Una nuova opzione da offrire ai pazienti con mesotelioma maligno della pleura in ripresa di malattia dopo un trattamento chemioterapico standard: sono stati pubblicati dal dottor Carmine Pinto e collaboratori su Lancet Oncology, una delle più prestigiose riviste oncologiche internazionali, i risultati dello Studio RAMES disegnato, organizzato e coordinato dall’Oncologia Medica del Comprehensive Cancer Centre dell’AUSL-IRCCS di Reggio Emilia, che ha visto coinvolti 26 centri di Oncologia Medica in Italia, nell’ambito del GOIRC – Gruppo Oncologico Italiano di Ricerca Clinica.
Il mesotelioma maligno è un tumore con limitate possibilità terapeutiche, di rilevante impatto lavorativo e sociale, e che riconosce come evento causale l’esposizione professionale o ambientale ad amianto. Nel nostro Paese sono stimati 1.200 nuovi casi all’anno di mesotelioma.
Nello studio RAMES 165 pazienti con mesotelioma maligno della pleura la cui malattia era progredita dopo una prima linea di chemioterapia standard sono stati sottoposti ad un trattamento chemioterapico sperimentale con gemcitabina in combinazione con il farmaco anti-angiogenetico ramucirumab. I pazienti del gruppo di controllo hanno ricevuto la terapia standard con gemcitabina.
Il trattamento sperimentale con gemcitabina e ramucirumab ha prodotto un miglioramento significativo nella sopravvivenza dei pazienti che ha raggiunto i 13,8 mesi contro i 7,5 mesi ottenuti con la chemioterapia con solo gemcitabina. La terapia sperimentale è stata ben tollerata senza rilevanti incrementi nella tossicità della cura, indipendentemente dall’età dei pazienti.
“Si tratta di uno studio molto importante, che può avere un beneficio diretto e sensibile per i pazienti con mesotelioma – dice Massimo Costantini, Direttore Scientifico AUSL-IRCCS – È un grande orgoglio che lo studio sia stato pensato e coordinato da Reggio Emilia: i complimenti vanno al dottor Pinto e a tutta l’Oncologia Medica Provinciale, con l’augurio di continuare su questa strada”.
“Lo studio dimostra ancora una volta il grande contributo che il nostro IRCCS è in grado di dare a livello internazionale, anche su una malattia terribile come il mesotelioma pleurico, per combattere la quale da oggi abbiamo un’arma in più”, conclude Cristina Marchesi, Direttore Generale AUSL-IRCCS.