I Carabinieri della Stazione di Bologna San Ruffillo hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna quattro adolescenti, 1 italiano e 3 stranieri, tutti di età compresa tra 12 e i 13 anni, accusati in concorso di molestie, furto con strappo e tentata rapina.
I fatti risalgono allo scorso mese di aprile, quando, all’interno di un istituto superiore di primo grado del quartiere Savena a Bologna, 3 giovani, due ragazzi e una ragazza, vittime di percosse e molestie da parte di un gruppetto di coetanei, decidono di creare una chat con i loro amici per denunciare gli episodi di bullismo all’interno della scuola. L’iniziativa dei tre è stata accolta con favore anche dagli altri coetanei, fatta eccezione per i quattro bulli che invece hanno ulteriormente inasprito le loro prepotenze per indurre le loro vittime a chiudere la chat. A questo punto i ragazzini molestati si sono rivolti agli insegnanti della scuola, i quali a loro volta hanno avvisato i Carabinieri.
Coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna, i militari hanno raccolto le testimonianze e durante la ricostruzione dei fatti hanno accertato che il gruppo si era reso anche responsabile di una tentata rapina all’indirizzo di un loro compagno di scuola, aggredito dopo essersi rifiutato di consegnare il telefonino, nonché di un episodio di furto con strappo ai danni di una ragazzina, a cui avevano scippato dalle mani il telefonino e una banconota da 20 euro. Nei prossimi giorni i 4 adolescenti, cui è stata notificata un’informazione di garanzia da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, saranno interrogati alla presenza dei loro genitori.
Due di loro erano già stati denunciati all’Autorità Giudiziaria nel gennaio scorso, in quanto identificati quali presunti autori, assieme ad altri due minori, di una serie di molestie, danneggiamenti ad autovetture e imbrattamento di vari muri, recentemente avvenuti nel Quartiere Savena. Anziani e bambini, presi di mira casualmente e senza motivo. Le vittime avevano raccontato e documentato con filmati e foto le angherie subite, descrivendo modalità di condotta adottate dal gruppo di ragazzini che, muovendosi a piedi, colpivano atteggiandosi a “Baby Gang”.