€ 3.000.000 dal Pnrr per il progetto di “Riuso e rifunzionalizzazione della “Antica Paggeria” del Palazzo Ducale Estense, per la realizzazione di centro civico, attività culturali per i giovani e sale studio”.
Il Ministero dell’Interno, ha destinato i fondi europei facenti parte di “Next Generation Eu” per il progetto di recupero e consolidamento delle Paggerie, a destra e a sinistra di via Rocca affacciate a piazzale Della Rosa.
L’Amministrazione Comunale, infatti, ritiene di procedere al consolidamento strutturale degli elementi verticali, orizzontali e inclinati, al restauro e risanamento conservativo esterno delle facciate originarie comprese finiture, modanature, mensole, marcapiani, serramenti, intonaci e lapidei, restauro e risanamento conservativo interno delle pareti, dei soffitti e controsoffitti, rigenerazione degli ambienti interni per l’insediamento delle attività culturali per i giovani e sale studio, inserimento e adeguamento di nuovi elementi e impianti di sicurezza e comfort e ogni altra opera destinata al restauro, riuso e rifunzionalizzazione.
Alcuni cenni storici. Vaghe e generiche le notizie descrittive del borgo posto all’interno del recinto della Rocca accanto al castello e sull’impianto urbanistico prima della grande trasformazione barocca che, comunque, conservò lateralmente la preesistente configurazione urbana. Con il Duca Francesco I ha avvio questa grande ristrutturazione urbanistica con l’architetto Bartolomeo Avanzini che trasforma l’intera Rocca in un sistema riservato alla Corte in villeggiatura. L’architetto dà inizio alla demolizione dei fabbricati preesistenti per ottenere un grande viale e una grande piazza antistante il Palazzo, demolendo anche la torre, la porta e il ponte sul fossato circondante la Rocca. La logica barocca portò alla realizzazione della strada e della grande piazza che permettono una vasta prospettiva e lungo cui, gradualmente, si percepisce la grandezza della facciata grazie alla suggestiva simmetria aulica.
La Paggeria Vecchia e Guardaroba Ducale, prima nota come Casa Prati, turrita e porticata fu ampliata e abbellita durante i lavori di riforma edilizia nella seconda metà del XVI secolo, che cercarono di conservare l’esistente, vennero in parte demoliti una serie di fabbricati posti trasversalmente al corpo della torre, ciò permise di allineare ed uniformare i prospetti della piazza secondo il progetto dell’Avanzini. L’articolazione concepita con più accessi permetteva di distinguere le parti strettamente riservate alla corte e quelle a servizio della stessa. In particolare, essendovi le stalle per cavalli e bovini, verranno tolte le cloache per la raccolta del concime ed ingrandite le finestre per rendere più salubri gli ambienti destinati all’accoglienza degli animali. Passato, insieme a tutto il complesso Ducale, alla famiglia D’Espagnac, l’dificio venne suddiviso in più appartamenti. Venduto poi dai D’Espagnac passò ad altri proprietari che trasformarono la stalla in magazzino e alla chiusura del sovrapassaggio separato definitivamente dal complesso. Passato infine ai Bettuzzi – Gandini, viene dichiarato per le sue precarie condizioni statiche ed igienico sanitarie inmabitabile. Nello stesso tempo viene presentato un progetto dell’ing. Dante Colli, autore del piano di risanamento di Rocca, che porterà alla totale alterazione plani-volumetrica dell’edificio e dei prospetti distruggendo così la simmetria di piazza della Rosa.
Detto il Quartiere della Foresteria o Paggeria Nuova il fabbricato posto sulla sinistra del viale e della piazza, fu avviato nel 1650. Abbattute le case porticate esistenti. Avanzini propone un nuovo edificio che ingloba anche alcune case rivolte verso l’interno non demolito; già nel 1651 risultano completati i prospetti verso la piazza che all’epoca era per la realizzazione di un grande apparato teatrale progettato da Bianchi e Monti. Morto Avanzini, l’opera viene completata dal suo erede Antonio Loraghi. Con il grande fabbricato a “L”, Avanzini ripropone i temi dell’architettura tardo manieristica. Una lunga stasi edilizia caratterizza, invece, il regno di Rinaldo D’Este; l’edificio viene restaurato dopo il 1749 dall’architetto Pietro Bezzi. Più vasto fu l’intervento dell’architetto ducale Pietro Termanini a cui venne affidata la costruzione di due edifici posti all’imboccatura della Rocca come terminali dei preesistenti fabbricati. A Termanini e al pittore di corte Ludovico Bosellini venne affidata la revisione dell’intero sistema decorativo esterno del palazzo Ducale, della piazza e dei fabbricati posti lungo il viale d’accesso detto Listone. In seguito all’invasione francese ed alla successione di diverse proprietà, il palazzo Ducale viene trasformato in residenza alto-borghese ed i quartieri perdono la loro funzione di appendici della struttura.
A seguito del passaggio della proprietà al Comune di Sassuolo, nel 1964 viene demolita la quasi totalità dell’isolato, dando esecuzione al progetto fascista interrotto dalla guerra.