Linda Borsari, portavoce della Conferenza delle donne democratiche della provincia di Modena, ha commentato il tragico fatto di Sassuolo: “Si tratta di un gesto estremo che riaccende i riflettori sul tema della violenza intrafamiliare”.
“La Conferenza provinciale delle donne democratiche esprime il proprio profondo dolore per le vittime coinvolte nell’episodio drammatico di Sassuolo. Si tratta di un gesto estremo che riaccende i riflettori sul tema della violenza intrafamiliare e che lascia sgomenti davanti al coinvolgimento di bambini piccolissimi. Dovremo attendere gli esiti delle indagini degli inquirenti ma, se dovesse venire confermata la fattispecie di femminicidio, saremmo davanti al cinquantaquattresimo caso dell’anno e, purtroppo, non il primo nella nostra provincia. Per quanto si è appreso fino ad ora, l’autore del gesto non riusciva a tollerare la fine della relazione con la compagna avvenuta circa un mese fa, al punto da minacciare di ucciderla, come sembra evincersi da una registrazione audio conservata dalla vittima e presentata alle forze dell’ordine nelle scorse settimane. Questa tragica vicenda ci testimonia quanto il fenomeno della violenza di genere sia diffuso e quanto sia ancora oltremodo necessario un impegno costante da parte delle autorità competenti: la nostra comunità tutta ha il dovere di presidiare con maggiore attenzione le situazioni di criticità e di fragilità presenti sul territorio, cercando di intercettare i segni di grave disequilibrio familiare, al fine di intervenire in via preventiva e assistenziale con enti, servizi e figure specializzate. Essenziale è il ruolo delle forze dell’ordine e degli operatori dei centri anti violenza: non possiamo permetterci di sottovalutare nessuna avvisaglia di pericolo, la storia ce lo insegna. Abbiamo ancora molto lavoro da fare per estirpare la cultura patriarcale che interpreta la figura femminile come elemento di possesso personale, cultura che tuttora pervade la nostra società in forma più o meno palese. Non possiamo tollerare che la fine di una relazione sentimentale determini una sentenza di morte per decine di donne ogni anno”.