Vecchi giornali e riviste, soprammobili rotti o inutili, indumenti inutilizzabili, tessere scadute,… Oggetti investiti di particolari sentimenti e impossibili da eliminare, accumulati in quantità tali da trasformare spazi anche ampi in anguste prigioni, che pregiudicano la qualità della vita delle persone interessate e dei loro familiari, causando situazioni di disagio igienico-sanitario, sociale, economico.
Si tratta del disturbo da accumulo. Una condizione riconosciuta dal 2013 dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), che riguarda, secondo le stime, tra il 2 e il 5% della popolazione.
Per gestire e prevenire questo fenomeno Comune e Ausl di Bologna, già da diversi anni, stanno collaborando per individuare e sperimentare strumenti e modalità operative mirati a garantire percorsi di prevenzione e di aiuto integrati, che agiscano sulle problematiche sociali, sanitarie e igienico-ambientali connesse a questo fenomeno.
L’efficacia della modalità di lavoro in rete sperimentata con un primo Protocollo d’intesa siglato nel 2017, ha condotto alla sottoscrizione di un nuovo Protocollo triennale, che conferma l’approccio collaborativo al problema e allarga il gruppo di lavoro – già composto da Comune (Dipartimento welfare e Polizia Locale), Ausl (Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche e Dipartimento Sanità Pubblica) e Asp Città di Bologna – anche ad Acer Bologna, per favorire gli interventi sui casi di accumulo all’interno degli alloggi di Edilizia residenziale pubblica.
L’accordo prevede diverse azioni, mirate sia alla prevenzione del fenomeno che alla gestione dei casi. In particolare sono partiti in questi giorni degli incontri di formazione congiunta, che coinvolgono i servizi di salute mentale territoriali insieme a una componente dei servizi sociali di Comune e Asp, per un indispensabile confronto che migliora l’operatività nelle Equipe territoriali integrate e negli interventi successivi.
Accanto a questo verranno messe in campo attività di supporto rivolte alla persona e ai familiari, coniugando azioni volte alla riduzione del danno e del rischio ambientale, con altre tese alla responsabilizzazione dell’interessato, secondo un approccio che, partendo dalla persona e dai suoi bisogni, mira a promuovere la sua consapevolezza e la sua motivazione, rafforzando la rete di aiuti e individuando gli strumenti e le azioni più idonei.
Infine, in un’ottica di prevenzione e sensibilizzazione della cittadinanza, saranno organizzati degli incontri pubblici, in presenza e a distanza, rivolti a tutti i cittadini interessati.