“È un mondo che va all’indietro, come afferma il rapporto delle Nazioni Unite. Si stima che a causa della guerra aumenteranno da 276 a 355 milioni le persone in situazione gravissima per carestie alimentari. Davanti a una crisi alimentare senza precedenti, peggiorata dalla guerra in Ucraina, è chiaro che, se non saremo capaci di trovare soluzioni, assisteremo a fenomeni migratori altrettanto senza precedenti”, ha affermato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli introducendo l’informazione sull’emergenza Ucraina al Consiglio comunale nella seduta di giovedì 7 luglio.
Il sindaco ha dunque sottolineato la situazione di stallo del conflitto che porta ogni giorno nuovi lutti e nuove tragedie e che “bisogna quindi riavviare ed intensificare i colloqui di pace, perché non solo i cittadini ucraini ma tutto il mondo ha bisogno che i combattimenti cessino. È una strada difficile, senza certezze e punti fermi tranne uno: protagonista deve essere l’Unione Europea, terra di dialogo e di pace”.
Intanto, l’emergenza umanitaria continua a crescere senza particolari picchi nei flussi. Secondo l’agenzia Onu per i rifugiati, dal 24 febbraio già più di 8,4 milioni di ucraini hanno lasciato il loro paese e secondo i dati del Viminale, 144.838 si sono rifugiati in Italia; 132.619 hanno presentato domanda di protezione temporanea, di questi circa 16mila in Emilia-Romagna e 2.513 a Modena e provincia. Sul territorio regionale le presenze registrate sono circa 23mila. A livello nazionale, dal 30 aprile al 4 luglio, sono state 62.822 le domande per il contributo di sostentamento destinato ai rifugiati ucraini, di queste 7.632 in Emilia-Romagna e 1.220 a Modena e provincia.
Muzzarelli ha anche ricordato le nuove disposizioni introdotte dall’ordinanza di Protezione Civile di fine giugno; in particolare per allineare le disposizioni emergenziali sull’assistenza ai minori stranieri non accompagnati, si prevede un rimborso dei costi sostenuti fino a un massimo di 100 euro al giorno pro capite, ai Comuni che accolgono minori non accompagnati ucraini in strutture autorizzate o accreditate e che sostengono oneri relativi all’affidamento familiare.
Complessivamente sono 3.250 (la metà minori) gli ucraini che in questi mesi hanno dichiarato la loro presenza a Modena e provincia e si stima che circa 400 abbiano già lasciato il territorio modenese per tornare in Ucraina o spostarsi altrove.
Per quanto riguarda l’accoglienza sul territorio comunale, le persone che hanno segnalato la loro presenza al Centro Stranieri del Comune di Modena sono 839, di cui 480 minori. Per i minori, il Centro Stranieri sta svolgendo istruttorie rispetto alla documentazione attestante i legami genitoriali (la Questura ha segnalato per questa verifica 233 persone) e istruttorie per minori segnalati al Tribunale perché accompagnati da figure adulte non genitori (78 i casi segnalati dalla Questura al Tribunale). Rispetto a minori e nuclei per i quali sono in corso le istruttorie, in 97 casi (42 adulti di riferimento e 55 minori) le persone non sono più presenti perché avrebbero fatto rientro nel loro paese.
Le persone ucraine accolte in Cas dalla Prefettura sono 156 (ulteriori 12 ingressi sono programmati la prossima settimana) a fronte delle 289 segnalati ai fini dell’accoglienza; sono praticamente esaurite le accoglienze in albergo tramite i canali della Protezione Civile, mentre gli inserimenti in famiglia condotti insieme alla Caritas coinvolgono 20 persone.
Per quanto riguarda i centri estivi, sono state registrate e gestite una trentina di richieste, mentre sul fronte scuola, in vista della ripartenza di settembre, sono giunta al Settore Istruzione 15 nuove richieste di inserimento: 3 al nido, 1 per l’infanzia, 4 per la primaria, 3 per le scuole medie e 4 per le superiori; mentre i minori già inseriti a scuola prima di giugno proseguono il percorso intrapreso. Gli uffici, attraverso contatti di persone e famiglie, stanno però cercando di lavorare sui minori presenti sul territorio che, ad oggi, non hanno fatto richiesta di inserimento scolastico, in modo da preparare tutto per tempo nel caso decidano di rimanere.
Il sindaco ha concluso con alcune considerazioni sul fronte economico. Innanzitutto, la preoccupazione per l’inflazione in Italia: “mai così alta dal 1986 e con preoccupante balzo in avanti dei prezzi rispetto a gennaio 2022”. Un aspetto per altro non fuori scala rispetto agli altri Paesi dell’Eurozona: “Ciò testimonia quanto sia delicata la situazione che vive il nostro continente e di quanto sia necessario trovare soluzioni politiche ed economiche unitarie”, ha ribadito ricordando che “la speculazione internazionale su energia, materie prime e altri beni di prima necessità è iniziata ben prima del 24 febbraio, ma è altrettanto vero che il perdurare della guerra concorre a tenere lontano la soluzione”. E ha infine ricordato le ripercussioni negative che la crisi idrica e la siccità avranno per l’agricoltura e per tutta l’economia di un Paese e di una città in cui l’agroalimentare è fondamentale”.