Importante svolta nelle indagini relative alla efferata rapina compiuta nella frazione Veggia nel Comune di Casalgrande ai danni di un benzinaio la sera del 12 settembre scorso. Come noto l’uomo, 53enne, dipendente del distributore di benzina Ener fuel di Sassuolo, mentre era intento a depositare l’incasso della giornata presso un istituto bancario reggiano, è stato attinto da un colpo di pistola esploso durante le concitate fasi della rapina.
I Carabinieri del nucleo investigativo del Comando Provinciale di Reggio Emilia congiuntamente ai colleghi della Sezione Operativa della Compagnia di Reggio Emilia e della stazione di Casalgrande, con la collaborazione dei colleghi del nucleo operativo della Compagnia di Sassuolo, nel corso delle indagini coordinate costantemente dalla Procura reggiana, hanno dato esecuzione al decreto di fermo di delitto del Pubblico Ministero nei confronti di un modenese. Provvedimento restrittivo emesso dal Procuratore Capo di Reggio Emilia con il Sostituto Procuratore titolare delle indagini, che concordavano con le risultanze investigative dei Carabinieri reggiani.
La persona fermata perché indiziata di delitto è un 28enne pregiudicato sassolese, su cui sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di tentato omicidio aggravato, rapina aggravata, detenzione e porto illegale di munizioni e simulazione di reato. L’uomo è anche accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti poiché, nel corso della perquisizione domiciliare effettuata presso il suo domicilio, i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato 2 etti di marjuana. Nella vicenda è coinvolta anche la fidanzata del fermato, una 26enne abitante nel comprensorio ceramico reggiano, denunciata in stato di libertà per favoreggiamento personale, avendo posto in essere condotte volte ad eludere le indagini.
I FATTI
Erano da poco passate le 20:30 del 12 settembre scorso, quando i carabinieri reggiani intervenivano in via Radici della frazione Veggia di Casalgrande e precisamente nei pressi della Banca Popolare Emilia Romagna, dove poco prima un benzinaio 53enne, con attività nel limitrofo comune di Sassuolo, aveva subito una rapina a mano armata ad opera di due persone, in parte travisate, all’atto di depositare presso la cassa continua della stessa banca i bussolotti relativi all’incasso del distributore di benzina in cui lavora. La vittima, nel tentativo di opporsi alla rapina, aveva ingaggiato una colluttazione con uno dei rapinatori, durante la quale era stato attinto da un colpo di pistola al ginocchio sinistro. Alcuni persone presenti nelle vicinanze del luogo della rapina, sentendo i colpi di pistola, intervenivano in aiuto della vittima. Il rapinatore quindi, impossessatosi di uno dei tre bussolotti che nel frattempo erano caduti a terra, contenente la somma di 3.500 euro, si dava alla fuga salendo su una Lancia Y bianca, dileguandosi in direzione Sassuolo della quale alcuni testimoni dell’episodio rilevavano parte della targa.
INDAGINI
Dagli accertamenti immediatamente svolti sulle prime risultanze testimoniali, emergeva che alle successive ore 23:00 circa la centrale operativa della Compagnia Carabinieri di Sassuolo aveva inserita in Banca Dati SDI la predetta autovettura quale oggetto di ricerche, in quanto la proprietaria del mezzo, rivelatasi poi essere la fidanzata del fermato, si era presentata presso quella caserma denunciandone il furto ad opera di ignoti, avvenuto alle precedenti ore 20, senza però formalizzare l’atto di denuncia. L’atteggiamento tenuto dalla ragazza durante la sua permanenza in caserma, unito alle apparenti incongruenze nella successione temporale degli eventi così come dalla stessa esposti, induceva i carabinieri a svolgere mirati accertamenti per rintracciare il veicolo e sui suoi possibili spostamenti nella zona di Sassuolo/Casalgrande e comuni limitrofi. Tali attività evidenziavano come il mezzo, poco prima della rapina, fosse stato individuato nell’area del comprensorio ceramico, con a bordo la ragazza ed il 28enne. Le ulteriori investigazioni consentivano di acclarare che il furto denunciato era risultato essere una simulazione per coprire la rapina ed i suoi esecutori, che si erano dati alla fuga sulla predetta auto, abbandonandola successivamente nella zona delle Terme della Salvarola, dove veniva rinvenuta nella giornata del 14 settembre. Gli elementi presenti sull’autovettura in sede di sopralluogo contribuivano a dare ulteriori riscontri in ordine alla partecipazione del fermato all’evento criminoso.
Nel prosieguo delle attività d’indagine, svolte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, congiuntamente ai colleghi della Compagnia di Reggio Emilia e Sassuolo, nella notte tra il 16 ed il 17 settembre, sotto il costante coordinamento della Procura reggiana, diretta dal Procuratore Capo Gaetano Paci, venivano acquisiti ulteriori gravi e concordanti indizi di colpevolezza a carico del 28enne, culminati con l’emissione del decreto di fermo disposto dal pubblico Ministero, eseguito alle prime ore del mattino. L’arrestato, terminate le formalità di rito, è stato associato presso la Casa Circondariale di Reggio Emilia.
Gli approfondimenti investigativi dell’Arma non si fermavano però al fermo dell’indagato, ma venivano reiterati nel corso della mattinata del 17 cosicché nel primo pomeriggio, in un luogo non lontano dal domicilio dell’indagato dove all’atto della cattura era stata condotta la perquisizione, veniva rinvenuta una pistola semiautomatica risultata essere del medesimo calibro di quella utilizzata nel corso della rapina, ed una felpa scura con cappuccio del tutto compatibile con quella indossata da uno dei rapinatori.
Nella giornata del 19 settembre scorso si è svolta presso il Tribunale di Reggio Emilia l’udienza di convalida del fermo, durante la quale il GIP, confermando quanto risultato nelle indagini, convalidava il fermo emettendo nel contempo la misura cautelare.
Allo stato attuale gli accertamenti investigativi sono ancora in pieno svolgimento per evidenziare ulteriori aspetti dell’evento criminoso, ma soprattutto per identificare l’altro complice nella rapina.