“Il Pnrr è l’ultima chance per rilanciare gli appalti pubblici a misura di Pmi e rimediare alle criticità del Codice dei Contratti pubblici”. Lo ha sottolineato il Presidente Lapam Confartigianato Gilberto Luppi. “A distanza di 5 anni dall’entrata in vigore – ha ricordato Luppi – il codice dei contratti pubblici è inattuato, gli elementi di novità, pure positivi, sono rimasti inattuati, le manutenzioni non sono state fatte, i cantieri non sono stati aperti e la auspicata qualificazione delle stazioni appaltanti non è mai arrivata. Contemporaneamente, in questi 5 anni, troppe imprese hanno chiuso e troppi lavoratori hanno perso il posto di lavoro. Ora siamo alla svolta, è la nostra ultima occasione, o facciamo sul serio o perdiamo le risorse che arrivano con il Pnrr. Noi ci vogliamo credere, anche se le premesse remano contro il nostro ottimismo: sono ancora tutte lì le criticità che la riforma del 2016 ha portato e la continua rincorsa alle modifiche normative, alle deroghe e alle presunte semplificazioni certamente non aiutano noi operatori a trovare la strada per poter contribuire con il nostro lavoro al bene del Paese”.
La prova d’appello e le aspettative di Lapam Confartigianato ora sono riposte nel Decreto Semplificazioni, un provvedimento che, per l’associazione, presenta aspetti positivi. Tra questi la ‘tregua normativa’ e la modifica strutturata dell’attuale codice, la rivitalizzazione della cabina di regia per coinvolgere tutte le parti interessate ad un sistema di regole semplice, rigoroso, effettivo e condiviso, la centralità della competenza delle stazioni appaltanti. Lapam giudica negativamente, invece, la scelta del ritorno all’appalto integrato e la riduzione delle stazioni appaltanti in chiave di concentrazione degli appalti. Luppi ha ribadito le richieste di modifica proposte da Lapam Confartigianato a livello nazionale: abrogazione dell’obbligo di applicazione del contratto del contraente principale e applicazione da parte del subappaltatore del contratto collettivo di settore di riferimento; attenuazione delle norme sulle pari opportunità, generazionali e di genere (eliminazione dell’obbligo della relazione di genere per le imprese che occupano un numero inferiore a 15 dipendenti; semplificazione per le micro e piccole imprese; abolizione del regime sanzionatorio; abolizione dell’obbligo per la stazione appaltante di motivare il mancato inserimento delle clausole); rafforzamento della suddivisione degli appalti in lotti; ripristino del divieto di appalto integrato; obbligo di inserire clausole di revisione del prezzo.