il presidente del Senato Franco Marini.
”Marini ha usato parole ferme e attente – ha aggiunto Cofferati – Ferme, nel riconoscere il valore della nostra democrazia. E attente, nel prospettare esigenze di integrazione e arricchimento della Costituzione”.