Museo civico, l’allestimento di “Storie d’Egitto” in cui i reperti esposti dialogano con strumenti digitali di narrazione

Unire cultura classica e innovazione, proponendo nuovi modi di fruizione del patrimonio archeologico e formando professionisti in grado di gestirli. È l’obiettivo di “Digitarch”, la summer school internazionale per la formazione di curatori di collezioni digitali per l’archeologia, promossa dal dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna, alla quale partecipa anche il Museo civico di Modena che, fino a venerdì 8 luglio, ospita una sessione del corso incentrata su “Strategie digitali e azioni di comunicazione per il Museo civico di Modena”.

Oltre che con il Museo modenese, la summer school è promossa in collaborazione con i Musei Civici di Reggio Emilia, Melting Pro ed Hellenic Open University, e dura circa un mese, dal 20 giugno al 15 luglio.
La sessione modenese, che è iniziata a Palazzo dei musei lunedì 4 luglio e alla quale partecipano 15 allievi provenienti da Italia, Stati Uniti, Moldavia, Macedonia, Brasile, Perù, offre un’esperienza formativa immersiva con lezioni frontali integrate da attività seminariali e laboratoriali, che in parte si svolgeranno nei depositi di via Cavazza e che coinvolgeranno i partecipanti nella soluzione di sfide reali. La proposta del Museo Civico per la Summer school si inserisce nel progetto Cantiere Estense che porterà all’ampliamento della superficie espositiva del museo e alla progettazione di un progetto museografico rinnovato che coinvolge anche il patrimonio “invisibile”, custodito nei depositi. La sfida lanciata agli allievi parte da una riflessione sul museo del futuro e ha come obiettivo l’elaborazione di un progetto di comunicazione digitale sulle connessioni tra patrimonio esposto e patrimonio dei depositi, tra reperto esposto e narrazione del contesto. Principio fondante del progetto è quello dell’accessibilità alle informazioni, obiettivo fondamentale per lo sviluppo sostenibile dei Musei e delle comunità.