“La sentenza della Cassazione stabilisce la chiusura di una importante fase processuale, ma è al contempo un’ulteriore occasione di stimolo per rinnovare l’impegno di istituzioni, cittadini, magistratura, forze dell’ordine e dell’intera comunità nel continuare a contrastare la criminalità organizzata in tutte le sue forme”.
E’ quanto affermano, in una nota, il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni, e i sindaci Andrea Carletti di Bibbiano, Elena Benassi di Brescello, Renzo Bergamini di Gualtieri, Fausto Torelli di Montecchio e Roberto Angeli di Reggiolo, per “ringraziare magistratura e forze dell’ordine per il lavoro svolto” a seguito dell’ultima sentenza della Cassazione, che ha fondamentalmente confermato l’impianto accusatorio e le condanne decise dalla Corte d’Appello nel maxi processo Aemilia contro le infiltrazioni di ‘ndrangheta in territorio reggiano.
Un lungo lavoro investigativo iniziato nel 2012, che ha portato a due processi su tre gradi di giudizio, e che da quando è divenuto di dominio pubblico è sempre stato seguito con grande impegno e attenzione da parte delle istituzioni, fin dalla Assemblea dei sindaci del 31 gennaio 2015 nel corso della quale, tra l’altro, si decise la costituzione in giudizio come parte civile a tutela della comunità. Costituzione poi avvenuta da parte della Provincia di Reggio Emilia della Regione e del Comune capoluogo, nonché appunto da quelli di Bibbiano, Brescello, Gualtieri, Montecchio e Reggiolo quali soggetti ‘offesi e danneggiati rispetto a tutti i capi di imputazione che hanno ad oggetto i delitti commessi nel territorio dei rispettivi enti o la cui manifestazione abbia comunque arrecato un danno all’ente stesso’.
“Una vicenda che ha scosso profondamente la provincia di Reggio Emilia e non solo, durante la quale le istituzioni, unite, hanno portato avanti, e ancora portano avanti con ancor più forza e determinazione, azioni concrete di conoscenza e consapevolezza, di attenzione e sensibilità, dimostrando sempre la ferma volontà di non voler mai girare la testa altrove di fronte a fenomeni di mafie ed illegalità sul nostro territorio – continua la nota del presidente Zanni e dei cinque sindaci – Quest’ultima sentenza riconosce il meritorio lavoro di chi ha condotto le indagini e le costanti azioni che i nostri prefetti – dalla dottoressa De Miro fino alla dottoressa Rolli – hanno contrapposto con rigore e abnegazione ai tentativi di infiltrazione nel tessuto socio-economico reggiano”.
“Un percorso lungo e impegnativo in cui la Provincia, insieme ai Comuni, ha svolto un ruolo di coordinamento per tenere alta l’attenzione sul Processo Aemilia ed approfondire le tante tematiche, implicazioni e delicatezze che questo procedimento ha man mano disvelato e posto in luce – si legge ancora – Un lavoro che ci vede costantemente impegnati insieme a cittadini ed in sinergia con scuole, associazioni e terzo settore, sindacati e tutte le altre istituzioni locali nell’informazione e sensibilizzazione in tema di legalità e che ha prodotto risultati importanti: dal Festival della legalità Noicontrolemafie, giunto all’undicesima edizione, ai protocolli su edilizia e appalti pubblici, all’Ufficio associato per la legalità, realizzati con la fondamentale sinergia della Prefettura, fino al nuovo progetto del ‘badge di cantiere’ che consentirà di monitorare da remoto quanti sono i lavoratori impiegati in uno specifico sito, se regolarmente assunti con contratto congruo alla mansione svolta, se idonei dal punto di vista della formazione e sanitario”.
“Le istituzioni continueranno ad essere unite e in prima linea nella quotidiana lotta a mafie, atteggiamenti mafiosi ed illegalità, consapevoli che questo capitolo non rappresenta una conclusione, ma l’ennesima tappa di un quotidiano lavoro che deve continuare a coinvolgere l’intera nostra comunità”, concludono il presidente Zanni e i sindaci Carletti, Benassi, Bergamini, Torelli e Angeli.