Si tratta di un prestigioso riconoscimento, istituito nel 1955 dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, che viene destinato alle città e ai Comuni che hanno attivato gemellaggi con municipalità straniere e si sono impegnati intensamente nello sviluppo delle relazioni con i Comuni partner europei.
A consegnare al sindaco Luca Vecchi la bandiera d’Europa in Sala del Tricolore è stato il senatore Roberto Rampi, segretario della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, primo vicepresidente della Commissione cultura, scienza e media. Presente anche Alessia Ciarrocchi, presidente della Fondazione E35.
“Reggio Emilia ha una lunga storia di collaborazione con il Consiglio d’Europa nella promozione del dialogo interculturale e dei diritti umani – ha detto il sindaco Luca Vecchi – Questo ha un grande significato per noi. Il 21 settembre 2010 il Comune aderisce – primo ed allora unico in Italia – alla Rete Intercultural Cities del Consiglio d’Europa. Ma Reggio viene da un percorso di riflessione assai lungo e strutturato. La nostra città da oltre dieci anni coordina e aiuta la creazione della rete italiana Città del dialogo del Consiglio d’Europa. In questo percorso abbiamo sviluppato le nostre azioni sul dialogo interculturale che sono diffuse e permeano progetti in ambito culturale, educativo, sportivo, sociale ed economico. Ecco perché il riconoscimento che ci viene consegnato quest’oggi per noi rappresenta un momento di grande rilievo ma anche il punto di arrivo di un percorso che parte da molto lontano, fin dagli anni Sessanta, nel segno della solidarietà internazionale e di trasmissione dei valori fondanti di questa città, quali la democrazia, l’educazione, la cultura e i diritti”.
“Il conferimento della Bandiera d’Europa a Reggio Emilia – ha detto il senatore Roberto Rampi – rappresenta un riconoscimento del prezioso lavoro svolto in questi anni da una città la cui storia ha molte affinità con quella della stessa Unione europea, all’insegna della valorizzazione dei diritti umani e della libertà. Una realtà capace di costruire relazioni con popoli lontani nel nome della democrazia, stando con i piedi nel territorio ma sempre con la testa nel mondo”.
“Come Fondazione – ha detto la presidente Alessia Ciarrochi – ci riconosciamo fortemente in questo premio, che rappresenta un ulteriore riconoscimento anche del “modello E35”: un approccio innovativo, se non unico, a livello nazionale, che ha permesso di riunire e valorizzare le principali esperienze e competenze reggiane in ambito di progettazione e relazioni internazionali, mettendole a disposizione del territorio.
Nei suoi primi 6 anni di attività, Fondazione E35 ha consolidato il proprio ruolo di facilitatore e connettore, dal livello locale, favorendo l’integrazione di temi ed esperienze tra i diversi attori del territorio, a quello globale, garantendo un accesso sempre più ampio e diffuso alle opportunità offerte da progetti, scambi e partenariati a livello europeo ed internazionale”.
Reggio Emilia dal 2010 – prima in Italia – ha aderito al network Città interculturali e dal 2020 è entrata a fare parte del gruppo di lavoro contro le discriminazioni composto da dieci paesi e dieci città in rappresentanza di 47 paesi. Negli ultimi anni – in sinergia con la fondazione Mondinsieme – la nostra città ha anche sviluppato alcuni progetti finanziati dal Consiglio d’Europa: la redazione delle raccomandazioni per le autorità locali per la diversità religiosa e un progetto che ha portato alla realizzazione di uno strumento per valorizzare la diversità in ambito economico e di impresa.
Questo riconoscimento alla città di Reggio Emilia è anche una conferma del ruolo e delle opportunità che possono generarsi dal lavoro di E35, Fondazione fortemente voluta dal Comune e nata nel 2015 da un progetto condiviso con Provincia, Fondazione Manodori, Camera di Commercio e Crpa, con l’obiettivo di promuovere il nostro territorio a livello europeo e internazionale e attrarre risorse economiche, competenze e partenariati internazionali. In sei anni di attività, la Fondazione ha ottenuto l’approvazione di 92 progetti, di cui 61 attualmente in gestione, per un finanziamento complessivo di 71,5 milioni di euro e una ricaduta sul territorio di oltre 21 milioni di euro. Svariati gli ambiti di intervento, che vanno dalla mobilità sostenibile all’adattamento climatico, dallo sviluppo economico alla partecipazione, dall’internazionalizzazione alla mobilità giovanile, dal dialogo interculturale all’inclusione sociale. Nel corso del 2021, la Fondazione ha ulteriormente implementato la propria attività di progettazione, presentando 32 nuove candidature per premi e finanziamenti europei, con l’obiettivo di supportare il territorio nel rispondere, in maniera trasversale e condivisa, alle principali sfide globali, tra cui: il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, la lotta al cambiamento climatico, la digitalizzazione, il contrasto alle povertà educative, l’economia sociale, la riduzione degli sprechi alimentari, la tutela dei diritti umani. Al di fuori del contesto europeo, la Fondazione ha continuato a sviluppare relazioni e progetti con i Paesi terzi, tra cui Mozambico, Palestina e Sudafrica, confermando l’importanza di questa dimensione di progettazione e collaborazione, in grado di coinvolgere diversi attori del territorio.
LA BANDIERA D’EUROPA – Il Consiglio d’Europa è la principale organizzazione di difesa dei diritti umani del continente. Include 47 Stati membri, tra cui i 28 membri dell’Unione europea. Tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa sono firmatari della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, un trattato concepito per proteggere i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto. Fin dalla sua istituzione nel 1949, il Consiglio d’Europa ha avvertito l’esigenza di dare all’Europa un simbolo nel quale i popoli europei potessero identificarsi. Il 25 ottobre 1955, l’Assemblea parlamentare sceglie all’unanimità un emblema di colore azzurro, raffigurante un cerchio di dodici stelle d’oro. Il 9 dicembre 1955, il Comitato dei Ministri adotta questa bandiera europea, inaugurata il 13 dicembre dello stesso anno a Parigi. Nel 1983 il Parlamento europeo adotta la bandiera creata dal Consiglio d’Europa e ne raccomanda l’uso in quanto emblema delle Comunità europee. Il Consiglio europeo approva la proposta nel giugno 1985. Le istituzioni comunitarie introducono l’utilizzo della bandiera nel 1986.
Da quel momento la bandiera europea si è imposta come il simbolo di un progetto politico comune che unisce tutti gli europei al di là delle diversità.