“Se bastasse una raccolta firme per risolvere i problemi strutturali della sanità italiana, alle prese con una carenza di professionisti senza precedenti, certamente non avrei avuto problemi a promuovere iniziative di questo genere o ad aderire ad analoghe raccolte che, già diversi mesi fa, sono state promosse da cittadine e cittadini giustamente preoccupati per la situazione che si è generata.
Appare però evidente che quella sostenuta dal sindaco Daviddi e promossa da ‘Noi per Casalgrande’ appare l’ennesima mossa utile solo a gettare fumo negli occhi dei cittadini, l’ennesima iniziativa strumentale per provare a ‘intestarsi’ il ruolo di paladini del Magati. Il tutto senza proporre una soluzione concreta al problema che caratterizza ad oggi in modo irrisolto il tema: la penuria di medici di emergenza urgenza capaci di garantire la presenza sui turni di Pronto Soccorso.
Forse una raccolta firme andrebbe lanciata per la riforma dell’università o per l’abolizione del numero chiuso a Medicina…
Assicuro ai casalgrandesi che la Direzione Sanitaria, provinciale e distretturale, dell’AUSL e i vertici della Regione Emilia Romagna, sono ampiamente consapevoli che tutti i cittadini vogliono la riapertura del Pronto Soccorso dell’ospedale Magati di Scandiano. Qualora dovessero dimenticarselo… assicuro che il sottoscritto provvede a ricordarglielo con frequenza quotidiana.
Come ben sottolineato anche da altri gruppi di opposizione, come quello guidato da Angelo Santoro, non sarà un’altra raccolta firme, promossa a fini politici, a cambiare la situazione.
Dobbiamo insistere nella ricerca, difficile ma necessaria, di professionisti – sia dal settore pubblico sia dal privato – che possa garantire un’apertura almeno inizialmente diurna del nostro PS.
Dobbiamo insistere coi bandi di reclutamento, anche continuano ad andare deserti.
Dobbiamo lavorare parallelamente a soluzioni strutturali, di lungo periodo, per far sì che venga riconosciuto al nostro Pronto Soccorso un ruolo di presidio territoriale importante.
Per fare questo l’ultima cosa che serve è che il Magati diventi teatrino, stucchevole, di uno scontro politico utile a raggranellare un consenso tanto facile quanto aleatorio. Serve impegno quotidiano, non boutade. Serve responsabilità e costanza di azione, non sparate sporadiche che in genere finiscono come i classici sassi lanciati nello stagno”.