Rivoluzione nell’ambito della pianificazione reggiana. Il Piano strutturale comunale (Psc) delinea nuovi criteri di programmazione e gestione del territorio, criteri che danno valore e forza al paesaggio e riprogettano il territorio comunale – tanto rispetto all’edificato quanto alle aree agricole – mettendo il verde e la natura in primo piano, in quanto imprescindibili elementi per la qualità del vivere e componenti strutturali del tessuto urbano.

E’ emerso anche nel corso della recente Conferenza di pianificazione, in cui i temi del Verde nel Psc sono stati illustrati ai rappresentanti di associazioni, professionisti e operatori del settore.



Al centro del Psc vi è infatti una nuova forte attenzione al paesaggio come valore di riferimento per la riqualificazione della città. Presupposto di questo approccio, nato all’interno della Convenzione europea del paesaggio, è che la tutela e lo sviluppo del territorio debbano riguardare non solamente gli ambiti naturali, ma l’insieme degli spazi che ci circondano e nei quali viviamo. In questo senso il paesaggio comprende anche il sistema dell’abitare e gli insediamenti storici, come le frazioni e i quartieri periferici, i percorsi viari e i corsi d’acqua: spazi su cui è importante ragionare in un’ottica qualitativa di buona gestione, di salvaguardia e di valorizzazione. L’attività produttiva agricola, la sua redditività, il contributo al presidio del territorio e la qualità dei prodotti tipici, deve integrarsi pienamente con le politiche di tutela e valorizzazione del paesaggio.
Tutto è paesaggio, pertanto bisognerà dare pari dignità sia ai paesaggi eccellenti, per i quali andrà salvaguardata e gestita la forma e l’identità per il futuro, che a quelli degradati, dove invece andranno attivate azioni volte al recupero e alla valorizzazione dei caratteri strutturali ancora presenti e a volte latenti.



La tutela e la riqualificazione di questi ambiti ha una forte connotazione ecologica e trova nella ricerca di un nuovo equilibrio con la natura e il territorio rurale un elemento di forza della pianificazione, perché capace di ridare specificità e qualità all’intero ambito comunale.
Per questo tra le azioni del Psc si conferma la creazione di fasce di ambientazione, cioè corridoi verdi che affiancano la grande viabilità con alberi, siepi e arbusti. La linea ferroviaria dell’Alta velocità sarà ad esempio costeggiata da un doppio filare alberato, a cui si aggiungeranno migliaia di piante previste per la zona della stazione di Calatrava ed altre decine di migliaia di essenze che verranno messe a dimora nelle aree limitrofe ai tre torrenti cittadini – il Crostolo, il Modolena e il Rodano. Si stima possano essere oltre 300mila le nuove piante messe a dimora nei prossimi 15 anni per rendere sempre più verde, più salubre e gradevole il territorio comunale.



Il Psc tutelerà e valorizzerà i cunei verdi residui: si tratta di spazi agricoli che circondano gli insediamenti urbani e si inseriscono nel paesaggio cittadino dando luogo a una commistione tra uso urbano e uso agricolo del territorio che necessita di nuove norme: si potranno in questo modo incentivare attività agricole di vario genere, comprese quelle culturali, come ad esempio le fattorie didattiche, progetti di educazione alimentare.



“Volontà del Psc è infatti rafforzare una cintura verde che metta a sistema la rete costituita da fiumi e cunei verdi – dice Ugo Ferrari, assessore all’Urbanistica ed Edilizia del Comune – in modo da creare un sistema che moltiplica l’efficienza della rete, crea nuove connessioni ecologiche e pone un limite all’urbanizzato, costruendo equilibri armonici tra le funzioni agricole ed ecologiche e gli spazi abitativi.”
La forte erosione del territorio agricolo per fare spazio alla crescente domanda di città e l’aumento dei residenti nelle aree periferiche ha infatti comportato in alcuni casi la trasformazione radicale del paesaggio e la perdita degli elementi che caratterizzano il territorio agricolo. Per contrastare questa tendenza, il PSC dispone nuovi criteri per la pianificazione delle aree rurali, integrando nella progettazione territoriale fossi, canali, banchine verdi e siepi esistenti e favorendo la percorrenza pedonale e ciclabile nel rispetto della viabilità esistente, così da creare itinerari di fruizione del paesaggio rurale.
In questo contesto si inseriscono le ipotesi allo studio per le nuove aree boscate, che verranno a rispondere alle molteplici esigenze del territorio, costituendo, a seconda della collocazione, serbatoio di biodiversità in ottica di rinaturalizzazione e rete ecologica, polmone verde con funzione microclimatica e di miglioramento del bilancio di CO2, azione di recupero e valorizzazione dei paesaggi rurali e fluviali, polo attrattivo per la fruizione con funzione ricreativa ed educativa.



“È necessario rovesciare il ragionamento che si è fatto sinora nella pianificazione – dice Pinuccia Montanari, assessore all’Ambiente del Comune – e dare priorità all’ambiente. Fino ad oggi si pensava innanzitutto a costruire e poi ci si occupava dei margini, del territorio verde residuo. Oggi invece bisogna partire dall’ambiente, valutare gli impatti delle opere umane e poi pianificare. Questo è ciò che il Piano del Verde fa all’interno del Psc. A fronte di 39 milioni di metri quadrati urbanizzati, abbiamo oltre 10 milioni di metri quadrati di verde, ma soprattutto 185 milioni di metri quadrati di territorio agricolo che non deve essere consumato. La nostra città ha ancora molti spazi verdi rispetto ad altre realtà, spazi che dobbiamo tutelare e rinaturalizzare all’interno di un progetto organico che metta in valore la cintura verde e il paesaggio fluviale e costruisca delle reti naturali che circondano e attraversano la città”.